Carlos Delfino: "Mi rifiuto di ritirarmi, l’ho sempre detto, sono semplicemente non attivo"

Carlos Delfino: "Mi rifiuto di ritirarmi, l’ho sempre detto, sono semplicemente non attivo"
© foto di VL Pesaro

Carlos Delfino è stato l’ultimo rappresentante della Generación Dorada a smettere di giocare, ma non ama definire questa fase come un ritiro.
Lo ha dichiarato lo scorso 6 ottobre, durante la diretta su YouTube del canale argentino Doble Doble. “Mi rifiuto di ritirarmi, l’ho sempre detto, sono semplicemente non attivo” ha dichiarato quasi un mese dopo in un’intervista al media argentino Básquet Plus. Ha raccontato anche un dettaglio personale che lo ha colpito: non ha più un pallone nel bagagliaio, un oggetto che lo accompagnava ogni giorno. “Oggi non ce l’ho e mi fa male dirlo, perché sono un grande appassionato e l’ho sempre avuto con me, era un mio segno distintivo. Forse perché mi sono svuotato, prima vedevo un canestro e avevo voglia di tirare, giocavo sui campi in cemento, al parco Garay a Santa Fe. Ora mi sento svuotato”.

Riflettendo sulle ultime stagioni, Delfino ha spiegato come abbia ricevuto proposte per continuare a giocare, ma le priorità familiari hanno preso il sopravvento. “Ho ricevuto offerte per continuare a giocare, ma credo che sia arrivata un’età in cui, nel weekend, i miei figli volevano fare attività in famiglia e io ero ancora legato al basket. Il mio amore per questo sport è sempre stato enorme, ma ovviamente la famiglia conta di più. E chiaramente non giocavo più per una questione economica”.

Il momento di svolta è arrivato con la partita celebrativa dei 20 anni della Generación Dorada, che ha segnato un cambiamento profondo nel suo approccio mentale, nella sua ultima stagione agonistica alla Sella Cento. “Dopo quella partita con la GD c’è stato un cambiamento, è come se la mia testa fosse rimasta lì, e ho capito che il mio sistema operativo era vecchio. Ho iniziato a svuotarmi e mi sono stancato. Per giocare quella partita ho rinunciato a un’altra, ma era già stato concordato. Il problema è che abbiamo giocato tre partite in quella settimana. La nostalgia, il ritrovarsi, era la prima volta che ci riunivamo tutti e 12 dal podio di Atene. E sono andato a Mendoza perché hanno insistito, poi è arrivato il mercoledì e non sono andato a giocare, e sono arrivato là il venerdì. Tra una cosa e l’altra mi hanno capito, ma non è stato ben visto”.

E ha concluso: “La domenica non hanno voluto farmi giocare, la squadra ha perso male in casa e non c’era un buon clima tra squadra e tifosi, e con il mio sistema operativo sono uscito a difendere il gruppo. Col passare dei giorni i ragazzi più giovani non capivano che li avevo difesi, la gente non capiva perché fossi rimasto. Sono tornato a giocare, ho giocato bene, mi sono distinto, abbiamo risollevato la squadra, ma qualcosa si era di rotto e dentro di me sentivo di difendere valori che qui non c’erano più, e lì ho iniziato a capire che mi stavo svuotando molto velocemente, e un giorno ho detto basta. Non ho nemmeno finito il campionato”.

Infine, ha ammesso con serenità: “Per la prima volta non avevo voglia di iniziare. Ho ricevuto offerte, anche dall’Argentina. Non mi manca giocare a basket, ora sono preso da altre cose”.
Carlos Delfino è stato una parte essenziale della Generacion Dorada o Golden Generation, con la quale ha vinto quattro titoli: i Giochi Olimpici di Atene 2004, i Giochi Sudamericani del 2004, il Pallone di Diamante FIBA 2008 e l'AmeriCup 2011. Ha anche fatto parte della squadra campione dell'AmeriCup 2022 in Brasile e delle qualificazioni olimpiche del 2023.