A2 - Attilio Caja e la Fortitudo Bologna: perché un no si è trasformato in un si

A2 - Attilio Caja e la Fortitudo Bologna: perché un no si è trasformato in un si
© foto di SAVINO PAOLELLA

Attilio Caja, allenatore della Fortitudo Bologna da questa estate di rinnovamento del club, ha rilasciato una lunga intervista a Diego Costa pubblicata sul  mensile Basket Magazine. Tanti gli argomenti trattati intorno a una squadra che è tornata a rifiorire in campo e in classifica, Ecco alcuni passaggi.

Ambientamento. "A Bologna mi trovo meravigliosamente bene, ho trovato casa, mia moglie gira in bicicletta, ma se devo essere sincero tutto è stato così veloce, fin qui non abbiamo ancora potuto fare i turisti."

Perché Artiglio. "Un soprannome che mi piace. So di passare per uno che ha un caratteraccio, la forma non è il mio forte. Però, sa cosa diceva uno dei più forti che io abbia mai allenato ai compagni di squadra? Non pensate a 'come' dice le cose ma pensate a 'quello' che dice. Ecco, lui aveva capito. Non tutti ci sono riusciti, come quello che mi disse che forma e sostanza sono la stessa cosa."

Il no alla Fortitudo dell'anno scorso. "E' la vita. Dipende dalle situazioni, dipende dai progetti, dipende da chi te li propone ma lo dico senza mancare di rispetto a nessuno."

Effetto Fortitudo. "Più che la Fortitudo fa effetto il Paladozza. Perché è il tempio della pallacanestro italiana. Quando ci venivo da avversario, dicevo ai tutti: ragazzi, qui si respira la storia del basket. Poi la Fortitudo ci mette quel muro umano, ci mette il trasporto, ci mette la partecipazione. 4200 abbonati sono tanti. Ci sono in Italia palazzetti che vanno sold out ma non sono la stessa cosa. Qui ho giocato in casa quando allenavo Reggio Emilia perché il palazzetto reggiano era un cantiere. C'erano mille persone al seguito? Non era la stessa cosa. E' bello allenare a Bologna, in passato c'ero andato solo vicino."

Senza ambizioni di promozione. "E' semplicamente avere coscienza della realtà. Abbiamo fatto la squadra a luglio, praticamente fuori tempo massimo: non c'erano giocatori. Il mercato degli italiani si comincia a fare a fine aprile. Non è nè un problema di budget nè un problema di stranieri, pura constatazione. Questo accentua i meriti dei ragazzi. Ci mettono il massimo impegno dal 18 agosto sotto ogni punto di vista: in termini di tecnica, di tattica, di preparazione fisica. Persone serie, ma per vincere un campionato bisogna programmare prima e bene. Se siamo bravi e ambiziosi, faremo tesoro dei nostri punti di forza, prenderemo le misure, programmeremo per azzerare i disagi, pianificheremo per il futuro. Così si vincono i campionati."