Jokic mostruoso: 56 punti, tripla doppia storica e Nuggets in rimonta sui Timberwolves all’OT

A Denver va in scena una partita da consegnare direttamente agli archivi della storia NBA tra Nuggets e Wolves
26.12.2025 08:24 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
Jokic mostruoso: 56 punti, tripla doppia storica e Nuggets in rimonta sui Timberwolves all’OT
© foto di nba.com

La serata nasce già con il profumo dell’evento, ma nessuno immagina fino a che punto Jokic riscriverà il copione. Denver arriva al Christmas game reduce da due sconfitte nelle ultime tre, con il bisogno di dare una risposta forte, e il serbo decide che il momento è adesso: attacca Gobert, punisce ogni cambio, legge ogni raddoppio e mette insieme una partita che semplicemente non si era mai vista a questi livelli. I 56 punti, accompagnati da 16 rimbalzi e 15 assist, costruiscono la prima gara NBA di sempre con almeno 55-15-15 e lo proiettano nella storia delle grandi prestazioni natalizie, dietro solo ai 60 di Bernard King nel 1984 e ai 59 di Wilt Chamberlain nel 1961. In più, si tratta della sua 15ª tripla doppia stagionale, che porta il totale a 179 in regular season (più 21 ai playoff), numeri che ormai parlano di un’icona generazionale. A fine partita Jokic, quasi stanco quanto sorpreso, liquida tutto con un sorriso: “È stata una partita folle, e si è fatto tardi… bello chiuderla con una vittoria”.

La sfida, però, non è mai una passerella. Minnesota risponde colpo su colpo guidata da un Anthony Edwards in versione trascinatore assoluto: 44 punti, di cui 24 tra quarto periodo e overtime, con la sensazione di poter cambiare l’inerzia ad ogni possesso. Accanto a lui ci sono le zampate di Julius Randle (32 punti), un Jaden McDaniels da 21 punti e la solita presenza di Rudy Gobert a rimbalzo (12 carambole), elementi che sembrano poter bastare per rovinare la notte di Denver. I Timberwolves rimontano un divario che era arrivato anche a 15 lunghezze a meno di sei minuti dalla fine dei regolamentari, fino al capolavoro finale di Edwards: una tripla in torsione dall’angolo, con 1,1" sul cronometro, che manda la gara all’overtime dopo che Jokic aveva appena ridato due punti di margine ai Nuggets dalla lunetta. In mezzo ci sono i tre liberi guadagnati da Edwards e la schiacciata di McDaniels dopo una palla persa sanguinosa di Denver, fotografia perfetta di quanto Minnesota fosse vicina al colpo esterno.

L’overtime sembra il preludio al crollo mentale dei Nuggets. I Timberwolves segnano i primi nove punti del supplementare e volano sul 124-115, con il pubblico della Ball Arena che trattiene il fiato. È esattamente lì che Jokic decide di riscrivere anche l’ultima pagina della storia: due triple in faccia alla difesa, un floater morbido, due liberi a cronometro fermo e, in un amen, parziale di 13-2 e Denver di nuovo avanti 128-126. Edwards trova ancora il modo di rimettere tutto in equilibrio con un lay-up, ma Jamal Murray, che chiuderà con 35 punti e 10 assist, piazza la giocata da closer: tripla frontale a 35,7" dal termine per il 131-128. Sul resto del supplementare, Jokic stende il sipario dalla lunetta: 8/8 negli ultimi 28", perfetto in un 22/23 totale ai liberi, e ogni tentativo di rientro dei Timberwolves viene respinto fino al 142-138 finale, con Edwards costretto ad uscire per doppio tecnico a 21" dalla sirena.

A completare il quadro c’è il contesto, tutt’altro che semplice per Denver. I Nuggets hanno dovuto fare a meno di Cameron Johnson, fermato da una contusione ossea e da un’iperestensione al ginocchio destro rimediata nella sconfitta di martedì a Dallas: 11.7 punti di media lasciati ai box per almeno quattro-sei settimane. Nel suo posto in quintetto trova spazio Tim Hardaway Jr., che risponde con 19 punti, mentre Spencer Jones porta 12 punti dalla panchina per allungare una rotazione che Jokic e Murray hanno comunque dovuto tenere in mano per quasi tutta la notte. Minnesota, dal canto suo, esce dal Colorado consapevole di aver avuto la partita tra le mani più volte, dopo tre vittorie consecutive che l’avevano rilanciata in classifica. La rimonta nel quarto periodo, il sorpasso sfiorato, il +9 a inizio OT: tanti segnali positivi, ma anche la dimostrazione che, quando dall’altra parte c’è un Jokic di questo livello, ogni distrazione costa cara. Per i Nuggets, invece, è un successo che pesa più di una semplice vttoria in regular season: è la prova che la loro stella è ancora in grado di spostare da sola l’equilibrio di tutta la Western Conference.