Lakers travolti dai Rockets: terzo ko di fila, e l'infortunio a Reaves complica il quadro

Notte pesante alla Crypto.com Arena: Houston passa 119-96, domina fisicamente e approfitta delle solite amnesie difensive di Los Angeles.
26.12.2025 07:40 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
Lakers travolti dai Rockets: terzo ko di fila, e l'infortunio a Reaves complica il quadro
© foto di nba.com

Il racconto della partita inizia praticamente dalla prima azione, perché i Rockets arrivano alla Crypto.com Arena con un messaggio chiarissimo: il contatto fisico non si discute. Houston martella subito la vernice, attacca a rimbalzo offensivo e costruisce seconde chance in serie, mentre i Lakers inseguono un'intensità che non riescono a pareggiare. Amen Thompson impone la sua presenza in transizione e a metà primo quarto lo scarto è già in doppia cifra, con gli ospiti che volano sul 22-10. Un lampo di orgoglio firmato Luka Doncic e Austin Reaves permette a Los Angeles di risalire fino al -5, ma è un’illusione breve: un parziale immediato di 7-0 rimette Houston davanti di 14 punti e il 37-25 di fine periodo fotografa bene la sensazione di una squadra, quella di JJ Redick, costantemente in affanno dietro la palla.

Consapevole che il problema è ancora una volta dietro, Redick prova a cambiare l’inerzia con un quintetto più “operaio”, dentro Marcus Smart e Jarred Vanderbilt per alzare la soglia di fisicità. L’idea in parte funziona, l’energia difensiva aumenta e il margine scende fino al -8, ma i Lakers continuano a sprecare troppo: errori al ferro, possessi buttati, piccoli dettagli che si sommano e impediscono la vera rimonta. Quando Kevin Durant rientra sul parquet, i Rockets tornano a respirare e si riportano a distanza di sicurezza, ma due triple in sequenza di Doncic e Vanderbilt fanno esplodere la Crypto.com Arena e riaprono la partita sul 50-46. Eppure, come accade fin troppo spesso in questa stagione, l’ultimo minuto del tempo è un incubo gialloviola: break di 6-0 per Houston, inerzia ribaltata di nuovo e intervallo lungo sul 63-53 per gli ospiti.

Il momento che cambia definitivamente la serata arriva al rientro dagli spogliatoi: si scopre che Austin Reaves è ufficialmente out per un problema al polpaccio, con Marcus Smart chiamato a prenderne il posto in quintetto. Psicologicamente è una mazzata, tecnicamente ancora di più. I Rockets fiutano il sangue: Durant e Jabari Smith Jr. aprono il terzo quarto a suon di triple e in un attimo il vantaggio vola a +17 sul 73-56. Anche quando Redick indovina due challenge consecutivi, l’inerzia non gira davvero perché Los Angeles continua a regalare possessi. Il dato chiave è impietoso: pur tirando sopra il 50% dal campo, i Lakers vengono travolti sul piano del possesso, con 12 palle perse e 11 rimbalzi offensivi concessi che si trasformano in 13 tiri in più per Houston. In una notte del genere, è una montagna impossibile da scalare.

C’è un minimo orgoglio nel tentativo di rimonta della parte finale: un piccolo parziale riporta i Lakers a -16, ma viene subito spento da un and-one di Reed Sheppard che congela l’entusiasmo del pubblico. LeBron James prova ad attaccare il ferro a ripetizione, rifiuta l’idea di alzare bandiera bianca, ma l’assenza di “stops” difensivi rende ogni sforzo sterile. Dopo una sua schiacciata, Durant risponde con la tripla glaciale e un alley-oop perfetto per Thompson che rimanda il margine oltre i 20 punti. Un ultimo 7-0 dei Lakers alimenta un barlume di speranza, subito cancellato da un contro-break identico dei Rockets chiuso dal lay-up in contropiede di Tari Eason per il 111-89. A tre minuti dalla fine Redick svuota la panchina, il tabellone si ferma sul 119-96 e resta solo la fotografia di una squadra in difficoltà e ora anche più corta, in attesa di capire quanto a lungo dovrà fare a meno di Austin Reaves. In una Western Conference spietata, il tempo per trovare risposte comincia davvero a stringere.

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