Hall of Fame, i premiati della classe 2012

Fonte: Ufficio Stampa FIP
Hall of Fame, i premiati della classe 2012

L’irresistibile duetto Peterson-Bianchini; il carisma di Gilberto Benetton; la classe di Stefano Cazzaro; le imprese sportive di Franco Bertini, Renzo Bariviera e Wanda Sandon; il carattere di Gianfranco Benvenuti.

Si è svolta ieri, ancora una volta negli studi di Sportitalia, la cerimonia di premiazione dell’Italia Basket Hall Of Fame giunta al suo settimo anno. L’evento, trasmesso in differita su Sportitalia2 alle 16.30, è stato come al solito un momento per rivivere i momenti più belli della storia della nostra pallacanestro assieme ai personaggi che l’hanno scritta. Passerella al Forum di Milano nel corso della Final Eight di Coppa Italia, poi, per tutti i premiati.

La classe 2012:
Renzo Bariviera e Franco Bertini (Categoria Atleti)
Wanda Sandon (Atlete)
Dan Peterson (Allenatori)
Stefano Cazzaro (Arbitri)
Gilberto Benetton (Una Vita per il Basket)
Gianfranco Benvenuti (Categoria alla Memoria)

Di seguito gli interventi più significativi della cerimonia, che è stata presentata dal giornalista di Sportitalia Ettore Miraglia.

Giovanni Petrucci, Presidente FIP: «Lo dico sempre, la pallacanestro è lo sport più bello del mondo e questa bella manifestazione ne è la conferma. Vedo un parterre eccellente, giocatori, allenatori, dirigenti e anche imprenditori come Gilberto Benetton che tutto il mondo ci invidia e che hanno dato tanto al basket. Sono appena arrivato alla guida della Fip, che ho trovato in salute grazie all’ottimo lavoro di Fausto Maifredi e di Dino Meneghin miei predecessori, e ho già accennato le linee del mio programma: vorrei che gli italiani giocassero di più, questa stagione sta dimostrando che i nostri giocatori possono tranquillamente stare in campo e far vincere le partite».

Riccardo Agabio, Reggente CONI: «Non nascondo un certo imbarazzo nel vedere qui Giovanni Petrucci, che da pochi giorni è diventato il vostro Presidente ma che per tanti anni è stato il presidente del Coni. Mi auguro e vi auguro che la pallacanestro torni a ottenere grandi successi come in passato, magari già a partire dai Giochi Olimpici di Rio 2016».

Alessandro Gamba, Presidente della Commissione degli Onori dell’Italia Basket Hall of Fame: «Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Dido Guerrieri e di essergli amico. Era un ottimo allenatore e una persona di un’umanità straordinaria, mi faceva impazzire perché riusciva a ricordare i dettagli di partite giocate venti anni prima e di cui io ricordavo a malapena il risultato. Un ricordo di Dido era doveroso per introdurre questa edizione della Hall of Fame. La Hall of Fame è un riconoscimento ideato negli Stati Uniti, a Springfield, e noi abbiamo pensato di importarlo in Italia perché pensiamo che per un movimento sia necessario, oltre che dovuto, ricordare giocatori, allenatori, dirigenti, arbitri e sponsor che hanno dato lustro al mondo della pallacanestro italiana».

Sandro Gamba sul premio a Franco Bertini: «C’è stato un periodo in cui tutti i giocatori migliori venivano da Pesaro: tra questi, oltre a Riminucci e Pieri, c’era anche sicuramente Franco Bertini, un playmaker che si preoccupava più di passare la palla che di fare canestro. Ha avuto una carriera brillantissima, tra Pesaro, Milano e Varese, vincendo anche i Giochi del Mediterraneo con la Nazionale».

Joseph Monahan, Vice Presidente Business Development Champion Europe,
sul premio a Franco Bertini: «La Champion è sponsor tecnico della Fip da tanti anni, provo un piacere particolare nel consegnare questo premio perché sono nato a Springfield, dove è nata la Hall of Fame statunitense, e quindi so quanto sia prestigioso ricevere questo premio».

Il ricordo di Franco Bertini su Sandro Gamba: «Ricordo quando Cesare Rubini mandò Sandro a Pesaro per fare le sabbiature e recuperare da un infortunio. Lui arrivò e dopo qualche giorno provò a giocare, facendosi nuovamente male. Non riusciva a stare lontano dal campo, non ce la faceva proprio».

Massimo Cosmelli sul premio a Gianfranco Benvenuti: «Gianfranco non ha mai allenato club di primissima fascia ma le sue squadre erano facilmente riconoscibili perché in campo portavano il suo spirito indomito da toscanaccio, da livornese doc. Ha ottenuto anche risultati importanti alla guida della Nazionale Femminile, giusto premiarlo con questo riconoscimento».

Aldo Albanesi, componente della Commissione degli Onori IBHOF, sul premio a Stefano Cazzaro: «Stefano ha interpretato e condiviso un cambio generazionale, nel mondo degli arbitri, che ci ha accompagnato alla pallacanestro moderna. Dal 1986 è stato protagonista anche in Europa e nel mondo, arbitrando Mondiali, Europei e Olimpiadi».

Stefano Cazzaro: «Tantissime gioie e qualche sacrificio, in questi 22 anni di carriera e per questo devo ringraziare mia moglie perché per diversi anni non ho potuto fare un giorno di vacanza, tra campionato e manifestazioni internazionali. Per arbitrare a questo livello occorre un allenamento costante in palestra, ricordo anche tante sessioni di allenamento condivise con Tonino Zorzi, che mi ha insegnato ad alzare la palla a due con due mani come nella NBA».

Giovanni Brambilla, Amministratore Delegato di AcomeA, sul premio a Stefano Cazzaro: «L’azienda che rappresento e che è diventata sponsor della Fip ha scelto come claim “Il rispetto delle regole”, un messaggio preciso riferito al mondo della finanza. Sono quindi onorato di premiare un arbitro così prestigioso che in tutto il mondo ha fatto rispettare le regole della pallacanestro».

Gilberto Benetton: «Sono immagini bellissime, che ho già visto, ma i brividi sono sempre gli stessi: dall’anno scorso abbiamo deciso di lasciare la pallacanestro ma non abbiamo abbandonato certo il basket. Gestiamo una Città dello Sport e curiamo le giovanili con più attenzione di quanto facessimo prima, oltre ad occuparci di altre discipline come rugby e pallavolo. Oggi curiamo di più il sociale, che poi era la motivazione di base con la quale 30 anni fa entrammo in questo mondo».

Giovanni Petrucci sul premio a Gilberto Benetton: «Rappresenta il Paese ed è un onore per me essere su questo palco insieme a lui. Ricordo che ero Segretario Generale e lui già ero famoso nel mondo: pur nella neutralità del mio ruolo, ho gioito con lui e con Giorgio Buzzavo per le tante vittorie di Treviso. Verdesport è stato un esempio di come si debba investire nello sport a livello giovanile, noi continueremo a utilizzare le loro strutture anche per alcune attività della Federazione».

Mabel Bocchi, componente della Commissione degli Onori IBHOF e già membro dal 2007, sul premio a Wanda Sandon: «Wanda ha vinto molto più di me, per esempio 3 Coppe dei Campioni in tre club diversi: è stata mia compagna al Geas e con lei ho vinto tutto e imparato tutto. Pur non essendo dotata di mezzi atletici straordinari, aveva la capacità di farsi trovare al posto giusto al momento giusto, in difesa e a rimbalzo. Sono certo che non esiste una sola persona che l’ha conosciuta che non conservi un bel ricordo di Wanda, che è stata una straordinaria giocatrice e un bellissimo personaggio da spogliatoio».

Renzo Bariviera: «Oltre a tutti i personaggi che sono stati giustamente ricordati finora vorrei citare anche Giancarlo Primo, che per me è stato come un padre, e il mio indimenticabile compagno di stanza che è qui in sala, ovvero Marino Zanatta».

Dino Meneghin sul premio a Renzo Bariviera: «Ho incontrato per la prima volta Renzo in una Finale Giovanile a Montecatini, negli anni ‘60: non eravamo ancora arrivati e già sentivamo parlare di questo Bariviera che schiacciava con grande facilità. Quell’anno vinse il premio di miglior giocatore delle Finali e portò a casa un materasso, evidentemente i tempi sono cambiati. Ho avuto la sfortuna di averlo per tanti anni come avversario e il privilegio di vincere tanto insieme a lui con la maglia della Nazionale: con un suo gancio riuscimmo a battere per la prima volta gli Stati Uniti. Era astuto, forte, completo, un’ala micidiale in tutte le zone del campo».

Davide Pozzi, Responsabile Comunicazione istituzionale Edison, sul premio a Renzo Bariviera: «L’energia che in questi anni abbiamo visto in campo, nella vittoria e nella sconfitta, ci rappresenta e anche per questo motivo abbiamo deciso di continuare il nostro percorso con la FIP».

Dan Peterson: «Amici sportivi e non sportivi, buongiorno. Ho avuto fortuna ad arrivare qui in Italia perché ho avuto a che fare con due società eccellenti come Virtus Bologna e Olimpia Milano. L’allenatore non fa nulla da solo, ha bisogno di sostegno ma anche di chi ti dà grandi bastonate. La prima partita in Italia l’ho persa contro Riccardo Sales, la seconda con Arnaldo Taurisano, la terza con Sandro Gamba. E in sala vedo allenatori come Tonino Zorzi e Valerio Bianchini che mi hanno dato altri grandi dispiaceri».

Valerio Bianchini, componente della Commissione degli Onori IBHOF, sul premio a Dan Peterson: «Con lui era un duello continuo, in campo e nelle chiacchiere: ci siamo divertiti veramente tanto. Quando Dan è piovuto in Italia, capelli lunghi e chitarra in spalla, noi coach italiani abbiamo pensato che ne avremmo fatto un solo boccone, esattamente come avevamo fatto con gli altri tecnici statunitensi che avevano attraversato l’Oceano. In realtà ci ha fatto a pezzi uno per uno, con la zona 1-3-1 e con la sua straordinaria capacità comunicativa. Siamo cresciuti con gli insegnamenti di Paratore e Taurisano, Dido Guerrieri ci ha trasportati nel basket moderno e Dan Peterson ci ha aperto al mondo con la sua abilità nel gestire i grandi campioni americani. Lui per noi è stato l’Uomo della Provvidenza».

Bruno Bogarelli, direttore di Sportitalia, sul premio a Dan Peterson: «Un onore per me essere qui tra Valerio Bianchini e Dan Peterson, che ho conosciuto da giornalista e poi introdotto come commentatore televisivo al primo anno di NBA trasmessa in Italia».

A margine della cerimonia è stato consegnato un premio speciale anche all’arbitro internazionale Fabio Facchini, ritiratosi quest’anno dall’attività: «Ho detto basta dopo 702 partite arbitrate. Provo tantissima nostalgia del campo ma c’è un inizio e una fine per tutto. Ora spero di poter trasferire alle nuove generazioni il patrimonio di esperienze, belle e brutte, messe insieme in tanti anni: dentro di me c’è ancora tutto, timeout, proteste, canestri, falli tecnici…».

La chiusura è stata di Dan Peterson, visibilmente commosso al termine della cerimonia: «Chiudo io parlandovi con il linguaggio Cherokee: “Signore e Signori, in questo momento il mio cuore è bello. Grazie. Spero che il grande Spirito, sopra, sia sempre insieme a voi».

Le nomination per il 2013:
Categoria Atleti: Carlo Caglieris, Enrico Gilardi, Fabrizio Della Fiori, Renato Villalta.
Categoria Atlete: Catarina Pollini, Silvia Todeschini, Bianca Rossi, Giuseppina Tufano.
Categoria Allenatori: Valerio Bianchini, Ezio Cardaioli, Alberto Bucci, Antonio “Tonino” Costanzo.

Ogni appassionato potrà esprimere la propria preferenza solamente attraverso il sito www.fip.it entro il 30 settembre 2013.