Andrea Bargnani: «NBA Europe? L'importante è non cannibalizzare i campionati nazionali»
Intervistato da Giovanni Teppa su "Tuttosport", Andrea Bargnani, LBA Executive Advisor, ha trattato di varie argomenti tra cui il suo ruolo in LBA, gli obiettivi futuri della Lega e la Frecciarossa Final Eight 2026 confermata a Torino.
Di seguito l'intervista integrale:
Andrea Bargnani, perché ha accettato questa nuova sfida che la vede protagonista in un ruolo così strategico per LBA? "Conosco Maurizio Gherardini sin da quando ero ragazzo. Fu lui a portarmi a Treviso, da dove prese il via la mia carriera professionistica. Con lui, poi ho condiviso gli anni a Toronto. Ci siamo sentiti spesso in tutti questi anni, normale per chi ha grande stima reciproca. Quando mi ha proposto questo incarico non ho indugiato. Lo ricoprirò portando in dote la mia esperienza di imprenditore e nel contempo di ex giocatore. E, perché no, di appassionato".
Quali obiettivi vi siete dati e come lavorerete per raggiugerli?
"Lo scopo ovviamente è far crescere LBA e il movimento. C'è bisogno di rendere più accattivante il nostro prodotto, senza però scimmiottare altri. Per raggiugere gli obiettivi c'è bisogno di lavorare tutti insieme. Occorre che ci si muova nella stessa direzione, con mentalità costruttiva e condivisa. Bisogna partire dal presupposto che si è avversari quando si è in campo. Quando invece si è lontani dal parquet bisogna essere uniti, mettere in comune le idee e perseguirle. Per il bene del movimento, che alla fine genera crescita per tutti gli attori protagonisti".
Per LBA e per le altre leghe nazionali lo sbarco di NBA in Europa sarà un valore aggiunto?
"So ancora poco del progetto per esprimere un'opinione approfondita. Il prodotto NBA sappiamo tutti bene che funziona in modo eccellente, e che potrebbe ottenere gli stessi risultati in Europa. Se, come si prospetta, sarà composta da sedici società con continuo vaso comunicante con le Leghe nazionali sarà una figata. L'importante è non cannibalizzare i campionati nazionali, ma credo che da questo punto di vista insieme a Fiba faranno molta attenzione a preservare il nostro modo di vivere le competizioni. Abbiamo moltissimi tifosi, che sono valore aggiunto rispetto al basket nordamericano. Una risorsa che credo a Nba non sia sfuggita".
Il NIL, cioè la possibilità che gli atleti ricevano dal college compensi indiretti, sta modificando anche le scelte dei talenti italiani. Cosa ne pensa?
"Io non ho fatto il college, ma i miei compagni in Nba mi hanno sempre detto che è stata l'esperienza più bella della loro vita. Dunque, andarci è una scelta condivisibile. I ragazzi lì crescono molto dal punto di vista cestistico, ma non solo. Il punto però è che non depauperi i nostri movimenti e soprattutto che si trovino delle tutele da parte delle istituzioni sportive nazionali e internazionali per le società che non hanno più dei ritorni o che magari li avranno ma a lungo termine".
La Frecciarossa Final Eight di Coppa Italia e Torino, un connubio perfetto?
"A Torino è stato fatto un grandissimo lavoro. Ecco cosa vuol dire lavorare in sintonia, collaborando senza egoismi. La Final Eight è diventato un evento dal valore assoluto che genera profitti importanti e che fa sviluppare il movimento. Torino ha fattori importanti dalla sua: infrastrutture e istituzioni che hanno compreso per primi quanto sia importante organizzare grandi eventi. Altri si stanno muovendo su questo filone, certamente Torino ha un grande appeal grazie alla sua esperienza".
Per chiudere, "Mago", ci dica la verità… le manca il basket giocato?
"Quello degli allenamenti quotidiani per niente! Ma come credo sia per tutti gli ex, l'atmosfera della partita... quella sì, manca. E sarà per sempre".