Deaflympics: sfuma la medaglia di bronzo, la Nazionale di basket sorde cede all'Ucraina
Finire le Deaflympics nelle prime quattro del mondo è un dato di fatto, peccato che una debba tornare a casa senza medaglia e stavolta è toccato all’Italia (57-70 il finale). Che aveva impattato bene la sfida contro l’Ucraina campione d’Europa in carica: piazzato di Cascio, arresto e tiro di Strazzari, assist di Sorrentino per il suo capitano. Ma l’ala azzurra commette poi precocemente il suo secondo fallo e lascia spazio a Viana, che non demerita. L’Ucraina però è ispirata al tiro e soprattutto il play sorprende le azzurre con le sue iniziative offensive, firmando il primo sorpasso (8-11). In quel frangente la difesa non regge l’urto (12-20 al 9’), ma ancora Cascio ricuce prima del riposo. Sautariello apre il 2° periodo con una rubata e s’invola in contropiede, poi mette una tripla e sembra liberarsi delle catene avversarie (19-24), ma l’Ucraina non batte ciglio e ogni volta riparte con più energia, facendo valere la sua stazza sia nei contatti in difesa che in attacco, dove arriva troppo facilmente ad appoggiare la palla al vetro. Prima dell’intervallo Spirito trova un gioco da tre punti prezioso che, anche mentalmente, riapre il match.
E la ripresa comincia nello stesso modo, con Lorenza che spinge e trova di forza il -7 (30-37), quindi le ucraine commettono infrazione di 24’’. Sembra il preludio di una bella rimonta, invece no, arriva di nuovo un break a loro favore che spegne gli entusiasmi (30-46) e l’Italia precipita a -19. Un po’ d’orgoglio, con Viana rocciosa in difesa, serve per tenere vive ancora le speranze all’ultimo riposo, al quale l’Italia si accomoda sul -15. Ci sono ancora 10’ per crederci, ma ogni volta che le azzurre si riavvicinano (47-59 al 34’) con un altro piazzato di Simona Cascio che non vuole arrendersi, l’Ucraina trova l’ennesimo siluro dall’arco che respinge l’assalto; Sautariello risponde pan per focaccia (50-62 al 36’), ma l’Ucraina dispone di troppe mani calde dai 6.75 per riuscire a neutralizzarle tutte. Ma è soprattutto il 58% contro il 38% nel tiro ravvicinato a fare la differenza, nonostante le 27 palle perse dall’Ucraina, molte delle quali forzate dalla difesa azzurra. L’ultimo sussulto è la bomba di Strazzari per un nuovo -12 (53-65) ma non c’è più tempo per provare a rimediare e il bronzo finisce al collo dell’Ucraina. Brucia, questo sì, ma c’è anche la consapevolezza che questo gruppo ha tutto per costruire il suo riscatto in vista della prossima manifestazione.