Quella giocata "smart" che toglie spettacolo ai finali delle partite va bandita?

Quella giocata "smart" che toglie spettacolo ai finali delle partite va bandita?
© foto di nba.com

Il gioco contemporaneo della pallacanestro, in tutto il mondo ormai, prevede un uso massiccio del tiro da tre punti e oggi quasi tutti i ragazzi crescono allenandosi su questo fondamentale. Si basa su una grande previsione di successo: in questa stagione, la media della NBA su un tiro da 3 punti è del 36%. In teoria, ciò significa che una squadra ha il 36% di possibilità di riuscire a pareggiare quando è sotto di tre nei secondi finali di una partita (questo senza tenere conto dei rimbalzi offensivi). Molto più facile e molte più probabilità di farcela rispetto a una difesa avversaria che ti mandi deliberatamente in lunetta, dove sei costretto a segnare il primo libero e sbagliare deliberatamente il secondo, con la speranza di prendere il rimbalzo d'attacco e avere il tempo per tentare un nuovo tiro. I Thunder hanno appreso la lezione e sono state tra le prime franchigie a studiarci sistematicamente una scelta tattica, e l'hanno fatta vedere anche ieri sera nel finale a Minneapolis due volte.

A 9" dalla sirena sul 123-125 Shai Gilgeous-Alexander è andato in lunetta, segnando il primo libero, sbagliando il secondo. A Reid è stato impedito di poter giocare per tentare una tripla, mandandolo con ancora 7" ai tiri liberi appena ricevuta palla su una rimessa in attacco dopo timeout. Sul 125-126 fallo immediato di Alexander-Walker, e SGA torna nell'area di Wolves. 2/2, ricostituita la dote di +3. Con 4" liberi per Edwards, che Caruso ha mandato in lunetta senza nemmeno fargli passare la metà campo. Il playmaker di Minnesota mette dentro il primo, sbaglia deliberatamente il secondo per un rimbalzo d'attacco che non arriva. E' più o meno quello che succede in tanti finali di partita punto a punto in Europa, ma c'è una tendenza negli USA che vorrebbe punire questo atteggiamento conservativo delle difese. Una buona idea di modifica alle regole sull'argomento è arrivata dall'analista NBA Nate Duncan. Si tratta di sanzionare con tre tiri liberi ogni fallo che avviene fuori dalla linea dei tre secondi con il cronometro spento. Questo toglierebbe ogni vantaggio alle difese di fare fallo e restituirebbe all'esito delle gare un finale un poco più incerto, perché basato sulla capacità del giocatore con la palla di fare centro.