A1 e A2 Femminile Techfind: i campionati che verranno...

(di EDUARDO LUBRANO). Chi dice che i campionati dispari non sono belli ha certamente delle ragioni. Ed a noi di Pianeta Basket certamente non piacciono però... Esistono momenti, situazioni, fatti che costringono chi organizza i campionati a non poter fare diversamente. Il caso della serie A1 e A2 Techfind della prossima stagione è uno di questi momenti. In cui deve prevalere la ragion di Stato ed il buon senso. La A1 per esempio.
Con il riposizionamento di Faenza in A2 sarà come lo scorso anno, ad 11 - bruttissimo - quando la Oxygen Roma evaporò come le bollicine. E sempre lo scorso anno ci fu il riposizionamento di Ragusa in A2. Ecco il nodo della questione: tanto Ragusa quanto Faenza hanno chiesto loro di giocare la A2, nessuno lo ha imposto. Ed allora il buon senso e la ragion di stato: meglio "costringere" una società che evidentemente sa di non avere le risorse per la serie maggiore, a farla a tutti i costi?
Magari col rischio che ad un certo punto della stagione la stessa società si fermi per inadempienze varie o la Com. Tec. la blocchi per ragioni diverse? Gli stessi che ora storcono il naso sarebbero in prima fila nel protestare ed accusare chi di dovere di non aver fatto "le umane e divine cose" - come faceva dire al suo commissario Montalbano, Andrea Camilleri - per impedire lo scandalo di un campionato monco.
La A2 idem. Diverse società non hanno avuto la possibilità di impegnarsi per la nuova stagione. E quindi saranno in 26 a giocare, 13 per girone. Con la Sicilia che avrà due squadre, il Lazio che torna ad avere una rappresentante, Milano che ne aggiunge una come la Sardegna.
Un ulteriore elemento di riflessione. Non è piacevole quando una squadra rinuncia, quale che sia il campionato. Ma d'altra parte il movimento sa - lo ha detto chiaramente il presidente della LBF Massimo Protani in questa pagina - che l' obiettivo è quello di arrivare tra due anni ad una serie A1 a 12 squadre e la A2 a 16 con un girone unico.
Le obiezioni a questa riforma sono note. La più importante è che così molte realtà non potranno partecipare ai campionati perché i criteri di iscrizione saranno più severi. Oppure che le giocatrici più forti andranno solo nelle squadre più forti. E che tutto costerà di più.
Esperienze simili hanno già dimostrato che questi argomenti non sono così validi e che anzi la distribuzione delle forze, necessaria, non può che far bene al movimento. Rugby maschile e pallavolo in questo senso, insegnano parecchio. E bisognerebbe sempre adattare a sé stessi le cose buone che fanno altri. Adattare non copiare pedissequamente.
Secondo noi ben vengano questi nuovi criteri: non è più accettabile che ogni tanto ci siano squadre che mollano perché gli stipendi non arrivano perché il budget si esaurisce presto o perché, è la giustificazione più frequente, uno sponsor smette di affiancare questa o quella società. Quello che sarà decisivo è che alle nuove regole di iscrizione non ci siano deroghe o eccezioni strane. I campionati debbono ripartire, tra due anni con basi solide e trasparenza. E forse tra qualche tempo tutti ne avranno benefici. Ed il movimento potrebbe crescere.
Naturalmente servono sforzi ed idee diverse della LBF e della FIP sulla questione reclutamento, parametri, tasse gara, arbitri e spese varie. Altrimenti è inutile. Ma anche in questo senso pare che qualcosa si muova. Per esempio l’impegno della FIP alla premialita di un milione di euro a stagione per il settore femminile a partire dal 2026/27 per tre anni.
Insomma fiducia ed impegno massimo da parte di tutte, ripetiamo tutte, le componenti del settore, partendo dal bronzo della Nazionale Senior: un potenziale patrimonio che non dovrà ESSERE SPRECATO.
(EDUARDO LUBRANO).