Gandini o Gheradini? in LBA la partita è solo politica? Verso quale futuro andiamo?

09.06.2025 15:35 di  Umberto De Santis   vedi letture
Gandini o Gheradini? in LBA la partita è solo politica? Verso quale futuro andiamo?
© foto di SAVINO PAOLELLA

Dopo 14 anni alla Benetton Treviso, Maurizio Gherardini lasciò l'Italia e la Legabasket per tuffarsi nell'avventura oltreoceano con Toronto tra il 2006 e il 2014, e poi tornare in Europa al Fenerbahçe dove pochi giorni fa ha alzato anche la seconda EuroLeague vinta dal club di Istanbul. La pallacanestro italiana, subito dopo la sua partenza, andò incontro a cambiamenti notevoli. Dapprima i sette anni di dominio assoluto della Montepaschi Siena, certificati da record che nemmeno le revoche di titoli per ragioni extrasportive possono cancellare mentre i vari Benetton, Sabatini, Seragnoli abbandonavano il campo. E' seguito poi un interregno in cui si sono infilati l'Olimpia di Proli, la Dinamo Sassari di Sardara, la Reyer di Brugnaro e De Raffaele. Il rientro di Messina e l'arrivo di Zanetti alla Virtus Bologna invece hanno caratterizzato gli ultimi cinque anni. Il mondo della pallacanestro italiana nel frattempo, ha continuato la sua involuzione vedendo crescere in audience e praticanti diverse altre discipline sportive, dalla pallavolo al padel che con molto appeal si sono presi praticanti e spazi televisivi, per tacere dell'onnivoro bulimico calcio che più soldi ha a disposizione più ne pretende. FIBA, NBA ed EuroLeague hanno cominciato ad occupare date sul calendario a più non posso andando a comprimere gli spazi per i campionati nazionali. Curiosamente o meno, l'azione ha pagato dividendi clamorosi per FIBA e NBA, mentre l'EuroLeague e, nel nostro caso, Legabasket arrancano inseguendo diritti televisivi insoddisfacenti nonostante il crescente livello di qualità dell'offerta. Certo, nazioni come la Germania e la Francia sono in crescita, la Spagna di Jorge Garbajosa è divenuta il campionato numero uno in Europa, tanto che il presidente della FEB è passato a dirigere FIBA Europe forte di scelte e di comportamenti esattamente opposti a quelli di un Petrucci in Italia, uno che ha affermato di non essere responsabile dei successi o insuccessi di LBA ma che non perde occasione per dimostrare che in ogni caso comanda lui.

Alcuni anni fa i presidenti della serie A di pallacanestro hanno scelto di mettere alla loro testa un manager che di basket sapeva poco, e certo non aveva un vissuto che lo avrebbe potuto condizionare nei rapporti con club e istituzioni. Umberto Gandini si è mosso con buona discrezione, senza alzare troppo la voce (non sembra cosa che faccia parte del suo stile), rimanendo costantemente fuori dalle misere beghe di paese che un movimento piccolo ma professionistico come il nostro sa produrre in quantità industriali. Dal suo arrivo ad oggi soltanto un ingrato potrebbe dire che le cose non sono migliorate (e senza citare le due annate sconvolte dal Covid, un problema supplementare non prevedibile), mentre è vero che i ricavi non raggiungono ancora livelli soddisfacenti e che la morsa della Federazione sulla Lega non è arretrata nemmeno di un millimetro. In vista del rinnovo della carica di presidente LBA è partito un assalto alla diligenza dove, si pensa e spesso non si scrive, sono questi i due argomenti per pensare a un cambiamento. Giustamente, Legabasket è una associazione privata e non è tenuta nemmeno a divulgare un ordine del giorno delle sue Assemblee. Ma avendo a che fare con un pubblico non di pochi azionisti ma di qualche milione di appassionati Legabasket è in qualche modo cosa pubblica. Se si candida Gherardini senza presentare un programma serio e convincente a sostituire Gandini, il pensiero si rivolge alla solita congiura di palazzo per sistemare un amico che per vari motivi, età, acciacchi, chi più ne ha più ne metta, cerca un posto di lavoro più vicino a casa, pur essendo abbastanza alieno alle cose di casa nostra. Di più, ci viene un sospetto. Questa candidatura - che l'interessato non ha confermato, si badi bene - arriva guarda caso nel momento in cui EuroLeague decide di allargare il numero delle squadre iscritte e contemporaneamente di aumentare il numero delle partite della stagione regolare, altro che division e conference. Altro che salvaguardia della salute dei giocatori e dell'importanza dei campionati nazionali. Si dice che Ettore Messina sia stato in prima fila per l'espansione (come ci piacciono i termini NBA!) e che lo stesso Messina sia l'ispiratore tramite Picchi dell'arrivo di Gherardini. Sotto sotto, l'idea inconfessabile potrebbe essere di spingere verso una LBA a 14 squadre. Argomentazioni: sostenibilità, mancanza di ricavi, usura dei giocatori. Col patriarca che a Roma vede ogni giorno ridursi il suo orticello. Diteci che ci stiamo sbagliando. 
P.S. E perché, naturalmente.