Competenza, dedizione, integrità morale: cosa serve per essere in Gamba?

(di FRANCESCO RIVANO). Quando si decide di voler scrivere e di voler raccontare la storia e le gesta di una leggenda si deve prestare parecchia attenzione. È come se ci si avventurasse in una passeggiata su di un filo sottile, fragile e non troppo teso sotto il quale c’è il baratro della banalità. Eh sì, perché delle leggende si è detto tutto, sono stati scritti libri, sono stati girati film e documentari, insomma, tutto è già a portata di tutti, ma non per questo non ci si può provare. Certo ci vuole parecchia attenzione e soprattutto bisogna essere in gamba nel capire cosa ancora può suscitare interesse senza essere ripetitivi. Ecco, essere in gamba; ma cosa significa essere in gamba? Perché si usa questa espressione per definire una persona capace, sveglia? Sembra che tutto derivi da un concetto piuttosto semplice: se sei in grado di stare “sulle tue gambe” allora significa che sei forte e che sei in grado di affrontare le difficoltà. Quindi essere in gamba è sinonimo di essere abile e capace di affrontare ogni situazione e la vita in generale. E il protagonista di questo articolo in gamba lo è per davvero sia nel nome che nei fatti.
Destino: o chiamatela fortuna o ancora chiamatelo caso ma se non fosse intervenuto il destino forse oggi si parlerebbe di Sandro Gamba in pagine che si occupano di altri sport e non di pallacanestro. Sandro è nato a Milano nel 1932, ha poco più di dodici anni quando uno degli spettacoli più atroci del XX secolo, la seconda guerra mondiale, volge finalmente al termine. Ma il fatto che la fine della guerra sia vicina non significa che sia finita per davvero. Sandro e i suoi amici stanno giocando a pallone quando si ritrovano nel bel mezzo di uno scontro tra partigiani e fascisti. La raffica di proiettili investe i ragazzi e a farne le spese è proprio la mano di Sandro. “Amputiamo” dicono i medici, ma il padre vuole aspettare, gli si strazia al cuore a pensare al figlio senza una mano e quindi arriva l’illuminazione. Alcuni militari americani che hanno assistito alla scena dicono che potrebbe essere utile maneggiare una palla da basket per fargli riprendere la funzionalità della mano; i primi palleggi sono dolorosi ma dà li in poi la palla da basket sarà la compagna per la vita. Prima di diventare il mito che è stato con la palla a spicchi in mano Sandro ha girato in lungo e in largo la zona di Milano con una 600 blu fornita dall’azienda con l’obiettivo di vendere carne in scatola alle drogherie, salumerie e macellerie del capoluogo lombardo, ma il destino aveva in serbo per lui l’immortalità sportiva e proprio a Milano è nata la sua leggenda.
Competenza: che Sandro fosse una mente forgiata per il basket lo si capisce già agli albori della sua carriera. Allievi, Juniores e la chiamata di Cesare Rubini in prima squadra con l’Olimpia. Ecco, ci sarebbe da soffermarsi suLl’influenza di Rubini. Rubini è stato un mito della pallanuoto italiana. Sei volte campione d’Italia, un oro olimpico a Londra nel ’48, un oro Europeo a Montecarlo nel ’47 e un palmares che meriterebbe un articolo intero. E il basket? Rubini non era forte nel basket quanto nella pallanuoto, ma anche lì non si è fatto mancare le vittorie sia da giocatore che da allenatore. Il più grande pregio di Rubini da allenatore di basket non è stato di certo quello di insegnare basket, ma quello di insegnare a Sandro e a tutti i suoi giocatori come stare all’interno di un campo da Basket. Ha riconosciuto in Sandro una mente superiore tanto da permettersi di lasciargli le redini della squadra quando lo stesso Sandro era ancora giocatore per poi andare a sedersi in panchina a dirigere il traffico nei suoi abiti griffati e la sua eleganza raffinata. La competenza riconosciutagli da Rubini è valsa a Sandro una maturità nella gestione dei gruppi che è tornata utile nel prosieguo della carriera sviluppatasi prima da assistente dello stesso Rubini per poi sfociare in una carriera memorabile da capo allenatore.
Dedizione: una delle caratteristiche principali della carriera di Sandro Gamba, un pregio unico che lo ha portato a raggiungere risultati importanti. Tanto duro nel momento del lavoro quanto amichevole nei rapporti al di fuori del campo. Ha sempre preferito farsi odiare sul campo piuttosto di non perder nemmeno un minuto di lavoro per poi recuperare in rapporti umani una volta conclusi gli allenamenti. Rompiballe, ossessivo, maniacale, sergente di ferro sul parquet; amichevole, disponibile, confidente al di fuori. Sandro ha sempre puntato sulla dedizione al lavoro e l’ha sempre pretesa dai suoi sottoposti. Potevi essere anche un giocatore da NBA dalla punta dei piedi fino al collo, ma se dal collo in su non eri un professionista integerrimo con Sandro non avresti mai giocato. E ci sono giocatori talentuosi che possono testimoniare quanto sia veritiera questa affermazione. È il lavoro che paga e la carriera di Sandro ne è la dimostrazione. Non ha mai lasciato nulla al caso, ha assorbito dai suoi maestri come fosse una spugna e migliorato ogni concetto; ha investito il suo tempo per ampliare la sua visione confrontandosi con i migliori, viaggiando spesso in quegli Stati Uniti fonte di ispirazione e pozzo di informazioni da cui attingere per cercare di stare sempre al passo con i migliori.
Integrità morale: forse il pregio più riconoscibile della persona Sandro Gamba. Schietto, sincero, ben disposto a discutere con chiunque. Un integrità morale ben riconoscibile nei fatti e nelle parole. Non chiacchiere vane, ma sempre parole di peso; mai discorsi banali, ma sempre discussioni costruttive. E non lo dico io che non ho avuto il pregio di conoscerlo, ma lo ha sempre affermato chiunque, allenatori, compagni di squadra, giocatori che ha allenato, giornalisti. Non passi indenne da Milano a Varese guadagnandoti il rispetto di entrambe le tifoserie se non sei un uomo degno di rispetto. E lui lo ha fatto. Tutto per il suo gruppo, tutto per la sua gente, tutto per la sua squadra, sempre rispettando i ruoli e assumendosi le responsabilità di ogni gesto, di ogni parola, di ogni decisione. La rissa di Nantes da allenatore della Nazionale nella quale ha inseguito Kicanovic reo di aver colpito Villalta, dimostra quanto fosse disposto a tutto pur di difendere uno dei suoi, anche a rischio di affrontare Goran Grbovic con un paio di forbici in mano. Tutto si dica di Sandro ma mai che abbia tentennato davanti a un affronto della sua integrità e quella del suo gruppo.
Vittoria: è solo l’ultima delle parole chiave legate al nostro personaggio nonostante sia una parola che lo ha accompagnato per tutta la carriera. Mi sarebbe bastato elencare sotto il titolo di questo articolo il palmares di Sandro Gamba per dimostrare quanto bene abbia fatto al basket italiano, ma volutamente ho lasciato per ultimo l’aspetto prettamente sportivo per mettere in evidenza come i risultati sono il frutto delle virtù e delle doti di uno sportivo. Non c’è risultato senza il sorriso amico del destino, non c’è risultato senza competenza, non c’è risultato senza dedizione al lavoro e non c’è risultato senza integrità morale. Insomma la carriera e i successi di Sandro Gamba sono frutto della persona che è diventata dopo quell’incidente alla mano a soli dodici anni. E sapete cosa vi dico? I risultati non ve li elenco neppure, intanto li troverete ovunque, perché l’obiettivo di questo articolo era quello di dimostrare una volta di più quanto sia stato, ed è ancora, in gamba Sandro Gamba.
----- Francesco Rivano nasce nel 1980 nel profondo Sud Sardegna e cresce a Carloforte, unico centro abitato dell'Isola di San Pietro. Laureato in Economia e Commercio presso l'Università degli Studi di Cagliari, fa ritorno nell'amata isola dove vive, lavora e coltiva la grande passione per la scrittura. Circondato dal mare e affascinato dallo sport è stato travolto improvvisamente dall'amore per il basket. Ha collaborato come redattore con alcune riviste on line che si occupano principalmente di basket NBA, esperienza che lo ha portato a maturare le competenze per redigere e pubblicare la sua prima opera: "Ricordi al canestro" legato alla storia del Basket. E da pochi mesi ha pubblicato la sua seconda, dal titolo "La via di fuga" Link per l'acquisto del libro.