LBA - Giampaolo Ricci: "Matematica e basket come Yin e Yang"

Fonte: via legabasket.it
LBA - Giampaolo Ricci: "Matematica e basket come Yin e Yang"

Giampaolo Ricci, atteso dalla super sfida di Eurolega contro il Barcellona, ha rilasciato un’intervista molto particolare sul magazine culturale “Prisma”, raccontando la convivenza del suo lavoro con gli studi di matematica e partendo proprio dal motivo per cui ha intrapreso questo percorso universitario: “In molti se lo chiedono e in realtà me lo sono chiesto anch'io dopo qualche anno. In verità, la matematica mi è sempre piaciuta e mi è sempre risultata facile. Non ero un grande studente alle scuole medie e alle superiori, ma avevo il pregio di essere molto attento e partecipe in classe. Questo mi ha permesso di essere promosso con 100 e lode ed è stata una grande soddisfazione. Quando mi iscritto all'università non avevo ben chiaro cosa fare, pensavo anche a ingegneria o facoltà simili. Quello che volevo era giocare a basket anche se studiare era per me sempre fondamentale. Del resto, così mi avevano insegnato i miei genitori. A 19 anni non sapevo che il basket sarebbe diventata la mia vita anche lavorativa e così scelsi matematica perché mi piaceva e soprattutto perché mi permetteva di non andare a lezione non avendo l'obbligo di frequenza. Ci ho provato e adesso eccomi qui. Pensavo fosse più facile e i primi tempi tra allenamenti e comprensione della materia ho faticato un po'. Adesso però ci sono quasi, mi manca un solo esame per laurearmi e posso dire di avercela fatta”.

L’azzurro conferma poi la presenza di un legame profondo tra matematica e pallacanestro: “È vero che esistono molte affinità perché ci sono schemi, triangoli, angoli d’attacco, semicerchi, c’è la parabola quando sei stanco e divi tirare più alto per fare canestro. C’è della matematica anche nel tiro e potremmo continuare con tanti altri esempi. Questo è tutto vero ma poi, alla fine, il basket è qualcosa di super emotivo. Il tiro libero perfetto hanno provato a studiarlo applicando matematica e fisica ma poi quando sei sotto al canestro è tutta una questione di emozioni, talento e coraggio. La parte emotiva resta la parte che più amo del basket. Come ho sempre detto anche alle persone che mi sono più vicine, la matematica e il basket sono il mio Yin e il mio Yang. La matematica è più razionale e mi dà stabilità, ma poi quello che mi spinge ad andare in palestra sono le emozioni, è quando fai canestro contro ogni legge della fisica e della scienza e il palazzetto esplode. Devo dire che questa combinazione mi rende vivo e mi dà equilibrio”.

Infine, Ricci tiene aperta la porta alla matematica al termine della carriera da giocatore: “Spero vivamente di poter trovare un posto al di fuori del basket. Vorrei dedicare alla mia vita e alla matematica quel tempo che a loro non ho riservato in questi anni. Magari trovare un lavoro in qualche azienda e applicare un teorema matematico che ho studiato. Sono ancora relativamente giovane e non ci sto pensando, ma di sicuro mi vedo lontano dalla palla a spicchi”.