Le bugie (elettorali) del Consiglio Direttivo LBF durano lo spazio di un mattino
Non c'è niente di più brutto, specialmente nello sport che esiste per insegnare ai giovani lealtà, desiderio della competizione, onestà e verità, delle lodi del servo sciocco verso il padrone. Ma se Truffaldino, nella Commedia di Goldoni, riesce a tirar fuori un po' di furbizia e di capacità di evitare di cadere nel grottesco e nel ridicolo, al Consiglio Direttivo della Lega Basket Femminile questo non è riuscito proprio, anzi nel giro di un giorno nel grottesco e nel ridicolo c'è caduto due volte.
Non era sfuggita a nessuno la sbrodolata elettorale verso il presidente Petrucci (a gentile richiesta?) di qualche giorno fa (link) dove ci si autoincensava di "un importante processo di crescita e visibilità, con un lavoro costante da parte di tutte le componenti e una progettualità frutto della preziosa collaborazione tra LBF e FIP". Quando invece i numeri delle tesserate messi a confronto con quelli della pallavolo femminile sono impietosi...
Lo stesso giorno, 19 giugno, le conclamate "grande armonia e passione del movimento" vengono prese a schiaffi dalla autoretrocessione della Passalacqua Eirene Ragusa in A2 femminile. Il giorno seguente, 20 giugno, il pugno arriva dritto allo stomaco: Luca Baraldi annuncia il ritiro della Virtus Bologna, ovvero della società che presenta lo sponsor più ricco di tutta la serie A1 femminile.
Quanti dei nostri lettori conoscono il bilancio di LBF? Una roba patetica. Nel consuntivo al 30 giugno 2023 ci sarebbero 150.000,00 euro da ricavi commerciali (sponsor, tutti già impegnati anche con i club), 0,00 euro ricavi diritti televisivi, e la voce più consistente sarebbero le quote associative di A1 e A2 che ammontano a 309.000,00 euro, visto che la FIP offrirebbe un contributo di "ben" 150.000,00 euro. La famosa "casalinga di Voghera" non saprebbe fare peggio. Dimissioni dei responsabili di questo fallimento totale neanche a parlarne.
Il Consiglio Direttivo è groggy (un termine pugilistico che ben esprime il concetto). E la disperazione porta a a tirare cazzotti nel vuoto, per esemplificare il comunicato dell'Assemblea del 24 giugno in cui si paventa l'azione legale contro la Virtus, idea talmente ridicola che Baraldi non ha nemmeno risposto alla provocazione. Al confronto LBA avrebbe dovuto mandare l'ufficiale giudiziario a casa Toti, che ritirò la sua Virtus a campionato iniziato?
Se c'è un problema di manico nella FIP lo si vedrà a dicembre con l'elezione del presidente per il prossimo quadriennio. Ma prima ci sono da eleggere tanti presidenti, a cominciare da quello di LBF. Se davvero l'Assemblea delle società farà altre riunioni, in presenza o da remoto, che si abbia il coraggio di ricominciare con un rinnovamento reale preceduto da una autocritica fortissima. Sbagliare la scelta a questo punto aggraverebbe forse senza via d'uscita le condizioni del malato. E la pallacanestro femminile italiana malata lo è da un pezzo, almeno dal 2016.