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- Edo Casalone: "Sardara è il genio e su Pozzecco..."

03.05.2021 12:33 di Emiliano Latino   vedi letture
Fonte: Passionegialloblu
Edoardo Casalone
Edoardo Casalone

Siamo giunti al 3° episodio del contest denominato PG TALK ideato e creato da Passionegialloblu, una delle pagine Instagram più seguite dai tifosi della Reale Mutua Torino, che darà voce ai principali protagonisti del panorama cestistico italiano e, le cui storie, spesso si intrecciano con la Torino baskettara.

Abbiamo il piacere di pubblicare l'intervista di Edoardo Casalone, assistente di coach Pozzecco in quel di Sassari,  classe 1989, nato a Valenza, ma cresciuto a Casale Monferrato. Ha nel curriculum quattro stagioni in Legadue a Tortona, come assistente prima di coach Demis Cavina (oggi a Torino) e poi di Lorenzo Pansa, con cui ha vinto la Coppa Italia. Ha fatto parte dello staff agli ordini di coach Capobianco in occasione del raduno della Nazionale Under18 a Cisternino.

Rompiamo subito il ghiaccio: ci racconti il suo rapporto con coach Pozzecco e qualche aneddoto curioso che vi riguarda.

“Raccontare di Gianmarco è molto semplice, ma molto complesso al tempo stesso: vive per la pallacanestro h.24, ha questa grande passione per lo sport in generale e nutre questo grandissimo sentimento, quasi paterno, nei confronti dei propri giocatori, dello staff e di tutti i membri della società. Il suo punto di forza è quello di mettere al primo posto i rapporti umani ed è un suo grandissimo pregio che lo differenzia dagli altri. Abbiamo un rapporto speciale: l’ho conosciuto qui a Sassari, oltre ad essere un allenatore eccezionale, che in questi 3 anni ha ottenuto grandissimi risultati, è una persona che mi ha trasmesso tanti valori, facendomi sentire parte integrante di una grande famiglia…ecco il vero privilegio.Beh di aneddoti potrei raccontarvene a bizzeffe, ma rimane sempre forte la sua passione per la PlayStation, che lo porta ad organizzare continuamente tornei con tutti noi, squadra compresa, perdendo spesso e volentieri (ride)…”

Il suo giudizio sulla stagione di Sassari

“Stiamo disputando una grandissima stagione, abbiamo conquistato la griglia play-off con sei giornate d’anticipo…un grande risultato. Sicuramente è stato un anno molto complesso per tutte le squadre professionistiche perché, siamo partiti senza avere l’apporto dei tifosi a livello emozionale, ma anche a livello economico per i mancati introiti. Il fatto di non sapere se quanto e come i tifosi sarebbero potuti tornare al palazzetto, è un qualcosa che ha condizionato il mercato estivo e non solo. E’ stato il campionato più competitivo degli ultimi anni ed è un peccato che si sia giocato a porte chiuse, anche se non si poteva fare altrimenti, per via di tutte le cose che tutti sanno, legati alla pandemia- Il livello del basket italiano si è alzato esponenzialmente e lo dimostra il fatto che, nel campionato di Serie A, ci siano giocatori di primissimo livello come Rodriguez, Hines, Datome, Teodosic, Belinelli e allenatori di livello assoluto, quali il Poz stesso e coach Messina, che stanno ridisegnando la storia della pallacanestro italiana ed europea”.

Il Presidente Sardara è…?

“E’ il presidente delle idee geniali: è riuscito a costruire il “sistema Sassari” che ha portato grandi risultati non solo in termini di risultati sportivi. Lui vive di sport, cerca sempre di essere presente alle partite a dimostrazione della sua vicinanza e la sua presenza. Tutto questo rientra nel capitolo della famiglia Dinamo; quello che si vive qui a Sassari funziona perché ci sono delle persone che vogliono far vivere lo sport in una determinata maniera, non solo legata al risultato sportivo, ma anche a valori e principi sani- Questo fa parte della formula vincente in casa Sassari, perché fa rendere di più i nostri giocatori e tutto lo staff. Senza dimenticare che Sardara, è riuscito a portare una società di pallacanestro a un livello più alto, facendola ragionare come un'azienda e rinforzando il legame con il territorio sardo. Un’altra genialata è stata quella di portare la società “satellite” di Sassari a Cagliari, creando l’accademy, che ha permesso a tanti giovani di giocare e mettersi in mostra, per poi portarla in una città che ha sempre avuto una grandissima tradizione cestistica, Torino.

Il suo obiettivo è stato quello di ripartire dalla A2, cercando di costruire un altro progetto vincente, per riportare Torino in una serie gli compete e che merita”.

Da Sassari a Torino, dove gioca Diop, che conosce molto bene: in cosa è migliorato e su cosa deve ancora lavorare per migliorare ancora?

“Ousmane è un ragazzo strepitoso che ho avuto il piacere di conoscere ed allenare a Sassari, prima del suo trasferimento a Cagliari che ha guidato alla salvezza: a Torino è un assoluto protagonista di questa strepitosa cavalcata, che per il secondo anno di fila, vede Torino chiudere la Regular Season al primo posto di un campionato molto difficile. Lo vedo decisamente migliorato dal punto di vista della personalità, per l’impegno che mette e per la passione per la pallacanestro. Questo è stato possibile, anche grazie al lavoro strepitoso di coach Cavina e del suo staff. E’ migliorato tantissimo spalle a canestro e nel suo gioco perimetrale, che diventa fondamentale per il salto di categoria che merita. Deve migliorare nel riuscire a farsi trovare pronto nei momenti importanti, senza farsi “prendere” dalla partita, ma a questo ci penserà il tempo e l’esperienza che avrà modo di accumulare”.

Conosce e ha avuto di lavorare con Mirza Alibegovic, capitano della Reale Mutua Torino…

“Ho allenato Mirza nell’anno della vittoria in Coppa Italia di Lega Due a Tortona e risultò un innesto di altissimo livello che ci aiutò per raggiungere gli obiettivi prefissati. E’ un giocatore che, anche quest’anno, ha dimostrato di poter fare grandissime prestazioni e che si è rivelato decisivo in diverse partite, facendo centro dal perimetro, che resta una sua importante caratteristica. E’ sicuramente un giocatore importante nella crescita di Torino e per il futuro di questa squadra, perché conosce bene l’ambiente e sa cosa vuol dire giocare ad alti livelli”.

Manca solo coach Cavina…

“Demis è l’allenatore con cui ho iniziato il mio percorso a Tortona da assistente, che conosco molto bene, e che avete la fortuna di avere a Torino: è un lusso per la categoria ed è il vero condottiero di questa squadra”.