Italia - Spadafora: "Con la riforma abbatteremo le differenze tra uomini e donne"

Italia - Spadafora: "Con la riforma abbatteremo le differenze tra uomini e donne"

Osteggiata dal CONI e dai presidenti delle Federazioni, la riforma dello sport voluta dal ministro Vincenzo Spadafora e dal governo Conte (ma non probabilmente tutto, ci sono frange "progressiste" che spingono per mantenere il vecchio status quo) vuole realizzare anche la parità tra uomini e donne nello sport. 

E' scritto nella Carta Europea dello sport del CONI fin dal 1992, ma non è peccato constatare che chi governa attualmente (e da moltissimi anni) continua a far finta di niente all'atto pratico.

Attraverso un Forum organizzato da ACLI Sport sono intervenuti sull'argomento, tra gli altri, il ministro dello sport Spadafora e la CT della Nazionale calcio donne, Milena Bettolini. 

"Serve una rivoluzione culturale" ha dichiarato il ministro Spadafora "non me ne voglia dii è a capo delle federazioni, ma quando parlo di ricambio penso soprattutto a questo. Deve crescere una nuova classe dirigente. Ora c'è anche una candidata al Coni per la prima volta (Antonella Bellutti) ma siamo ancora in ritardo su temi die dovrebbero essere la normalità. Grazie alla riforma abbatteremo le differenze".

Proseguendo con "A Coni e Sport e Salute interessava solo il decreto non approvato e volevano lasciare il resto cosi com'è da 30 anni perché temono i cambiamenti."

E per sostenere la parità di genere il ministro ha aggiunto "C'è un fondo da 3 milioni che sicuramente non è sufficiente ma è un inizio, poi ce n'è un altro da 100 milioni per incentivare il lavoro sportivo che ci aiuterà nel primo anno e mezzo".

Solo 12,4 dorme su 100 hanno dei ruoli dirigenziali dello sport, nessuna di loro è presidente di federazione o di un ente di promozione.

"Quando si sale di livello, c'è un tetto di cristallo" sostiene la Bertolini, Dal punto di vista delle atlete, nel nostro Paese nessuna sportiva è professionista (il calcio ha 30 mila tesserate) e, di conseguenza, nessuna ha le stesse tutele e gli stessi diritti dei colleghi uomini.