NBA Finals - Mark Daigneault ha piena fiducia in Jalen Williams e Chet Holmgren

La sconfitta dei Thunder in gara 1 delle Finals per il Larry O'Brien Trophy ha messo sotto la lente di ingrandimento la prestazione di due giocatori fondamentali nell'economia di gioco della squadra: Jalen Williams e Chet Holmgren. I 38 punti di Shai Gilgeous-Alexander non sono stati sufficienti, seppur per poco, a mettere la museruola alla ormai arcinota resilienza dei Pacers, che non sono nuovi a offrire ottime prestazioni fuori casa e nella serata dell'otto giugno hanno la potenzialità di mettere una ipoteca al titolo NBA 2025. I due giocatori sotto esame hanno messo nel tabellino della partita "soli" 23 punti tra loro, e un brutto 8/28 al tiro.
"In generale, esibirsi alle finali non è all'ordine del giorno dei giocatori del terzo anno, ma si sono messi in questa situazione ed è a loro merito" così Mark Daigneault ha ricordato questa prima volta dei suoi due giovani del Draft 2022. "Ora che sono lì, devono continuare a fare quello che hanno fatto durante i playoff, ovvero andare là fuori, dare il massimo, imparare e applicare le lezioni per le prossime gare. Sono stati eccellenti a questo livello e penso che si sia visto durante i playoff. Non erano sempre al meglio, ma sapevano sempre come essere pronti per la partita successiva." Jalen Williams e Chet Holmgren conservano quindi tutta la fiducia del loro allenatore, che non ha dubbi sulla loro capacità di aiutare OKC a rimettersi in carreggiata in Gara 2.
La parola alla difesa. Durante la serie contro i Nuggets Jalen Williams era andato in crisi, ed è stato in grado di riprendersi in seguito. Come deve fare un All-Star, selezionato nell'All-NBA Third Team e nell'All-Defensive Second Team, e risponde alle critiche. "Cerco di pensare a me stesso come a una persona molto insolita e non mi penso mai come a un terzo anno perché, altrimenti, mi darebbe delle scuse. Quindi non mi resta che andare là fuori e giocare.La pressione è un privilegio, quindi apprezzo il fatto di poter contare su di me e, ad essere completamente onesto, penso che sia stato così dall'anno scorso quando si tratta di essere lì per gli altri. Ora siamo in finale, quindi non vedo le cose in modo molto diverso."
Anche Chet Holmgren, considerato il terzo membro dei "Big Three" di Oklahoma City, non cerca di nascondersi dopo una prestazione deludente in apertura di questa serie (6 punti e 6 rimbalzi, su 2/9 al tiro, in 24 minuti) dopo aver cambiato ruolo da ala forte a centro, con Hartenstein a partire dalla panchina. "Penso che avrei potuto rallentare un po' di più il mio gioco e finire più giocate vicino al ferro. Certo, fa male in una sconfitta di un punto, perché una sola differenza in una singola giocata avrebbe potuto decidere l'intera partita e quindi ogni momento viene esaminato con una lente d'ingrandimento. Ma tutti la pensavano allo stesso modo, su ciò che si sarebbe potuto fare meglio."