LBA Focus | Un quasi MVP d'Australia per Verona, alla scoperta di Justin Simon

LBA Focus | Un quasi MVP d'Australia per Verona, alla scoperta di Justin Simon
© foto di NBL

(di Davide Colotti). Difesa, energia, carisma. E una manciata di voti dal titolo di MVP.
Questo il biglietto da visita di Justin Simon, guardia-ala in arrivo alla Tezenis Verona dai Sydney Kings, con cui si è laureato campione d'Australia.

27 a 31. Solo 4 preferenze hanno impedito a Simon di sollevare il trofeo di miglior giocatore dei playoff NBL insieme al titolo di squadra.
Ad aggiudicarsi la Larry Sengstock Medal, questo il nome del trofeo riservato all'MVP delle Finals oceaniane, è stato il playmaker Derrick Walton Jr., autore di 20 punti e 6 assist nella decisiva gara 5.
Ciò che più sorprende è quanto vicino a un tale riconoscimento individuale sia andato lo swingman californiano, noto per anteporre le esigenze di squadra alle proprie cifre, come ha dimostrato una serie finale spesa in costante marcatura sull'opzione offensiva avversaria più pericolosa, con il culmine dell'impiego da atipica ala forte nel quintetto super small con cui Sydney ha aperto l'ultimo quarto di gara 5 contro i New Zealand Breakers.

Nel corso di tutta la stagione regolare, Simon è stato addirittura la quinta e ultima opzione offensiva del quintetto titolare dei campioni NBL (10,3 punti per partita), superato dall'MVP delle Finals Derrick Walton (16,3), dall'MVP della stagione regolare Xavier Cooks (16,2), dalla guardia tiratrice Dejan Vasiljevic (14,6) e dal centro Tim Soares (10,5). Per Simon anche il quarto posto del quintetto titolare in media assist (1,4) e il terzo nei rimbalzi (4,6) a una sola carambola dal quarto, insieme alla peggior percentuale dello starting five nel tiro da 3 punti (31%) e alla penultima nei tiri liberi (61%). Il tutto, combinato, che lo relega a fanalino di coda in valutazione media con 11,7.
Non si vive di sole statistiche, e Justin Simon sembra averne fatto un elemento distintivo del proprio gioco. A una squadra da titolo e piena di riferimenti offensivi come i Sydney Kings serviva un equilibratore difensivo, e Simon proveniva da due titoli consecutivi di difensore dell'anno, nel 2020/21 già in Australia con gli Illawarra Hawks (con cui chiuse alle cifre ancor meno altisonanti di 8,5 punti, 5,5 rimbalzi, 1,9 assist, con il 25% da 3 e il 53,9% ai liberi) e nel 2021/22 in Germania a Ludwigsburg (13,5 punti, 5,8 rimbalzi, 1,9 assist, e il ben noto tallone d'Achille del tiro da oltre l'arco al 26,5% e di quello in lunetta al 59,3%)

Freddi numeri alla mano, ciò in cui Simon da sempre eccelle sono i recuperi, mai meno di 1,5 di media nella sua carriera pro. E poi è un agonista, che sale di colpi quando il gioco si fa duro. Già nella sua prima esperienza australiana, nel corso dei playoff il neo veronese aveva fatto lievitare la sua produzione a 11 punti, 7,3 rimbalzi e 4 assist, esperienza bissata nel trionfale 2022/23, in cui ha chiuso la serie finale a 11,4 punti, 5,8 rimbalzi e 1,4 assist, risultando l'unico giocatore con almeno un recupero (1,8) e una stoppata (1,0) a gara.
Quando il gioco si fa duro, dicevamo, Simon incrementa la sua produzione. I numeri lo testimoniano, ma ciò che non testimoniano è il peso specifico delle sue giocate nella serie che ha assegnato il titolo, di cui è stato leader emotivo.
Gara 2: Sydney è sotto 1-0 dopo una sconfitta in casa, e deve fare a meno delle stelle Walton e Cooks, entrambi infortunati. Simon chiude il primo tempo a quota 0 punti, che diventeranno 12 a fine partita, conditi da 9 rimbalzi e 6 recuperi, di cui 4 nel solo terzo quarto, in cui raddrizza pressoché da solo la partita e l'intera stagione dei Kings tra ripetuti furti conclusi in schiacciata coast-to-coast e triple, non certo la specialità della casa, quando il pallone scotta di più.


I punti erano stati già 18 con 6 rimbalzi in gara 1, e saranno 13 con 6 assist nel match che ribalta la serie sul 2-1. Da ultimo a primo violino, Simon compie il percorso inverso quando il futuro MVP Walton e Cooks (che ha appena esordito in NBA con Washington) ritornano pienamente nei ranghi. I 6 e gli 8 punti di gara 4 e 5 probabilmente gli sono costati un titolo individuale che sarebbe stato inimmaginabile nel corso della stagione regolare, ma che, quando più contava, è parsa un'opzione credibilissima.

La sfida che attende adesso Simon in Italia è completamente diversa: altro contesto, altri obiettivi, altro basket, altre responsabilità, e i limiti del suo tiro, a quasi 27 anni, non sembrano così facili da limare. Parliamo però di un atleta che già conosce l'Europa e che ha giocato un'ottima Basketball Champions League 2021/22, in cui cui ha dimostrato di saper offendere oltreché difendere, con i suoi 15,5 punti accompagnati da 7,3 rimbalzi e 2,2 assist, anche se il tiro da 3 non è entrato con continuità (22,2%). E, nel frattempo, la nuova guardia-ala di Verona ha messo in bacheca un titolo da protagonista.