Italia - Matteo Spagnolo: «Ho rubato i segreti di Campazzo»

Italia - Matteo Spagnolo: «Ho rubato i segreti di Campazzo»

Un prospetto da tenere d'occhio, tanto che il Real Madrid se l'è portato via da Brindisi. E l'esordio in Nazionale nella bolla di Perm non ha fatto altro che confermare le qualità di astro nascente di Matteo Spagnolo, che è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport prima della seconda sfida di oggi con la Macedonia del Nord.

Predestinato. Non mi pesa sentirmelo dire, cerco di non farci caso. Una certezza però la ho ormai acquisita: fare il giocatore di basket è e sarà la mia vita. Avevo quattro anni quando mia madre mi portava in tribuna a vedere le partite di papà Fabio che giocava nelle minors pugliesi. Per me non esistevano Jordan o Bryant: papà era il più forte del mondo e volevo emularlo. Così mi hanno mandato in palestra e dato un pallone in mano. Il mio percorso nel mondo del basket parte da quel momento.

Stella Azzurra Roma. Arrivo in una città meravigliosa e in una società fantastica che mi consente di esordire in serie B a 14 anni. "Ma dove vai che non hai nemmeno la barba?" dicevano ridendo i miei avversari. A fine partita a ridere però ero io...

Real Madrid. Incrociamo il Real Madrid un paio di volte. Nella seconda, in Serbia, gioco molto bene. Arriva la telefonata, chiedono se volevo visitare la loro "cantera". Ci sono andato, ma non ce ne era bisogno. Come avrei potuto dire di no?

Gli esempi. Chi veste la canottiera bianca è sempre un giocatore di grandissimo livello. Io nel mio ruolo ho avuto accanto Campazzo, oggi a Denver, e Sergio Llull, giocatori favolosi. Mi hanno dato tanti consigli e io ho sempre cercato di rubare con gli occhi da loro.

NBA. Certo che nei miei pensieri c'è la NBA e voglio provare a arrivarci. Non sono presuntuoso ma ho deciso di voler pormi il massimo degli obiettivi. Se ce la farò, come è successo a Mirotic e Doncic, passati per Madrid, il giorno dell'esordio prima della palla a due mi darò un pizzicotto per rendermi conto che non sto sognando.