Ettore Messina: "La politica pensa ai seggi, serve un gioco di squadra sui cambiamenti climatici"

Ettore Messina: "La politica pensa ai seggi, serve un gioco di squadra sui cambiamenti climatici"
© foto di SAVINO PAOLELLA

Ettore Messina va oltre la soddisfazione personale di essere l'unico non americano ad aver vinto una partita NBA da head coach a San Antonio, i 28 trofei conquistati in carriera in giro per l'Europa, lo scudetto appena vinto con l'Olimpia. Rilascia una intervista al Corriere della Sera dove l'argomento è la sua firma sulla petizione di Green&Blue in appoggio alla lettera appello degli scienziati del clima appena è stata pubblicata. 

La petizione "Un voto per il clima" è tra le prime 100 campagne nella storia di Change.org in Italia.

Dovere civico. Prima di tutto perché penso sia una questione di dovere civico. L'iniziativa non è venuta da persone qualsiasi, è nata da chi ha competenze specifiche in ambito climatico e si assume da anni la responsabilità di metterci in guardia su quel che sta succedendo. Poi, in mezzo alla confusione di idee in cui ci troviamo, la crisi climatica è un tema fondamentale sia per noi, sia per chi verrà dopo.

Evidenza contro l'indifferenza. Mi chiedo come si possa relegare in secondo piano, o ignorare, quel che sta accadendo. Come si fa a restare indifferenti e non percepire la rapidità con cui cambia il clima intorno a noi? Come non vedere la siccità che prosciuga i nostri fiumi, i ghiacciai che si sciolgono, o l'acqua dei mali delle nostre vacanze sempre più bollente? Mi sembra evidente che non è più il momento di fare polemiche, è il momento di trovare una soluzione comune.

Cambiare anche la politica. Quel che più mi sconcerta della risposta politica a questa emergenza è proprio il procedere in ordine sparso, il non appoggiare chi ha delle soluzioni e delle proposte soltanto perché non è della tua parrocchia. Da anni assistiamo a questa politica, vera antitesi della convivenza civile, che non valuta mai se un progetto è buono e indispensabile per il Paese, ma soltanto chi lo porta avanti.

Presa di coscienza. C'è stata un'accelerazione soprattutto quest'estate. Leggevo un articolo su Repubblica Bologna in cui il botanico Stefano Mancuso spiegava come gli alberi da frutta si stanno adeguando al cambio climatico. Mi sono detto: "La Natura cerca delle soluzioni, noi no, non stiamo facendo niente per mitigare gli effetti del riscaldamento globale". Sono solo un ignorante spaventato, che cerca di informarsi. Mi ha colpito che scienziati tra loro diversi anche per cultura politica si siano messi insieme per indicarci la strada dell'unità. Per quanto mi riguarda, però, è un percorso che faccio da solo, non ho chiesto a nessuno di firmare, neanche a mia moglie, se ritiene lo farà.