Ursulo D'Almeida: «Io bersaglio degli odiatori razzisti. C'è un clima pesante»
Ursulo D'Almeida ha parlato a La Repubblica dopo essere stato bersaglio di insulti razzisti. È successo sotto un post pubblicato dal profilo "Ogni lattina vale", un progetto del Consorzio nazionale no profit che si occupa del recupero e riciclo di imballaggi in alluminio raccolti sul territorio italiano, nato da una collaborazione proprio con l'Urania Milano. «Il fatto non mi ha toccato dal punto di vista personale. E non voglio che mi tocchi in futuro se mi verrà proposto di fare un'altra campagna pubblicitaria, non voglio trovarmi a esitare per paura di non essere insultato», dice il 24enne. ù
«Se i razzisti che denunciano hanno capito? No. Né loro né i tanti che pensano le stesse cose e non le scrivono. A gente così è difficile fare ammettere di aver sbagliato. E se ti chiedono scusa, stai tranquillo che, appena girano l'angolo, ti manderanno a quel paese. Cosa devi fare? Vai avanti. Sono leoni da tastiera. Insultano anche la ragazza che si innamora di un ragazzo nero, senza capire che si nasce liberi, che si sceglie da liberi, anche chi ha un amore omosessuale. Non ha senso quello che dicono e pensano. È il colore del sangue quello che conta ed è rosso per tutti. Li vorrei vedere se avessero bisogno di una trasfusione: il sangue di un nero non lo accetterebbero?».
D'Almeida parla di un clima pesante: «Domenica quando mi hanno avvertito che c'erano duecento commenti che mi riguardavano, ho agito. E denunciato. Ci ho messo la faccia. Ma continuerò a difendere l'Italia. Con chi? Con i miei amici cestisti africani che vorrebbero venire in Italia ma hanno paura del razzismo. Dispiace, amo l'Italia. Ma quando, in questi giorni, qualcuno mi ha detto "te l'avevo detto", non sapevo cosa rispondere. Il clima è pesante, le accuse ai migranti per ogni reato, quando la delinquenza è dappertutto e anche tanti italiani rapinano e uccidono le donne. E invece si sottolineano le origini marocchine e egiziane di certi episodi».
E aggiunge: «Sto facendo le pratiche per il passaporto, mi sento uno di voi. Non guardo nemmeno più i film in francese, vedo i vostri tg, mi informo, sono sempre connesso».