Una guerra elettorale Petrucci-Valori potrebbe arrivare al Consiglio di Stato

Una guerra elettorale Petrucci-Valori potrebbe arrivare al Consiglio di Stato

I vecchi e storici presidenti delle Federazioni sportive, a toro o ragione, non vogliono mollare le poltrone per raggiunti limiti di età e invocano ogni cavillo possibile, se non quando agiscono nelle tenebre per far cambiare dalla politica a loro favore le leggi esistenti, per continuare a occupare il "potere" a danno dello sviluppo della disciplina sportiva loro afferente.

E così anche la guerra, se ormai vogliamo chiamarla con il suo nome, tra Gianni Petrucci e lo sfidante Guido Valori potrebbe non finire con il voto delle urne, che avverrà poco prima di Natale. E trascinarsi a lungo, fino a una decisione del Consiglio di Stato, con il rischio di paralizzare l'attività federale per qualche anno. I maligni diranno che tanto non cambia nulla, visto l'andazzo di questi anni...

Lo spiega, in un lungo e dettagliato articolo pieno anche di riferimenti giuridici Michele Spiezia in Storiesport.it questa mattina. Naturalmente è il risultato logico di una sentenza del TAR del Lazio che è uscita ieri su un ricorso che riguarda la Federazione di sport invernali sulla (ri)elezione di Roda alla presidenza della Federsci nell’autunno del 2022. Ecco la frase che interessa (anche) la pallacanestro.

"Chi dovesse perdere la partita potrà sostenere che il limite del 66,6% non è sufficiente al ricambio perché l’uscente potrebbe facilmente gestire la Federazione in modo “da farsi molti amici”, ovvero l’altra parte potrà dire che il limite del 66,6% (quindi una maggioranza particolarmente qualificata) è totalmente illogico perché il newcomer (il nuovo arrivato) può essere eletto anche con la maggioranza di un solo voto e invece chi ha dimostrato di saper bene amministrare per anni possa essere facilmente vittima di “complotti, gelosie e congiure”.