Tifoserie in protesta, cosa prevede il nuovo protocollo per il basket

Sia i gruppi organizzati in Serie A che in A2 e B protestano per i nuovi protocolli previsti anche nel basket e introdotti dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero dell’Interno. Di cosa si tratta? Ne abbiamo parlato già negli scorsi giorni, ma visto il tema caldo facciamo un riassunto. Il nuovo protocollo comporta l'obbligo di emissione di biglietti nominali per tutti gli spettatori delle gare di serie A, A2 e B Nazionale. Unico sport professionistico di squadra in Italia insieme al calcio, la pallacanestro non può sfuggire agli stessi obblighi, anche se i fenomeni di tifo violento sono rari e non hanno niente di paragonabile con quello che accade negli stadi.
Oltre a diventare requisito indispensabile per entrare in un palazzetto avere un biglietto che riporta le generalità dello spettatore, ci sarà un problema organizzativo, soprattutto per quelle squadre che hanno tifosi che le seguono in trasferta. In questo caso scatta l'obbligo di acquistare il biglietto entro le 19:00 del giorno precedente. Questo per poter garantire la trasmissione dei dati dei tifosi ospiti al cervellone elettronico della Polizia, situato nell'hinterland di Napoli, che dovrà incrociare i nominativi con l'elenco dei sottoposti a Daspo con divieto di accesso alle manifestazioni sportive.
LA PROTESTA IN SERIE A
questo il testo integrale:
"DIFENDETE IL NOSTRO DIRITTO DI TIFARE IN LIBERTÀ, NO AL PROTOCOLLO PER IL BASKET
Chiediamo alle istituzioni del basket e alle società di:
• Non applicare il nuovo protocollo sulle modalità d’accesso nei palazzetti.
• Di mantenere la nominalità solo per i titoli d’ingresso stagionali.
• Di non introdurre limitazioni dei tempi d’acquisto per i biglietti in trasferta e di mantenere la normale vendita fino ad inizio partita al fine di evitare innumerevoli problematiche organizzative legate agli spostamenti sia dei gruppi organizzati che dei singoli tifosi.
• Di non vincolare la vendita dei biglietti alle ricevitorie convenzionate ma mantenere la libertà di vendita anche attraverso i canali societari abituali e garantire il libero afflusso ai palazzetti con acquisto di biglietti in loco.
In sintesi, vorremmo mantenere gli stessi diritti e libertà che da sempre sono garantiti in Europa in tutti gli sport e di non applicare restrizioni a seguito di situazioni emergenziali per l’ordine pubblico che (dati alla mano) nel basket non si sono mai rese necessarie.
I biglietti nominali hanno creato solo disagi per i tifosi con inutili code agli ingressi per le verifiche delle credenziali e per l’iter di acquisto in ricevitorie convenzionate.
Il basket non ha bisogno di schedare i tifosi ma di AGEVOLARLI CON ORARI CHIARI PER ANTICIPI E POSTICIPI E CHE TENGANO CONTO DEI NORMALI IMPEGNI LAVORATIVI DI COLORO CHE SI RECANO NEI PALAZZETTI."