Sport e politica: Novak Djokovic, l'ultimo campione nelle mani del consenso

17.01.2022 09:19 di Umberto De Santis Twitter:    vedi letture
Sport e politica: Novak Djokovic, l'ultimo campione nelle mani del consenso

La storia la sappiamo tutti: sono circa una decina di giorni che Novak Djokovic, il campione serbo numero uno del tennis mondiale, stava cercando di entrare in Australia per quel torneo del grande Slam che si gioca di questi tempi ogni anno, senza essere in regola con le condizioni di protezione dal Covid-19 richieste da quel governo.

Documenti farlocchi ma firmati con scuse, pietose spiegazioni, non ricordo e colpevolizzazione di ignoti membri dello staff per le false dichiarazione contenute. Un velo di protezione da parte degli organizzatori degli Australian Open che pensavano si sarebbe chiuso un occhio pur di non privarsi della presenza del campione al torneo caduto miseramente; la golosità dell'atleta che, vincendo questa edizione - e le probabilità erano davvero molto alte - avrebbe potuto stabilire un record per Slam vinti arrivando a 21 sono altri ingredienti di questo minestrone mediatico.

A supportarlo poi ci si sono messi i politici serbi, che hanno dato il colpo di grazia. Lo riassume in un tweet molto bene il centro dei Chicago Bulls Nikola Vucevic: "Quello che è successo a Djokovic è che i politici usano il loro potere per mettersi in mostra e ottenere seguaci extra. Non ha niente a che fare con il Covid o problemi di visto, lo hanno usato per cercare di farsi vedere meglio. Molto triste come hanno trattato un campione di prima classe!".

La corrente nazionalista serba, che domina in quel paese, ritiene di essere ingiustamente ritenuta responsabile della feroce guerra balcanica degli anni Novanta dello scorso secolo. Una "colpa" che compatta una bella fetta del paese e che hanno cavalcato, lo ricorda stamani su La Stampa la giornalista Tatiana Dordevic Simic, il presidente Aleksandar Vucic ("Caccia alle streghe") e il padre di Djokovic ("Il tentativo di assassinare il miglior sportivo del mondo è finito, 50 proiettili nel petto di Novak" un messaggio poi cancellato) alla fine inutilmente, dal momento che il tennista è stato rimandato indietro, e per lui niente Australian Open forse per i prossimi tre anni. Il record lo farà da un'altra parte e in un altro momento.

Il tentativo di voler far sembrare che tutto l'Occidente compresa l'Australia odi la Serbia è fallito, ma la concatenazione mediatica ha trasformato "da uomo bravo e forte a No Vax menefreghista". Si dia pace il buon Novak: non è il primo né l'ultimo sportivo che commette degli sbagli pesanti, e non staremo qui a fare un elenco. Mentre il suo personaggio sta uscendo a pezzi da questa vicenda, alla fine verrà ricordato per le sue imprese sportive che poi è l'unica cosa che ci interessa veramente.