CorSera: «Rieti, striscione contro i testimoni. La Digos nella sede degli ultrà»
«Rieti, striscione contro i testimoni. La Digos nella sede degli ultrà» titola questa mattina il Corriere della Sera. Si parla dello striscione intimidatorio denunciato ieri dalla Sebastiani Rieti, messo fuori al PalaSojourner. "Non appena è comparso, la Digos ha perquisito la sede del gruppo ultrà «Curva Terminillo» a Rieti. Perché per i poliziotti lo striscione minatorio, che qualcuno ha appeso durante la notte di giovedì scorso su uno dei cancelli al PalaSojourner, ha dei destinatari ben precisi: tutti quelli che hanno parlato e che hanno reso possibile il fermo di Manuel Fortuna, Alessandro Barberini e Kevin Pellecchia", scrive il Corriere della Sera. Il gip ha convalidato l'arresto dei tre con l'accusa di omicidio volontario in concorso per la morte di Raffaele Marianella, romano di 65 anni, ucciso con una sassata mentre si trovava accanto al primo autista di un pullman che domenica scorsa stava riportando a casa i tifosi del Pistoia. "«Nascondetevi infami, sappiamo chi siete»: questo il testo dello striscione-choc. La scritta è stata aerografata utilizzando i caratteri normalmente usati dai gruppi di neofascisti di estrema destra".
«Lo striscione è un atto intimidatorio che arreca danno alla nostra società», ha denunciato ieri in una nota la Sebastiani Rieti, la società di basket che ha dato l'allarme alla polizia. Il sindaco, Daniele Sinibaldi, esprime «sdegno totale» e confida «nel lavoro delle Forze dell'Ordine affinché gli autori di questa azione vergognosa siano individuati al più presto». Il questore Pasquale Fiocco chiarisce: «La situazione è sotto controllo e l'attenzione è massima. Lo striscione non deve farci preoccupare troppo. Ce lo aspettavamo. Era fisiologico. Ma la nostra attenzione resterà molto alta». Intanto l'inchiesta va avanti. La platea degli indagati è destinata ad allargarsi a tutti coloro che, per un motivo o per un altro, si trovavano nella zona dove poi è partita la sassaiola: in totale sono dodici. È lo stesso procuratore capo di Rieti, Paolo Auriemma, a chiarire che le «indagini non sono finite» e che «ci sono in corso ulteriori verifiche su eventuali responsabilità attribuibili ad altri soggetti». «Il pm Francia — ha aggiunto il procuratore di Rieti rispetto al reato di omicidio — sta effettuando insieme alla polizia ulteriori verifiche e riesaminando tutte le prove e le testimonianze raccolte, ma al momento nulla lascia ipotizzare ulteriori responsabilità oltre a quelle contestate ai tre indagati. Ad oggi (ieri, ndr) non ce ne sono». Aggiunge il Corriere della Sera che "dalle indagini è emerso che a tirare il sassokiller sarebbe stato il più giovane dei tre indagati: Kevin Pellecchia. Ma sarà il Dna a rivelare chi abbia effettivamente lanciato la pietra. «Questa vicenda — ha aggiunto Auriemma — non ha a che fare con ambienti politici, il vissuto dei singoli indagati non interessa alle indagini»".