Coronavirus. Basket con la mascherina: in arrivo i prototipi

Coronavirus. Basket con la mascherina: in arrivo i prototipi

Le sperimentazioni del Politecnico di Torino di cui avevamo già riferito (qui) su mascherine per gli sport di contatto tra cui la pallacanestro di cui aveva parlato anche il presidente FIP Gianni Petrucci sono continuate e sarebbero approdate a un qualche risultato.

Secondo quanto riferisce stamani askanews.it sarebbe in sperimentazione "un prototipo di mascherina espressamente pensata per lo sport, che sarà reso disponibile in modalità open source, cioè disponibile gratuitamente per tutte le aziende interessate alla produzione.

“Sarà un modo anche per sostenere la ripartenza e l’economia”, commenta il professor Marco Barla, referente del Rettore per lo Sport, che sta lavorando al progetto con i colleghi docenti dell’Ateneo, Ada Ferri (coordinatrice del progetto), Claudia De Giorgi e Cristian Campagnaro (designer), Paolo Tronville (che compie i test sui materiali filtranti) e l’ingegner Alice Ravizza (che si occupa degli aspetti di usabilità). Completano il gruppo la designer Martina Dugoni e gli ingegneri Federico Sternini, Matteo Genitrini e Francesca Dotti, giovani progettisti che supportano le attività di sviluppo prodotto, test e valutazione dello stesso, anche con il supporto della materioteca MATto del Politecnico di Torino.

“L’idea nasce dalla stesura del Rapporto per la ripartenza in sicurezza delle attività sportive, al quale il Politecnico ha lavorato con il Coni e con diverse Federazioni”, spiega Barla. Aggiunge Ada Ferri, che ha coordinato lo sviluppo tecnico del progetto: “Dal rapporto emerge la necessità di adottare dispositivi di protezione, soprattutto nel caso di attività di contatto e in tutte le altre in cui sia impossibile mantenere la distanza di sicurezza; la mascherina deve essere adeguata alle particolari condizioni della pratica sportiva, deve garantire cioè due caratteristiche in contrasto tra loro: respirabilità e filtrazione”.

I produttori di mascherine si sono attivati per avviare produzioni dedicate allo sport, ma si tratta di dispositivi che non sembrano né all’altezza dei requisiti respiratori ed ergonomici né espressamente certificati per questo genere di attività.

Scopo dello studio del Politecnico, sostenuto anche dai fondi del Rotary Club Distretto 2031, è proprio fornire degli standard replicabili. La prima questione da affrontare è di comfort: uno sportivo ha bisogno di mascherine che consentano il passaggio di almeno 200 litri di aria al minuto, mentre le mascherine chirurgiche garantiscono 95 litri al minuto; una soluzione sarebbe avere una superficie più grande di tessuto filtrante, ma questo sarebbe ergonomicamente poco praticabile perché ridurrebbe la visuale e le prestazioni dell’atleta.

La sfida, quindi, – sottolinea il Politecnico – è quella di individuare materiali con caratteristiche adeguate e soluzioni di prodotto che massimizzino la capacità di filtraggio e la respirabilità, garantendo, anche, un’indossabilità stabile e che non influenzi il gesto atletico."