NBL Finals - New Zealand espugna Sydney in gara 1

NBL Finals - New Zealand espugna Sydney in gara 1

(di Davide Colotti). Netta affermazione dei New Zealand Breakers al Parco Olimpico di Sydney nella prima sfida per il titolo di campioni NBL 2022/23. I padroni di casa e campioni in carica cedono 87-95, i Breakers controllano e restano in vantaggio dalla metà del primo quarto fino alla fine con una prova offensiva maiuscola. Sugli scudi il playmaker australiano William McDowell-White, a un passo dalla tripla doppia, e la guardia americana Barry Brown Jr., autore di 13 dei suoi 19 punti nell'ultima frazione.
A Sydney non basta la grande prestazione di Justin Simon e Jordan Hunter, e per gara 2 dovrà fare i conti con gli acciacchi delle sue stelle Xavier Cooks e Derrick Walton Jr.

Si torna sul parquet dopo la finestra FIBA, che ha messo in ghiaccio per 12 giorni i playoff NBL. Quarto incontro stagionale tra Sydney e New Zealand, e quarta vittoria esterna. Ospiti lucidi e maturi a resistere al rientro degli avversari, parsi lontani parenti della corazzata che ha dominato la regular season.

Quintetti di partenza:

- Sydney: Walton Jr, Vasiljevic, Simon, Cooks (C), Soares
- New Zealand: McDowell-White, Rupert, Abercrombie (C), Brantley, Pardon

Starting five abituali per le due formazioni, che ben testimoniano le diverse filosofie dei loro coach: Sydney parte coi pezzi forti, New Zealand butta nella mischia il teenager francese Rupert e tiene in panca il top scorer Barry Brown Jr., sesto uomo dell'anno. Ancora vistosa la fasciatura di Brown, che ha eroicamente giocato le semifinali contro Tasmania con una frattura alla mano sinistra, producendo comunque 20 punti di media.

Padroni di casa in consueto viola bordato d'oro e nero, gli ospiti scelgono il bianco e azzurro della divisa celebrativa ispirata al quinquennio che portò quattro titoli NBL in Nuova Zelanda tra il 2011 e il 2015. Il 35enne capitano Tom Abercrombie ha vissuto da protagonista quei successi e ha indossato la casacca originale a cui questa replica è ispirata: non poteva che essere suo il canestro che apre la serie delle Finals.
Il suo regista, William McDowell-White, è l'ex della partita, avendo mosso i primi passi da ragazzino aggregato in maglia Kings. Chiara fin da subito la scelta di coach Buford: asfissiare McDowell-White opponendogli il miglior difensore. Justin Simon segue il play di New Zealand come un'ombra, e Maor si adegua abbassando il quintetto con le combo Brown e Le'afa per dare più fonti di gioco alla sua squadra. Sul fronte opposto, l'MVP Cooks deve guardarsi dalle attenzioni speciali del suo pariruolo Brantley, ed è bravo a sgravarsi dalla sua pressione procurandone il primo fallo dopo soli 28 secondi. Maor cerca soluzioni alternative anche qui, opponendogli prima l'ala di scorta Vodanovich e poi Abercrombie, con l'unico risultato di far salire a 3 il conto dei falli subiti da Cooks, equamente ripartiti fra i suoi marcatori.
Non stava sfigurando la stellina Rupert, subito a segno, ma la partita si alza di intensità e il coach ospite preferisce le vecchie volpi della sua panchina alla freschezza dell'impavido 2004.
La partita si sviluppa punto a punto e con ampie rotazioni: a metà del primo quarto è già tempo delle second unit, e Sydney si porta avanti. Il name sponsor della NBL è una catena di fast food che offre cibo gratis agli appassionati a ogni partita se la squadra ospite realizza almeno uno 0/2 in lunetta. 5' sul cronometro e Rob Loe ha già regalato un cheeseburger ai tifosi di Sydney, ma all'azione offensiva successiva il lungo Kiwi approfitta di chilometri di spazio concessi dall'intero quintetto Kings asserragliato in area e stavolta serve ai padroni di casa la tripla dall'angolo che riporta avanti i Breakers.
Simon on fire: lo specialista difensivo ne ha già 8 a referto sul 15-14. McDowell-White approfitta del suo riposo per mettersi eccellentemente in partita e New Zealand ritrova le sue geometrie, chiudendo forte il primo quarto con l'alley-oop del +7: l'ex reggiano Dererk Pardon si eleva e inchioda a fil di sirena per il massimo vantaggio.

Nel secondo periodo si rivede il 18enne Rupert, che delizia gli osservatori NBA con alcune giocate cruciali: prima il rimbalzo + tracciante da giocatore di football finalizzato da Brantley, poi, dopo un tiro sbagliato, si alza con personalità da dietro l'arco per un gioco da 4 punti che sigla il +11 ospite.
Sydney non segna più, e sprofonda a -14. La reazione dei campioni in carica non tarda ad arrivare, e un 5-0 di parziale riporta lo svantaggio in singola cifra, costringendo New Zealand al time out, durante il quale viene mostrato un videomessaggio di buona fortuna per i Kings alle Finals nientemeno che da parte di Steve Kerr, Klay Thompson e Draymond Green. Il responsabile di questo inatteso gemellaggio Warriors-Sydney è Andrew Bogut, ex di ambo le squadre, socio di minoranza dei Kings australiani e spettatore dal vivo di questa gara 1 insieme a oltre tredicimila paganti.
New Zealand ha dalla sua l'incoraggiamento del co-owner Shawn Marion, e si riporta in breve sul +14, complice anche un tecnico per flopping allo spento MVP Cooks. La tripla buzzer beater del sud-sudanese Kouat Noi addolcisce la pillola per gli inseguitori, 43-54 all'intervallo.

Sydney non riesce più a imbrigliare McDowell-White nella sua rete difensiva, e il play scuola Bamberg apre il terzo periodo con 5 punti in fila, a cui aggiunge rimbalzi e assist a profusione. Non è sempre domenica nemmeno per Rupert, che pecca di gioventù con due perse e un fallo evitabili: è di nuovo il momento delle vecchie volpi, e il suo rimpiazzo Abercrombie lucra uno sfondamento proprio mentre Sydney dà i primi segnali di risveglio sul -10. Ciò non frena la rincorsa: i Kings pazientano e, azione dopo azione, bagnano le polveri ospiti e si riportano a -2 dal -14. Passano tre possessi e New Zealand è di nuovo a +7, la frazione poi si chiude sul 70-76.

Il quarto periodo si apre come singolar tenzone. Barry Brown ne segna 6 in un amen, e Justin Simon, già alle calcagna di McDowell-White, è chiamato agli straordinari contro il sesto uomo dell'anno. In canotta viola, il protagonista che non ti aspetti è il centro di rincalzo, Jordan Hunter, che sigla 8 punti nei primi 4' dell'ultima frazione. Tirano solo Brown e Hunter. Il folletto dei Breakers sbaglia un paio di conclusioni e il lungo dei Kings non perdona: 10-6 nella sfida personale e Sydney torna a -2 a metà periodo. Si cambia metà campo e Brown ristabilisce il +4, il punteggio del periodo che si aggiorna a 12-10 Sydney, di cui 10-8 Hunter-Brown. 4'44" al termine e Derrick Walton Jr. si contorce per terra: l'infortunio del play dei Kings potrebbe indirizzare l'intera serie. Hunter riposa, Brown no e ne mette altri 5, inframmezzati da un segnale di vita di Cooks. 84-91 e 2'40" da giocare.
Non è la serata di Dererk Pardon, tra falli, crampi e la mano di tiro fasciata, né tantomeno quella di un Cooks zoppicante: 12 giorni di pausa dopo le semifinali non sono bastati a guarire gli acciaccati, o forse ne hanno prodotti di nuovi. Senza Walton e Cooks, Sydney deraglia definitivamente. La partita non ha più nulla da raccontare, e si spegne in un lento garbage time.
Il primo punto è dei Breakers, adesso la serie si sposta in Nuova Zelanda.

SYDNEY KINGS - NEW ZEALAND BREAKERS 87-95
Sydney: Simon 18+6r, Hunter 15+4r, Walton 12+6a, Vasiljevic 11+4r
New Zealand: McDowell-White 19+9r+9a, Brown 19+4r, Brantley 16+7r

Davide Colotti