LBF A1: Elisa Penna "Testa bassa e lavoro duro, non mollo!"

Bando alle inutili frasi di circostanza per misurare le parole: Elisa Penna è una delle giocatrici italiane con più talento e che tecnicamente è uno spettacolo veder giocare. Ottimo difensore ma soprattutto un attaccante che dal punto di vista delle opzioni ha molto poco da imparare.
Classe ’95, nativa di Bergamo ha passato la sua vita da ragazza tra la Reyer Venezia e le Nazionali giovanili - un passaggio alla Ororosa Bergamo grande cantera di giocatrici - con le quali ha vinto tre medaglie. Il college in America a Wake Forest :"Il periodo più bello della mia vita". Tre anni fa lo scudetto storico dell’Umana Venezia (con la quale ha vinto anche un campionato di A2 ed una Coppa Italia) giocando da protagonista: solo per citare le cinque partite di finale con Schio , 30 minuti in campo di media, circa 10 punti a partita con il top di 20 in gara 2. Allenatore Giampiero Ticchi.
Poi l’Umana cambia allenatore a novembre dell’anno successivo - arriva Andrea Mazzon - e Penna scompare dai radar, disputando praticamente una stagione in panchina con sporadiche apparizioni in campo e molto complicate. Due anni fa il passaggio clamoroso alle rivali di sempre, insieme a Bestagno ed Astou Ndour: tutte e tre al Famila Schio. Ma anche l’anno scorso non è stato facile per Elisa. Un po' le scorie della separazione consensuale sì, ma non serena da “mamma Reyer”, un po' un sistema di gioco e di pressione molto diverso, Elisa è stata molto, forse troppo seduta.
"In allenamento perfetta in partita bloccata" diceva qualcuno da Schio. Dove la pressione di voler vincere qualunque partita come ci ha raccontato qui il DG Paolo De Angelis, non ammette incertezze.
“Oggi direi che non è più così – dice a Pianetabasket.com Elisa Penna – ma per l’anno scorso darei ragione a chi ha detto quella frase. Questa estate ho iniziato un lavoro importante con una professionista che mi aiutato molto e adesso il mio approccio alle partite è molto cambiato. Non tutto ancora va come vorrei ma io continuo a lavorare duro ed a crederci. Poi sappiamo bene che ci sono cose un atleta non può controllare al di là della sua volontà, capacità ed impegno. Ma io ci sto provando e ci proverò ancora”.
Quindi oggi Elisa sente meglio?
“Sì, Elisa sta bene. Il passaggio a Schio l’anno scorso è stata una boccata d’aria fresca. Ho trovato brave persone e delle compagne di squadra straordinarie – mi riferisco al nucleo storico delle italiane – con le quali per me è stato facile legare. E per tornare a prima ero arrivata così carica di nervi che la mia ansia da prestazione mi ha certamente bloccata. Ma appunto adesso è un anno diverso, una stagione nuova. Testa basa e lavoro duro”.
Stagione nuova anche per Schio che ha cambiato qualcosa, come la costruzione della squadra?
“Beh abbiamo cambiato tutte le straniere e dobbiamo ancora scoprire tutto il loro talento e fino a dove possiamo arrivare. L’inizio non è stato bellissimo, alcune di loro sono arrivate scadenzate dunque l’inserimento non è stato così automatico. E poi c’è stato il campanello d’allarme della sconfitta in Eurolega con le ungheresi del DVTK in casa. Dopo quella partita lì ci siamo guardate in faccia, spiegate per bene e siamo ripartite come si deve. Perché la sconfitta per quanto pesante col Fenerbahce ci sta così come quella a Venezia. Tra la vittoria con Roma e quella con Lione mi pare che abbiamo fatto qualche progresso: difesa più dura, giro palla più veloce e quindi tiri più selezionati e ben messi”.
Penna se le dico maglia Azzurra lei cosa mi risponde?
“Dico che fino a quando non appenderò le scarpe al chiodo come si diceva una volta, il pensiero fisso ci sarà sempre Perché l’ho indossata sin da quando ero piccola nelle giovanili ed ho vestito anche quella senior. Ci tengo molto, è un onore per me. Capisco che in questi ultimi due anni sono stata poco visibile e quindi ci sta che non venga convocata. Ma anche qui non è detta l’ultima parola, per ora guarderò le ragazze da casa e farò il tifo”.
A proposito di scarpe al chiodo qual è il piano B una volta smesso di giocare?
“Prima di tutto entro l’anno mi laureo in Scienze Motorie. Mi piacerebbe rimanere nell’ambito dello sport ma non ho ancora deciso in che ruolo. Per ora tanti pensieri ma nessuna strada, credo inizierò a pensarci più seriamente una volta presa la laurea”.
Allora portiamoci avanti col lavoro Dr.ssa Penna: meglio un tiro da 3 o una bella difesa?
“Oggi direi una gran bella difesa, ben fatta e che magari aiuti la squadra a vincere una partita. Rimango un’attaccante e tirare mi piace tanto, ma adesso la difesa mi attira moltissimo”.