Virtus Bologna, il cantiere di Ivanovic: Smailagic c’è, Procida quasi. E poi?

Così, come da anticipazioni del sottoscritto aiutato da un pezzo grosso come Donatas Urbonas e la super efficiente redazione di Pianetabasket, la notizia è arrivata a tutti gli organi di stampa: Alen Smailagic sarà un giocatore della Virtus 2025/26. La firma c’è, i test fisici pure, l’ufficialità attesa a ore. Un giocatore che piace alle folle e che ha incassato il benestare di chi guida. Gabriele Procida, invece, è in dirittura d’arrivo: manca poco, pochissimo. Mancano due “sì”, forse uno, e l’esterno azzurro sarà bianconero, salvo ripensamenti improvvisi o colpi di scena.
Con Luca Vildoza — punto fermo e primo nome evidenziato da Ivanovic sul taccuino e prima firma roboante anticipata sempre qua dentro — a guidare il pacchetto esterni.
Poi tocca alle ali, il nuovo arrivo Derrick Alston Jr, Nicola Akele e Saliou Niang (in attesa d'ufficialità, nonostante l’auto dichiarazione su i giornali), si delinea l’ossatura di una Virtus che cerca equilibrio, compattezza, e profondità.
Il lungo al momento a San Antonio in Summer League, Momo Diouf, è al momento l’unico di ruolo.
La squadra c’è a metà, e si sente. Servono altri tasselli. Serve, soprattutto, un’ala piccola capace di dare atletismo, difesa, e punti. Con Procida e Niang potenziali titolari, manca ancora quel profilo “tra i due mondi”, uno che possa mordere in difesa e aprire il campo in attacco. Le agenzie propongono, ma Ivanovic vuole qualità — e magari esperienza europea.
Poi c’è il nodo del centro.
Il rebus sotto canestro che da mesi accompagna le scelte della dirigenza. Un 5 classico? Non proprio. Un uomo d’area sì, ma non a ogni costo. Le esperienze passate — Zizic, Cacok, i lunghi cari e/o poco funzionali — pesano nella memoria, e soprattutto nel budget. La tentazione di tornare al “piccolo è bello”, ovvero al quintetto senza centro di ruolo, come nella cavalcata scudetto con Shengelia pivot tattico, è reale. E concreta. Ivanovic non disdegnerebbe replicare, convinto che il presidio del pitturato sia un dovere collettivo e non più di specializzazione. “Responsabilità e collegialità”: le due parole chiave.
Intanto, in palestra si lavora. Da fine agosto probabilmente si partirà con 14 giocatori, tra confermati, baby Accorsi e qualche aggregato. Ma il dubbio è lì, in fondo alla sala pesi: quanti arriveranno a fine settembre con la testa e le gambe leggere? Tanti e forse troppi, saranno attesi da Eurobasket, AmeriCup. E allora, serve allargare: qualcuno in più non solo per la preparazione ma arrivare freschi e pronti. Non è però solo un tema della Virtus: è un nodo Eurolega, che a metà / fine luglio dovrebbe sciogliere anche le date del debutto ufficiale.
Per ora, il cantiere resta aperto. Con Ivanovic e Ronci a condividere, tra pazienza e pretese e programmazione.