La décima per Torino con l'ambizione di tornare finalmente grande

L'analisi di una prima parte di stagione che ha visto la squadra torinese rimanere aggrappata alle posizioni di vertice: gli americani in crescita possono essere la ciliegina sulla torta, ma è il gruppo ad essere diventato grande.
05.01.2023 15:39 di Emiliano Latino   vedi letture
La décima per Torino con l'ambizione di tornare finalmente grande
© foto di Basket Torino

Dieci le vittorie in campionato per la Reale Mutua Torino, ieri sera vittoriosa in casa contro la Juve Cremona, che rimane al quarto posto in classifica, pur mantenendo il mirino puntato su Treviglio e chissà che poi non si sposti ancora più su nella seconda parte di un campionato lungo e impegnativo.
Senza dover sempre ricordare che Torino è partita con l'handicap del -3 in classifica, è ovvio che quei punti che mancano avrebbero, probabilmente, messo sotto i riflettori ben altre prospettive e i giudizi sarebbero stati ben più lusinghieri. Dopo il primo impatto con la realtà e la risalita veloce al plus in classifica, Ciani è riuscito a dare un'identità ben precisa ad un gruppo che, capitan De Vico a parte, era completamente nuovo, seppur costruito per tempo e senza fretta.

Con gli americani che nelle ultime settimane hanno evidenziato una netta crescita e con l'infermeria finalmente vuota, la squadra è tornata ad allenarsi al completo, senza dover sempre ricorrere agli Under che comunque hanno sempre messo il giusto l'impegno. Giusto ieri sera Gianluca Fea (classe 2004) ha festeggiato la sua prima tripla in A2, complimenti...

Miglior attacco del girone Verde, ma con la quarta peggior difesa, i torinesi hanno dovuto fare i conti con approcci lenti e sottovalutato squadre come Latina, Rieti e la stessa Juvi Cremona all'andata, che hanno portato altrettante sconfitte evitabili, solo in parte 'tamponate" dall'alibi delle assenze.
Quando Torino si mette a difendere come sa, poche avversarie riescono a pareggiare la fisicità sotto le plance e l'aggressività su ambo i lati del parquet. Perché in attacco le cose hanno sempre, o quasi, girato per il verso giusto e quando arriveranno a trovare continuità nell'equilibrio dei reparti la prospettive cambieranno ancora. La gerarchia orizzontale in cui tutti sono titolari e tutti possono essere determinanti è il segreto di questo gruppo i cui italiani sono di assoluto livello. Le prossime tre trasferte consecutive (Piacenza e Casale in campionato, Forlì nei quarti di Coppa Italia) saranno decisive per tracciare una road map più chiara.

Gli infortuni, alcuni dei quali più lunghi di altri, dei vari Vencato, Jackson, De Vico, Taflaj e Avino hanno rallentato la rincorsa, soprattutto per quanto riguarda l'armonizzazione di teoremi tattici da assimilare nel dna del gruppo che necessitano di tempo e lavoro quotidiano. Tuttavia, nell'emergenza più assoluta, la leggendaria impresa contro la Vanoli Cremona degli ex Cavina e Alibegovic, ha fatto dimenticare le tante delusioni passate da una piazza sempre più affamata, ma che prima o poi dovrà tornare a riempire il Pala Gianni Asti ed essere meno pigra e brontolona.

Il merito della società, oltre a strutturarsi finalmente a dovere, è stato quello di scrollarsi di dosso alcune pulsioni malinconiche che sanno molto di minestra riscaldata (ancora gettonatissime per qualcuno...) e puntare tutto su un allenatore che non ha nulla da invidiare a nessuno di quelli che in passato si sono seduti sulla panchina gialloblù. E per nessuno intendiamo proprio nessuno.

Le capacità manageriali di Franco Ciani, oltre alla lettura in corso delle partite e la calma dei forti, rappresentano il punto di partenza non solo di questa, ma anche delle stagioni a venire - Se riuscirà anche a "convincere" quei tifosi ancora restii a seguire la squadra, avrà completato l'opera in pochissimo tempo. Ovviamente servirà vincere, perché non si può prescindere dai risultati, tantomeno a Torino.

La strada è ancora lunga, ma adesso almeno è tracciata, le indicazioni sono chiare e Torino può e deve tornare a sognare in grande. Che poi era quello promesso dal patron Avino, nei giorni scorsi insignito del riconoscimento di «torinese dell’anno 2022», scelto dai lettori del Corriere Torino. Chapeau.