NBA - They Call Me Magic: arriva il docu-film su Earvin "Magic" Johnson

Come avevamo annunciato qualche tempo fa, domani 22 aprile sarà disponibile in tutto il mondo il nuovo docu-film sulla storia di Earvin "Magic" Johnson, sulla scia di quel fortunatissimo The Last Dance che ha inaugurato un nuovo genere cinematografico in salsa sportiva.
Un successo anche la festa organizzata a Los Angeles per la presentazione ufficiale del documentario, con l'immancabile intervista amarcord per lo splendido protagonista di 14 stagioni NBA con la maglia dei Los Angeles Lakers. Così nel report de La Stampa.
Curiosità. Dopo il successo di The Last Dance, la serie di Netflix su Michael Jordan, il mio telefono ha iniziato a squillare ininterrottamente. Tutti mi chiedevano: quando racconterai la tua vita?
Una vita complessa. Altri hanno tentato di raccontare questa storia ma non hanno mai detto tutta la verità. E adesso tocca a me farlo, partendo da quando ero ragazzino a Lansing in Michigan fino al mio approdo ai Los Angeles Lakers, attraverso gli anni del basket e poi con la mia carriera da uomo d'affari, ma anche con l'annuncio che ero sieropositivo trent'anni fa e poi la scoperta che mio figlio EJ era gay. In tutti questi anni ho continuato a reinventar mi, attraversando momenti fantastici e anche bui, e sentivo che era arrivato il momento per condividere tutto questo.
Carriera inimmaginabile. Non avrei mai immaginato questa carriera: nemmeno nei miei sogni più radiosi avrei pensato di vincere così tanto e diventare tanto famoso in tutto il mondo
Modello da seguire. Ad essere sincero all'inizio non ero molto a mio agio, perché ho sempre saputo cosa voglio e come voglio farlo, ma poi pensavo sempre che qualsiasi cosa avessi fatto avrebbe avuto conseguenze sulla vita delle persone. Oggi mi piace l'idea, ad esempio, di aver ispirato alcuni giocatori della NBA a reinventarsi come businessman una volta finita la carriera.
Uno stile, un biglietto da visita per il basket. Ho intuito che tutto sarebbe cambiato quando noi e i Boston Celtics ci siamo sfidati per il titolo nel 1984. Tutti volevano vedere quelle finali e, dopo avere perso, quando ho avuto la mia rivincita l'anno dopo ho capito che la sfida tra me e Larry Bird aveva catalizzato tutta l'attenzione. Persino Michael Jordan nella serie dice di non essere stato lui a rendere il basket NBA popolare, ma che siamo stati io e Larry a farlo, e questo gli rende grande onore. Anche se poi lui lo ha portato a un altro livello.
L'impronta di Magic Johnson sul basket. Penso la mentalità vincente, l'idea di poter migliorare sempre insieme ai tuoi compagni, e poi l'amore per il gioco e per la competizione. Ho sempre giocato con gioia e passione ogni singola partita, senza mai barare e non risparmiando mai neppure un briciolo di energia.
Quali i lati sconosciuti da scoprire? Che sono un tipo emotivo, che amo mia moglie e la mia famiglia, ma anche che ho mandato al diavolo uno dei più grandi accordi economici della mia carriera non firmando con Nike. Ci sono molte testimonianze inedite, dei miei fratelli e dei miei compagni di squadra, e altrettanti filmati mai visti. Ad esempio io stesso non avevo mai visto quello in cui i Chicago Bulls e i Los Angeles Lakers ascoltarono al telefono il sorteggio fatto con una monetina per stabilire chi tra i due dovesse avere il diritto di fare la prima scelta al draft e farmi firmare. Sappiamo tutti come è andata.
Giocatori memorabili. Larry Bird per il suo tiro fantastico e la sua intelligenza in campo, Michael Jordan per il modo in cui dominava gli avversari e per come saltava rimanendo sospeso in aria e infine Kobe Bryant per la sua mamba mentality.
Cosa vuol dire essere Magic. Quel soprannome per me vuol dire fare la cosa giusta per avere un impatto positivo sulla gente. Ma non è stato facile portarselo addosso, perché ha alzato enormemente le aspettative degli altri e mi ha fatto sentire un'incredibile pressione. Per questo, come dico nel documentario,ho sopportato il peso di essere Magic, ma di tanto in tanto ho scelto di essere semplicemente Earvin.