LeBron James, la reputazione da "coach-killer", la sindrome David Blatt

LeBron James, la reputazione da "coach-killer", la sindrome David Blatt
© foto di nba.com

Nel corso dei suoi ventidue anni nella NBA, LeBron James ha avuto a che fare con una varietà di allenatori: da ex giocatori come Paul Silas, che lo ha guidato nella sua stagione da rookie, a veterani come Erik Spoelstra, fino ai contemporanei come JJ Redick, attuale coach dei Lakers. In totale, James ha avuto nove allenatori, e in diversi casi le loro partenze sono sembrate premature. Quando ciò accade, spesso l’attenzione si concentra proprio su LeBron, accusato di influenzare le decisioni dirigenziali e di spingere per il licenziamento di tecnici con cui non ha sintonia.

Questa reputazione ha iniziato a consolidarsi già prima del suo ritorno a Cleveland nel 2014, dopo l’esperienza vincente a Miami. Tuttavia, è stato il suo rapporto con David Blatt, allenatore dei Cavaliers nel 2016, a cementare l’immagine di James come "coach-killer". Nonostante Blatt avesse portato la squadra alle Finals nel 2015, la sua rimozione ha alimentato le voci secondo cui LeBron avrebbe avuto un ruolo diretto nel cambio di guida tecnica, rafforzando l’idea di un fuoriclasse capace di influenzare profondamente le scelte interne delle franchigie.

Ma Tyronn Lue, allora assistente di Blatt, ha smentito questa narrazione. In un’intervista al podcast "Club Shay Shay", Lue ha spiegato che Blatt non si era adattato alla cultura NBA, provenendo da un contesto europeo dove l’allenatore è il volto della squadra. "In NBA, i giocatori sono il volto della squadra", ha detto Lue, sottolineando la difficoltà di Blatt nel gestire le dinamiche interne. Lue ha anche aggiunto che non solo James, ma diversi giocatori erano frustrati dalle scelte tattiche di Blatt, sia in attacco che in difesa (Lue dimentica che Blatt ha concluso la sua esperienza ai Cavaliers con un record vincente di 83 vittorie e 40 sconfitte, ndr).

Dopo il licenziamento di Blatt, Lue è stato promosso a capo allenatore e ha guidato i Cavaliers al titolo NBA nel 2016. James, stanco di essere etichettato come manipolatore, ha risposto alle critiche: "Fa schifo. Ma cosa posso fare al riguardo? Non ho mai, da quando ho preso in mano un pallone da basket, ho mai minato un allenatore, mai mancato di rispetto a un allenatore". Come riportato da ESPN, alcuni lo hanno dipinto come un burattinaio che ha orchestrato la promozione di Lue, ma le parole di Lue e i risultati ottenuti sembrano raccontare una storia più sfumata.