LBA - Sandro Gamba & l'Olimpia: velocità per trovare canestri facili

LBA - Sandro Gamba & l'Olimpia: velocità per trovare canestri facili

More solito, ritorna il martedì con Sandro Gamba per il consueto commento tecnico della settimana precedente sull' Olimpia, con le interessanti riflessioni sulla pallacanestro italiana e non solo dalle colonne de La Repubblica edizione Milano.

Due partite un po' così. Con percentuali di tiro sorprendenti. In negativo. Una squadra da 90 punti a partita che fa fatica. Che fa, per una volta, arricciare il naso. 

Ho visto, tra Barcellona e Cantù, soprattutto una cosa che non dovrebbe accadere mai a una squadra, come l'Olimpia, costruita con grande cura e attenzione sulla scelta dei suoi esterni. Ho visto rinunciare a conclusioni costruite, ho visto un minimo di sfiducia in quello che si stava facendo. 

È vero che la difesa del Barcellona è particolarmente aggressiva e fisica, che ha vinto per logoramento e mette paura a chi l'affronta. Ed è vero che il derby non è mai stato in discussione, presto la tensione agonistica è scesa ­ per il divario ­ a quella di un buon allenamento.

Però le partite si giocano tutte, ci si crede sempre, si spinge sempre, anche se davanti si hanno le montagne, o se si gioca in pianura. Qual è il compito di un coach in questi casi? Intanto sdrammatizzare. 

Lo sai che Punter, Rodriguez o Datome non possono essere sempre al cento per cento, e il loro è un mestiere duro, di contatti subiti, di lavoro particolare delle difese nei loro confronti, di contatti e attenzioni.

 Togliere peso, dare fiducia, essere convinti che anche dopo nove errori prenderanno un buon tiro. E poi dare compiti precisi, curare le esecuzioni, i blocchi, le traiettorie di passaggio.

Altro discorso è trovare soluzioni alternative nelle serate in cui il tiro da fuori non funziona. E torno a battere il tasto della ricerca del gioco in velocità, del provare a sorprendere le difese, soprattutto quelle più dure, prima che si schierino, per trovare canestri facili e provare a caricarli di falli. E l'Armani ha i mezzi, e anche la velocità dei suoi lunghi che corrono benissimo il campo, per farlo. 

A proposito di uomini, stiamo arrivando al periodo della stagione in cui i coach compiono le loro scelte quasi definitive, in cui individuano i giocatori di cui fidarsi nei playoff, quando non c'è più tempo per le prove, e molto meno margine di errore. 

E devo dire che il recupero di Moraschini e Brooks arriva in tempi e modi provvidenziali per allungare le rotazioni degli esterni e dei lunghi. Perché sono due giocatori fisici, due che non si tirano indietro nella mischia, che vanno bene a rimbalzo, che rendono più solida la difesa e sanno prendersi le botte.

Hanno voglia e fame di minuti, stanno ritrovando fiducia nelle loro soluzioni, anche offensive, cosa per gli equilibri tecnici di entrambi — meno consolidati di altri ­ può solo far bene. Faranno parte anche loro del nocciolo duro che si giocherà la stagione, ed è un'ottima notizia.