Urania Milano: i 41 punti di Amato e quel “fino alla fine” contro Agrigento

30.01.2023 12:20 di  Paolo Corio  Twitter:    vedi letture
Urania Milano: i 41 punti di Amato e quel “fino alla fine” contro Agrigento
© foto di Francesco Iasenza

“Fino alla fine” è una strofa che riecheggia nell’inno dell’Urania Milano e cosa voglia dire lottare fino alla fine gli uomini di coach Davide Villa l’hanno dimostrato superando al secondo overtime Agrigento per 126-121 proprio davanti agli occhi di tutte le squadre del vivaio, chiamate sul parquet nell’intervallo di una partita già entrata di diritto nella storia dei Wildcats per la sua trama cinematografica.

Dopo la sesta sirena, raccogliendo le ultime forze Pullazi (24 punti e 15 rimbalzi in 42 minuti di impiego) ed Hill (27 punti e 11 rimbalzi in 45 minuti) saltano per dare il cinque ai ragazzini delle giovanili raccolti sulla tribuna dietro il canestro, gli unici in maglia Urania che si siano salvati dalla valanga di antisportivi (due a Montano, espulso nel terzo quarto, uno a Piunti, poi fuori per cinque falli nella quarta frazione al pari di Potts ed Ebeling) e di tecnici fischiati ai Wildcats da una terna arbitrale che rimarrà altrettanto indimenticabile per la lunga serie di incomprensibili fischi contro l’una come l’altra squadra.

A distribuire e raccogliere “high five” è poi anche e soprattutto Andrea Amato, terzo e ultimo senior dell’Urania a essere riuscito a sopravvivere allo tsunami arbitrale per mettere la firma sulla decima vittoria stagionale con una prestazione “monstre” per minutaggio (48) e per tabellino: 41 punti (con 5/7 da due e 6/12 nelle triple), 15 assist e 4 rimbalzi. Ma gli applausi del pubblico dell’Allianz Cloud vanno anche a Marra (classe 2003) e Valsecchi (classe 2004) che, gettati forzatamente sul perimetro, si sono dannati l’anima nella decisiva dozzina di minuti finali per cercare di fermare Ambrosin (37 punti in 41 minuti, prima di uscire per falli a 35” dal termine) e Grande (22 punti in 34’).

Per l’orgoglio dei piccoli giocatori dell’Urania presenti sugli spalti, che in Valsecchi e Marra sognano di rivedere loro stessi tra pochi anni, la missione dei due giovanissimi viene condotta a sua volta “fino alla fine” con qualche brivido (quel fallo di Valsecchi a 16” dall’ultima sirena che rischia di riaprire la partita sul 124-120) e con la scena da lieto fine in stile commedia americana che vede Marra andare a canestro per infilare in contropiede il 126-121 che chiude i giochi. E per poi tornare in campo, a spalti ormai semi-vuoti, a raccogliere le bottiglie di plastica davanti alla panchina per gettarle nel bidone dei rifiuti: perché “fino alla fine” nel codice dell’Urania Milano è anche questo. (Paolo Corio)