A2- Torino, lettera aperta dell’ex AD Vecchi in seguito alle parole del patron Avino
A seguito della conferenza stampa di ieri che il patron della Reale Mutua Torino Avino ha indetto, insieme a coach Ciani, per fare un primo bilancio della prima parte della stagione, riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta dell'ex ad Loredano Vecchi, che sentitosi chiamato in causa, ha deciso di affidare a Pianetabasket una lettera aperta per chiarire il suo punto di vista e gli accordi stabiliti dopo che gli era stata affidata la delega dalla società torinese a portare avanti una trattativa che avrebbe portato ad un accordo con Grantorino Basketball Draft Società Cooperativa Sportiva.
“Ho sempre avuto un grande rispetto per “chi ci mette i soldi”; ancor di più per coloro che li mettono nello sport. E David Avino è uno di questi. Ho sempre nutrito un grande rispetto per la Società, per il suo Presidente, per la Squadra, lo Staff, per tutto il Team; per i Tifosi, per i Volontari, per i Media e tutti gli altri Stake-Holders.
Ho rispettato anche la decisione del Presidente (che non condividevo affatto) di non aderire alla nascente cooperativa torinese dedicata allo sviluppo del settore giovanile del basket; gli ho solo rimproverato che, nel caso avesse avuto dei pre-giudizi, avrebbe dovuto dirmelo subito.
Non rimpiango nulla, anzi; sono grato a David e lo ringrazio per avermi voluto a BT e sono davvero orgoglioso per il lavoro che abbiamo fatto assieme, fino alla (quasi) fine della stagione scorsa.
Premesso che la vera ragione per la quale ho deciso di dimettermi, non da DG, ruolo per il quale il contratto aveva una scadenza naturale al 30 giugno (e per il cui rinnovo mi era stato detto che non c’erano problemi) ma da Consigliere di Amministrazione e AD (con un mandato triennale) è stata la mancanza di rispetto sia verso il ruolo di AD, sia verso la mia persona da parte del Presidente Avino, siccome da parte sua continua un atteggiamento immotivatamente ostile nei miei confronti e, nonostante il mio silenzio, non è la prima volta che vengo direttamente chiamato in causa in modo non del tutto corretto, a seguito della conferenza stampa di ieri (vista sulla pagina Facebook di BT), mi pare giunto il tempo di fare chiarezza.
Sulle ragioni delle mie dimissioni, al contrario di quanto affermato dal Presidente Avino nella conferenza stampa di luglio e da alcune ipotesi riportate dai media, come detto prima, la motivazione è stata la reiterata mancanza di rispetto.
In merito alla vicenda del progetto di SG, che poi ha dato vita alla cooperativa che oggi si chiama Gran Torino Draft, preciso che: nel CdA di Basket Torino del 8 maggio presentai un progetto per il SG che proponeva come possibile soluzione la costituzione di una cooperativa tra società sportive con lo scopo di gestire un SG di alto livello; nella nota scritta presentata al consiglio i soggetti indicati come già disponibili a fondare la cooperativa erano: PMS Moncalieri (con 2 società), Basket Collegno (con 2 società), AreaPro (con 4 società), Basket San Paolo. Oltre a queste ne indicano anche alcune assolutamente interessate, ma non ancora pronte. Quindi “i compagni di viaggio” erano noti fin dall’inizio.
In quel progetto, oltre al funzionamento della cooperativa, era indicato ovviamente anche lo scopo mutualistico: “assicurare ai soci un coordinamento tecnico di livello superiore e dare l’opportunità ai giovani tesserati meritevoli di poter coltivare il loro talento sportivo restando «a casa»”
trai doveri vincolanti della cooperativa era incluso quello di assicurare a Basket Torino, n.q. di partecipante al campionato nazionale senior di massimo livello, il rispetto delle specifiche obbligazioni FIP verso la disputa di campionati del SG (anche in caso di serie A).
Il consiglio mi affidò un mandato a proseguire nel negoziato sulle basi di quanto esposto ed il Presidente, successivamente, mi assegnò alcuni target.
Nella bozza di statuto e nella bozza di regolamento negoziate e concordate con le altre società promotrici della cooperativa e presentata al Presidente a metà giugno erano state accolte le richieste di BT; le bozze prevedevano:
- per quanto concerne la partecipazione ai campionati giovanili:
Per BT la possibilità di continuare l’attività diretta con i tesserati di BT per i gruppi under 13 e under 15 ed eventualmente l’under 17 coerentemente con le linee guida della cooperativa;
- per quanto concerne la governance:
A BT un membro in CdA (su 5)
A BT un membro del Comitato Tecnico (su 3)
Il coinvolgimento permanente dell’Head Coach di BT da parte del Comitato Tecnico della Cooperativa
Il ruolo di società satellite di BT della nuova società
La titolarità di BT della scelta degli atleti da utilizzare con doppio tesseramento in serie A2
La sottoscrizione da parte dei soci di un patto di non concorrenza sia per le attività sul territorio, sia per il reclutamento degli allenatori e più in generale dello staff:
- per quanto concerne la parte economica:
Un contributo annuo di BT alla coop pari a poco più della metà del costo del SG nella stagione 2022-23 di BT (già inferiore di ca. il 30% a quello della stagione precedente)
Un contributo di Collegno pari al 75% del costo del campionato di serie B
L’Eventuale differenza tra i costi e i ricavi a copertura del budget della cooperativa in carico pro-quota per atleta tesserato alle società di provenienza
Nel caso di promozione di BT in serie A e, con le regole attualmente in vigore, l’obbligo di tesseramento diretto del SG, i costi sostenuti direttamente da BT sarebbero stati ripartiti e condivisi con la cooperativa con le stesse modalità di finanziamento già indicate.
Quindi BT, di fatto sarebbe stata una vera e propria “locomotiva” e avrebbe avuto la leadership del gruppo; una leadership da esercitare nel merito non essendo possibile, per la natura della società, esercitarla attraverso il controllo dell’assemblea dei soci.
E mi pare che non sia esattamente ciò che il Presidente Avino, che n.q. di proprietario di BT è certamente libero di scegliere con quale modalità portare avanti “il suo disegno” di SG, ha dichiarato in conferenza stampa".