Olimpia Milano: per il fallimento in Coppa si faranno i conti in estate

Olimpia Milano: per il fallimento in Coppa si faranno i conti in estate
© foto di Savino Paolella

Massimo Pisa torna con il suo consueto editoriale sull'Olimpia Milano dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro la GeVi Napoli nelle pagine dell'edizione milanese de La Repubblica. 

"Dominata per 39 minuti, giustiziata a 14 secondi dalla fine da Pullen - uno che quei canestri li segna da una carriera, e Hall che lo marcava doveva saperlo - e infine due volte tradita da Napier, l’Armani si è consegnata da domenica sera al più sottile dei supplizi: dieci giorni di cattivi pensieri, un deserto di tormenti da attraversare durante la pausa per le Nazionali, con i convocati in diaspora, Ettore Messina in breve gita americana a trovare il figlio, i reduci e gli acciaccati a far lavoro individuale in palestra. Tutti lontani, ognuno col suo rimorso. Li porteranno in azzurro Nick Melli, capitano indomito che la Coppa Italia se la sarebbe meritata (unico) davvero, e gli altri selezionati da Gianmarco Pozzecco. Volerà in Costa d’Avorio Alex Poythress, ormai giubilato nelle rotazioni d’Olimpia. Massaggi ed esercizi al Forum per il resto della ciurma, da Achille Mirotic ai campioni del mondo Lo e Voigtmann, passando per Shields che alla chiamata della Danimarca (patria di mammà) risponderà un’altra volta: qui dovrà interrogarsi, e lo staff con lui, a come si faccia a passare da una semifinale da dominatore contro Venezia a una finale tutta sbagliata contro la Gevi, fatti salvi i 44 secondi con le due triple dell’illusione finale.

Misteri che Messina ha infilato in valigia e che già ha squadernato nell’amara notte torinese: "La connessione non è lì, e parliamo di giocatori molto esperti. Poi, se riuscissimo ad aver chiaro il perché e il per come, sarebbe interessante." La soluzione, che una volta stava a pagina 46, qui non s’intravvede. "Abbiamo fatto un passo indietro importante e purtroppo è un leit motiv di questa stagione, ogni volta che pensi di essere arrivato." In una parola: "Abbiamo fallito." E non conta che la stessa cosa potrebbero dire le altre due favorite delle Final Eight, perché né la magnifica Virtus europea né la Brescia splendida capolista avevano qualcosa da farsi perdonare. L’Armani sì, e aver schiantato due squadre di Eurocup come Trento e Venezia prima di liquefarsi in finale rappresenta un’aggravante, non il contrario. Il binario morto su cui si trovano le ambizioni di inizio anno somigliano sinistramente a quelli di dodici mesi fa.

Identica posizione in Eurolega, a due vittorie dalla quota della post-season, e ricordiamo come finì. Quattro punti in meno e un paio di posizioni peggio in campionato, dove l’attuale terzo posto creerebbe una rotta di collisione con la Segafredo in semifinale. In quell’inizio di ’23 la spinta propulsiva di Napier riuscì comunque a raddrizzare l’umore della stagione fino allo scudetto della terza stella: oggi - e non c’è bisogno di scomodare il compagno Berlinguer per constatarlo - quella spinta è esaurita, i problemi in attacco si ripresentano ogni volta che gli avversari ci mettono i muscoli e che infilano in velocità la difesa Armani. Lo Shabazz II rischia di finire nella stessa cesta delle scelte andate a male, il peccato originale dell’annata che è il vero elefante nelle stanze dei bottoni ad Assago. Sperare che una squadra così fragile possa concedersi un colpo di coda in Europa è, ad oggi, velleitario. Restare fuori da quei playoff per il secondo anno consecutivo sarebbe il vero fallimento che nemmeno l’eventuale tricolore numero 31 saprebbe cancellare del tutto. L’estate, comunque vada, sarà tempo di redde rationem."