Amedeo Della Valle: «Giocare a Milano per un italiano non è semplice. Tanti hanno fatto fatica»

08.05.2025 21:25 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
Amedeo Della Valle: «Giocare a Milano per un italiano non è semplice. Tanti hanno fatto fatica»
© foto di Ozbot / Ciamillo

Amedeo Della Valle è stato ospite del BSMT di Gianluca Gazzoli ed è tornato a parlare della sua esperienza a Milano. "Io ho fatto quattro anni a Reggio Emilia, passai da una università che aveva 70mila studenti a un paesino di Reggio Emilia dove vedevo signore andare a fare la spesa. Il college ti porta fuori dalla normalità. Ma a Reggio ho fatto quattro anni fantastici, è stata una tappa molto felice. Poi ho deciso di fare il salto a Milano, pensavo fosse il momento sia a livello tecnico che economico. Il primo anno è stato difficile, è finita un'era con l'uscita di Proli e l'arrivo di Messina dall'America, che per altro mi aveva appena tagliato dalla Nazionale. Io avevo già le valigie pronte, ma mi disse che credeva in me: è stato il primo ad avermi dato una realtà opportunità per giocare in EuroLega. Giocavo a volte più che in campionato. Ho avuto la fortuna di giocare con Scola e Rodriguez, due leggende umane. Poi è stato l'anno del Covid: mi ero infortunato al piede, avevo giocato meno. E insieme alla società ho deciso di provare ad andare all'estero".

Cosa vuol dire giocare a Milano. "Non è sempre semplice, il palazzetto non è sempre caldo. Si aspettano che tu vinca e vinca sempre. Devi avere un livello di esigenza molto alto per giocare in un posto come Milano. Perché è così complicato per i giocatori italiani? Difficile da spiegare. Tanti giocatori hanno fatto fatica: io giocano a Milano con Fontecchio, non metteva piede in campo. Nessuno si aspettava potesse diventare questo giocatore, anche se si vedeva che fosse forte e bisognava avere coraggio di buttarlo in campo. Le responsabilità sono sempre nel mezzo, è sempre un po' e un po'. Non è semplice. Penso che il tipo di giocatori che fanno bene a Milano sono giocatori che già hanno acquisito uno status. Giocatori che magari fanno bene, vanno via, poi ritornano con uno status".