NBL - Al via la stagione: tutto su un mercato milionario e sulle Next Stars da lottery

Immaginate una Serie A da sole 10 squadre, tutte con i conti in regola dovuti a rigidi controlli, un tetto salariale da rispettare e un'arena da 5000 posti sempre piena come requisito minimo, che si innalza a 7500 per eventuali nuove franchigie, senza promozioni o retrocessioni. Immaginate che si giochi solo in primavera-estate, playoff inclusi, da fine marzo a metà settembre, con una partita di campionato in diretta televisiva ogni sera o quasi, e la vostra squadra del cuore a giocarne in media 2-3 alla settimana. Il tutto, mentre il calcio è a riposo fino all'inverno e la pallacanestro è la principale attrattiva sportiva durante le vacanze.
Questa è, grosso modo, la NBL australiana. Con la differenza che, nel sottosopra dell'Emisfero Sud, la bella stagione comincia quando qui finisce e noi boreali accogliamo malinconici settembre tra Righeira, PFM, Green Day, Brunori Sas, Verdena, Thegiornalisti e compagnia cantante. E con l'altra grossa differenza che, ciò che da noi è il calcio, là è il Football australiano, Aussie rules.
Sono due i temi caldi di questa off season: un mercato da record e una svolta del programma Next Stars, che punta più alla qualità che alla quantità.
Mai come quest'anno le squadre di fondo classifica hanno investito pesante per il rilancio, e le big non sono state certamente a guardare. 4 giocatori percepiranno un ingaggio milionario (Bryce Cotton di Adelaide, Jack McVeigh dei Cairns Taipans, Jo Lual-Acuil dei Perth Wildcats e Xavier Cooks dei Sydney Kings), evento raro a queste latitudini, e non mancano i nomi che sanno di nostalgia NBA, come Montrezl Harrell e JaVale McGee.
Al contempo, dicevamo, lo scouting delle stelline del domani non è numericamente ricco come in passato. Solo 4 squadre potranno contare su una Next Star, ma la NBL nutre elevate speranze di continuare a far parlare di sé al Draft 2026, dopo aver spedito negli States Rocco Zikarsky, Alex Toohey e Lachlan Olbrich lo scorso giugno.
I ragazzi copertina di quest'anno sono sicuramente Karim Lopez (New Zealand Breakers) e Dash Daniels (Melbourne United), visti recentemente entrambi in lottery nei mock draft. Per l'ala messicana del 2007 potrebbe essere la stagione della consacrazione, con tanti minuti a disposizione. Per il fratellino di Dyson, 8 mesi più giovane e ancora minorenne, si prospetta invece un apprendistato più in sordina. Completano il quartetto un terzo 2007, il lungo francese Noa Kouakou-Heugue (Perth Wildcats), e lo specialista difensivo trinidadiano classe 2004 Malique Lewis (SEM Phoenix).
Chi ha maggiori possibilità di succedere agli Illawarra Hawks nell'albo d'oro? Come si presentano al via le 10 sorelle? È tempo di scoprirlo, come sempre in rigoroso ordine alfabetico.
ADELAIDE 36ERS
"Si limiterà a vincere?" - così si domandava Diego Cattaneo, a fianco di Franco Bragagna, prima della finale olimpica di short track di Salt Lake City 2002, specialità 1000 metri. Si riferiva ad Apolo Anton Ohno, idolo di casa e dominatore della disciplina. Ma a trionfare, rocambolescamente, fu l'ultimo uomo rimasto in piedi, l'australiano Steven Bradbury.
Ecco, gli Adelaide 36ers si limiteranno a vincere? Per la terza volta negli ultimi 4 anni, la compagine del South Australia si presenta ai nastri di partenza con quello che, sulla carta, è il miglior pacchetto import. Risultati di Adelaide nelle ultime 4 stagioni? Settimi, ottavi, noni, sesti. Su dieci. La carta e il campo non si equivalgono, né spendere tutto il budget sui 3 stranieri è una scelta che porta da qualche parte che non sia il fondo della classifica. Ma non è nemmeno il caso dei 36ers, che annoverano tra le loro file due atleti locali che sarebbero titolari in qualsiasi altra squadra NBL, la guardia Dejan Vasiljevic e il lungo Isaac Humphries. Ormai da anni c'è scetticismo attorno ad Adelaide, che sembra voler tirarsi fuori dalla palude della mediocrità non cambiando approccio, ma sparandola sempre più grossa. Quest'anno i botti sono clamorosi: confermato Montrezl Harrell, Adelaide aveva forse un solo modo per non far rimpiangere la sensazione Kendric Davis, roba da 25 punti e 8 assist di media e secondo miglior giocatore dello scorso campionato, ovvero ingaggiare il migliore. E così è stato: i Sixers sono riusciti a strappare ai Perth Wildcats il giocatore più dominante e glorioso della NBL moderna, Bryce Cotton. E, in barba al salary cap, ecco che il terzo import è un ex Eurolega, già più che rodato in Australia: Zylan Cheatham. Certo, il pallone è uno solo e Cotton è abituato ad averlo per sé per 40 minuti, e non è previsto un vero playmaker nel primo quintetto, ma in patria, in molti, li danno per stra-favoriti. A maggior ragione da quando, ai primi di settembre, l'avvocato di Bryce Cotton ha messo a segno il colpaccio dell'estate: dopo anni di attesa, il suo assistito ha ottenuto la cittadinanza australiana. Il che, potenzialmente, significa che Adelaide potrebbe tornare sul mercato per un altro straniero.
PG: Bryce Cotton / Isaac White / K. Rasmussen
SG: Dejan Vasiljevic / Michael Harris
SF: Flynn Cameron / Matt Kenyon
PF: Zylan Cheatham / Montrezl Harrell
C: Isaac Humphries / (Ben Griscti)
BRISBANE BULLETS
"We never learn, we've been here before, why are we always stuck and running from the bullets?", cantava Harry Styles nella hit mondiale "Sign of the times". È un segno dei tempi, che cambiano, quello che i Bullets, dopo anni di mercato a pane e cipolle e di triste anonimato nella zona medio-bassa della classifica, rompano indugi e salvadanaio con una squadra molto ambiziosa. Il problema, come per Adelaide, è che il pallone sia uno solo. Sono già stati qui, i Bullets. Avranno imparato? Schiveranno la pallottola? Le due conferme di maggior talento sarebbero già solidissime candidature a primo e secondo violino: l'ala americana Casey Prather è reduce da una stagione a oltre 21 punti di media, e il big man neozelandese Tyrell Harrison - 14 punti e quasi 10 rimbalzi a gara, più una off season a Porto Rico da 19+10 - è in piena maturità artistica e voglioso di farsi notare dalla NBA.
In cabina di regia, poi, è arrivato l'ex MVP Jaylen Adams, dopo 18 punti e 6 assist ad allacciata a Sydney, e lo spostamento da una contender come i Kings a una mina vagante come i Bullets sa di volontà di rimpinguare ulteriormente il tabellino. A dispetto di quel cognome financo ridondante, all'ultima addizione al roster dei blu del Queensland, l'esterno Javon Freeman-Liberty, non sarà forse garantito d'essere uomo libero di viaggiare sopra i 20 punti di media come nelle ultime due stagioni in G League. In panchina, dopo una vita dietro la scrivania, anche ad alto livello in NBA, esordisce a livello professionistico il 49enne americano Stu Lash. Ci sono tutti gli ingredienti per una stagione da terribile underdog, o per una stagione terribile e basta. Se tutti i pezzi si incastreranno, i Bullets saranno una macchina da canestri con pochi rivali, e molto passerà per la salute degli equilibratori difensivi autoctoni, il play Mitch Norton e lo swingman Sam McDaniel, quest'ultimo ai box per tutto il 2024/25 dopo un infortunio alla prima di campionato. Sullo sfondo, sulla riva del fiume Brisbane, ad attendere altrui passi falsi o infortuni c'è nientepopodimeno che Lamar Patterson. Sì, quel Lamar Patterson che furoreggiava in LBA ed Eurocup con la defunta Fiat Torino Auxilium, e che per due anni consecutivi, 2019 e 2020, veniva incluso nel primo quintetto NBL proprio con i Bullets. Di lì, una rocambolesca discesa, sino a calcare i parquet indiani e quelli della seconda e semi-professionistica lega australiana. Ora, a 34 anni, Patterson sembra aver ritrovato il peso forma dei giorni migliori, e, reduce da una campagna da quasi 29 punti, 7 rimbalzi e 6 assist al piano di sotto, per lui si sono riaperte le porte della NBL da "straniero di scorta".
PG: Jaylen Adams / Mitch Norton
SG: Javon Freeman-Liberty / Taine Murray
SF: Alex Ducas / Sam McDaniel / Lamar Patterson*
PF: Casey Prather / Jacob Holt / Jack Purchase
C: Tyrell Harrison / Tohi Smith-Milner
CAIRNS TAIPANS
Quando a inizio estate la proprietà dei Taipans ha annunciato un all-in per vincere il titolo, con la squadra che era uno scatolone vuoto, ci siamo un po' tutti messi a ridere. I Taipans: quelli che in 26 anni di militanza in NBL non hanno mai vinto nulla e sono andati ai playoff solo 9 volte (e, alcuni anni, andare ai playoff significava arrivare quarti su 8). I Taipans: quelli che a volte, con lo stipendio di Bryce Cotton, ci hanno pagato tutta la squadra. E, per vederli ai playoff, occorre che peschino dal sommerso tre americani supersonici, uno-due rookie australiani fenomenali in uscita dal college, più un coach e qualche ex talento locale da rivitalizzare: spesso gli arancioni del North Queensland sono stati costretti a uno scouting veramente creativo, che ha tirato fuori dal cilindro non il solito usato sicuro, ma futuri giocatori di alto profilo come Devon Hall, Scottie Wilbekin, Travis Trice, Melo Trimble e Cameron Oliver.
Ora, inaspettatamente, il board della cenerentola d'Australia, ultima classificata nel 2024/25, butta un milione fumante nel cc di Jack McVeigh, l'MVP delle Finals 2023/24, di ritorno da una scampagnata in G League con assaggio di NBA. E, poco prima di Ferragosto, fuochi d'artificio sulla barriera corallina, con 5 botti di mercato nello stesso giorno: i rookie Mawot Mag e Reyne Smith (quest'ultimo credibilissimo candidato a miglior giovane dell'anno) e il referenziato trio import Admiral Schofield - Marcus Lee - Ashton Hagans.
Dopo aver incantato da rookie e deluso da sophomore, al terzo anno siamo di nuovo saltati tutti sul carro di Sam Waardenburg, talentuoso e intelligente ala/centro neozelandese, pronto per la consacrazione. Insomma, squadrone. Cosa potrebbe andare storto? Perdere l'asse play-pivot a una settimana dall'avvio della stagione, per esempio: Hagans rimane negli States a causa di problemi di visto e Waardenburg si infortuna seriamente alla caviglia. Cairns torna celermente sul mercato americano e si porta a casa Andrew Andrews, vecchio pallino della Reyer, ottimo giocatore ma diversissimo dal floor general attorno a cui era stata costruita la squadra. Quanto ai 2-3 mesi di assenza di Waardenburg, dovrà inventarsi qualcosa coach Adam Forde, un Rino Gattuso australe con mani tatuate e nessuna paura di andare a muso duro contro Aron Baynes - 208cm x 118kg - durante un derby con Brisbane. Ci sarebbero ottimi ingredienti, ma le magre opzioni in uscita dalla panchina e gli ultimi accadimenti rischiano di far sfumare ogni velleità prima ancora di cominciare.
PG: Andrew Andrews / Kyle Adnam
SG: Reyne Smith / Kody Stattmann
SF: Admiral Schofield /Alex Higgins-Titsha
PF: Jack McVeigh / Kyrin Galloway / Mawot Mag
C: Marcus Lee / (Sam Waardenburg)
ILLAWARRA HAWKS
Ogni mattina, tutti gli anziani d'Australia si danno appuntamento sotto la sede degli Illawarra Hawks e, rigorosamente con le mani dietro la schiena, scuotono il capo e spiegano cos'avrebbero fatto meglio: il roster dei campioni NBL è un cantiere aperto, e tale rimarrà all'avvio della stagione. Dei tre tenori del pacchetto esterni è andato via Trey Kell, che monetizza in Giappone, e sono rimasti l'MVP morale Davo Hickey e capitan Tyler Harvey. MVP morale, l'aborigeno Hickey, perché non gli sono bastati 15 punti, 6 rimbalzi e 6 assist di media a sollevare il trofeo individuale delle Finals, andato a Matthew Dellavedova degli sconfitti Melbourne United, a causa di un discutibile sistema di voto. In Australia dal 2020, poi, Harvey attende di diventarne cittadino, il che potrebbe liberare uno slot straniero come ad Adelaide. Il progetto è di promuovere Hickey in quintetto e di scommettere, almeno in partenza, su un ragazzo che, da professionista, ha giocato solo in Nuova Zelanda e sud-est asiatico: coach Justin Tatum, papà d'arte, ha portato a Wollongong in prova JaQuori McLaughlin. Ex Otago Nuggets, e quindi candidabile a un posto nella band di Maurizio Carucci, la point guard è già stata diretta da Tatum Sr. in Indonesia, nel Pelita Jaya, dove entrambi hanno chiuso il loro 2024/25.
Sotto canestro, tante idee ma confuse: le opzioni nel frontcourt sono miriadi, ma quasi tutte accompagnate da asterischi. Persa la corsa a Matt Hurt contro la Trapani Shark di Valerio Antonini, e perso anche l'assalto a Jack McVeigh contro i Cairns Taipans, sono teoricamente addirittura 7 i giocatori che potrebbero avere minuti in ala grande, con Jonah Bolden a rappresentare l'opzione più credibile per un ruolo da titolare, senza però aver mai incantato dal suo ritorno sul parquet. Gli Hawks si consolano sotto le plance con il nome ad effetto, JaVale McGee, che avrà anche l'età del dattero, ma viene da una stagione di dominio nel BSN portoricano a fianco di Danilo Gallinari nei Vaqueros de Bayamón, ma c'è qualche preoccupazione legata ai postumi di una polmonite, mentre il pezzo pregiato local, Sam Froling, sarà a lungo ai box dopo la rottura del tendine d'Achille.
PG: William Hickey / JaQuori McLaughlin
SG: Tyler Harvey / Biwali Bayles
SF: Wani Swaka Lo Buluk / Todd Blanchfield
PF: Jonah Bolden / Mason Peatling /Dan Grida
C: JaVale McGee / Harry Froling / (Sam Froling)
MELBOURNE UNITED
Le tasse, la morte, i Melbourne United ai playoff: le solide certezze della vita. A modo loro: con quella squadra un po' così, con quegli import un po' così, che non accendono i cuori di scommettitori e giocatori di fantabasket, con quella coppia di centri un po' così, che non infiammano l'arena a suon di doppie doppie e schiacciate spaccatabelloni. Ricordandoci, insomma, che il basket non è il circo, ma un ragionato sistema corale. Melbourne viene da due finali scudetto consecutive, entrambe perse, ma le finali le perde chi le gioca. Ogni anno la stessa storia: in free agency va via qualche pezzo pregiato locale (e quest'estate è la volta di Dellavedova e Jack White) e tira aria di ridimensionamento, ma, in un modo o nell'altro, coach Dean Vickerman trova il bandolo della matassa. Quest'anno sì, c'è qualche scommessa in più da vincere. Le chiavi della regia passano dall'eterno Delly al giovane americano Tyson Walker, alla prima esperienza overseas, e, al posto di White, in ala forte è arrivato il neozelandese Finn Delany, che, a 30 anni, deve capire cosa vuol fare da grande. Dopo un sontuoso 2020/21 da 16 punti e 7 rimbalzi con i New Zealand Breakers, il Kiwi ha fatto la spola tra 3 continenti, trasformandosi progressivamente in role player di contorno. Vickerman dovrà poi rivitalizzare Milton Doyle, giustiziere di Melbourne nelle Finals di due anni fa e reduce da un triennio tasmaniano chiuso in lento decrescendo, dominando alla voce palle perse. Detto di un Chris Goulding che, a quasi 37 anni, prosegue nel suo patto col diavolo e continua a sparare quarantelli in scioltezza, c'è curiosità per il nuovo che avanza, Dash Daniels, 19 anni più giovane. Sotto le plance, l'anglo-olandese volante Jesse Edwards presenta la sua candidatura a stoppatore dell'anno, ma forse non è il giocatore che serviva a questo roster.
PG: Tyson Walker / Shea Ili / Tom Wilson
SG: Milton Doyle / Dash Daniels
SF: Chris Goulding / Tanner Krebs / Malith Machar
PF: Finn Delany / Kyle Bowen
C: Jesse Edwards / Fabijan Krslovic
NEW ZEALAND BREAKERS
Tutto cambia affinché quel poco che cambia sia un ritorno al passato. Rivoluzione in casa New Zealand Breakers, a partire da una nuova proprietà, ma è una rivoluzione gattopardesca e reazionaria, come se il nuovo board dei Kiwi fosse formato da Don Fabrizio Corbera, principe di Salina, e Ignazio di Loyola. Alla fine, rimangono 6 giocatori dell'anno scorso e 3 dei nuovi innesti sono cavalli di ritorno. Dopo un triennio in canotta rosa, i Breakers si ridipingono dell'identitario nero, che da sempre identifica l'arcipelago nello sport, e con cui, da ospiti nella lega d'Australia, hanno alzato al cielo quattro titoli NBL. Identità: si ritorna a un roster composto al 50% da atleti neozelandesi, dopo che, nel recente passato, di Tall Blacks non se ne vedeva che col lumicino. Prima è addio, a mai più, per carità, poi sorrisoni e bentornato: Parker Jackson-Cartwright, guizzante point guard tutta punti e assist, stella assoluta dei Breakers, per la seconda volta si congeda sbattendo la porta e per la seconda volta poi rinnova, e sono 3 le stagioni consecutive a Auckland per l'ex ASVEL. Sulle spalle del talentuosissimo ma fragile 18enne messicano Karim Lopez, possibile pezzo pregiato del Draft 2026, peseranno responsabilità importanti e la sensazione, come l'anno scorso, è che il confermato coach Petteri Koponen si ritrovi un lungo roster di opzioni tra loro equivalenti, in cui, se a Jackson-Cartwright prende un raffreddore, non si sappia a che santo votarsi. E poi, da un eccesso all'altro: fallito miseramente l'esperimento Tacko Fall, i Breakers del 2026 paiono leggerini e piccoletti sotto le plance. Buon lavoro, coach Petsku: partendo in sordina, da candidati al cucchiaio di legno, solitamente si lavora bene.
PG: Parker Jackson-Cartwright / Taylor Britt
SG: Izaiah Brockington / Izayah Le'Afa
SF: Karim Lopez / Sean Bairstow / Carlin Davison
PF: Rob Baker / Reuben Te Rangi / Max Darling
C: Sam Mennenga / Rob Loe
PERTH WILDCATS
In fondo, l'attesa del nuovo playmaker americano è essa stessa il nuovo playmaker americano, come diceva il filosofo tedesco Gotthold Ephraim Lessing, grande appassionato di NBL. Non c'era però bisogno di essere grandi illuministi settecenteschi per pronosticare che, nell'ultimo anno di contratto, Bryce Cotton avrebbe fatto fuoco e fiamme. A quasi 33 anni e dunque in vista dell'ultimo contratto pesante della carriera, il più grande import della NBL moderna, da 9 stagioni faro dell'attacco dei Wildcats e già gran visir de tüc gli statpadder, ha oltremodo imbellettato il tabellino individuale, chiudendo il 2024/25 alle irreali cifre di 28,6 punti di media, 5,5 in più del 2023/24. Perth promette il rinnovo milionario, poi cincischia, quindi lo shock: Cotton saluta e, con in tasca l'accordo più ricco della storia della NBL, si accasa agli Adelaide 36ers, i rivali. A voler fare gli avvocati del diavolo che guarda l'uva e dice che è acerba, infliggersi un salasso triennale per un giocatore che a fine contratto andrà per le 36 primavere non è alta finanza, cosiccome pare improbabile che, a pancia e tasche piene, Cotton continui a trentelleggiare come un demonio. Tutto bene, tutto plausibile, ma a inizio settembre, a fronte di una free agency partita a marzo, i Wildcats non avevano ancora il sostituto. Infine, a due settimane dalla prima palla a due, è arrivato Mason Jones, MVP dell'ultima stagione di G League. Mica bau bau micio micio, come si dice nel West Australia, ma è comunque ingiusto aspettarsi 28,6 punti di media da un novizio. Più probabile che l'ottimo contorno della squadra dell'anno scorso, confermata quasi in blocco, proverà più spesso gioie e dolori del mirare verso il canestro. Gli altri due import, i confermati Windler e Doolittle, farebbero gola a tutte le avversarie, e sotto canestro c'è il neo milionario Jo Lual-Acuil: per gli addetti ai lavori, la finale sarà Adelaide-Perth.
PG: Mason Jones / Elijah Pepper / Dontae Russo-Nance
SG: Ben Henshall / Sunday Dech
SF: Dylan Windler / Lat Mayen
PF: Kristian Doolittle/ Noa Kouakou-Heugue / Jesse Wagstaff
C: Jo Lual-Acuil Jr. / David Okwera
SOUTH EAST MELBOURNE PHOENIX
- 12 giugno 2025. Omari Moore è ufficialmente un nuovo giocatore dei SEM Phoenix. Point guard classe 2000, di 197 cm, è reduce da una stagione da oltre 15 punti, 5 rimbalzi e altrettanti assist di media nel Daruşşafaka.
- 8 luglio 2025. Come Mamoru "Milord" Chiba di Sailor Moon nel celeberrimo meme, Omari Moore indossa lo smoking, distende il mantello e annuncia: "Il mio lavoro qui è finito". "Ma non hai fatto niente", risponde South East Melbourne, che però incassa un buyout da Valencia, pronta a farlo esordire in Eurolega. Contestualmente, è tempo di un sentito grazie a Larry Tesler, il mai troppo compianto inventore del copia-incolla: sfumato Bryson Williams, finito a Reggio Emilia, sempre dalla Turchia arriva il lungo belga Vrenz Bleijenbergh, 208 cm, con l'arduo compito di non far rimpiangere il neo trapanese Matt Hurt. Per chiudere il roster, mancano un play e un'ala piccola.
- 5 agosto 2025. Hunter Maldonado firma con SEM. Vincitore della G League con gli Oklahoma City Blue, il classe 1999 - di altezza variabile tra i 198 e i 201 cm a seconda dei siti - viene da una stagione in Germania con il MHP Riesen Ludwigsburg, chiusa a medie di 10 punti, 4,8 rimbalzi e 1,8 assist. Bene, manca solo il play, diremmo. E invece è proprio Maldonado la point guard designata. Quali squadre ha allenato in Europa il coach di SEM, l'americano Josh King, prima dello sbarco in Australia? Esatto: proprio MHP Riesen Ludwigsburg e Daruşşafaka, le squadre di Maldonado e Moore. Ne saprà qualcosa in più di leggenti e scrivente, allora, coach King, per quanto noi si possa storcere il naso.
- 7 agosto 2025. Ricostruita la passione di Josh King per le guardie grosse uscite dalle sue ex squadre, nel corso delle prime interviste il point-forward Bleijenbergh, che ha smazzato 4 assist di media la scorsa stagione, definisce se stesso un 2-3.
- 11 agosto 2025. Con i 198 centimetri di Maldonado in posto 1 e i 208 di Bleijenbergh possibilmente da guardia tiratrice, ci aspetteremmo a questo punto Gino Cuccarolo da ala piccola. Restiamo molto delusi, invece, scoprendo che l'ultimo tassello di SEM sia John Brown III, all'esordio in Australia dopo averla annusata nel 2022, da aggregato ai Perth Wildcats, prima di riparare su Brescia. La sensazione, vista la mancanza di scorer puri, è che si giocherà per vincere 50-49, e non è detto che paghi, nella lega dal volume più elevato di possessi dopo la NBA. Dunque Maldonado è il play, Bleijenbergh l'ala piccola. O viceversa. O, a cantare e a portare la croce, sarà ancora una volta il tanto bistrattato Nathan Sobey. E se, strada facendo, King si renderà conto che Maldonado sia un 3, dietro di lui è pronto l'emergente Owen Foxwell, che ha già ben figurato nella scorsa stagione.
PG: Hunter Maldonado / Owen Foxwell
SG: Nathan Sobey / Angus Glover
SF: Vrenz Bleijenbergh / Malique Lewis
PF: John Brown III / DJ Mitchell
C: Jordan Hunter / Gorjok Gak / Akech Aliir
SYDNEY KINGS
Alla ricerca del tempo perduto. Di tempo, coach Brian Goorjian ne ha perduto parecchio la scorsa stagione, presentandosi ai nastri di partenza della NBL 25 con un roster chilometrico e zeppo di talento, che non è riuscito a fare meglio, de facto, di un sesto posto su dieci (quinti in stagione regolare, i Kings sono stati estromessi dai giochi per il titolo al play-in contro gli Adelaide 36ers, giunti sesti). E, come un novello Marcel Proust che inzuppa la madeleine nel tè ritrovando sensazioni e sapori di un dolce passato, il coach del bronzo olimpico australiano a Tokyo 2021 continua a guardare al passato per ritornare al futuro. Ricomposta invano lo scorso anno la coppia d'oro Jaylen Adams - Xavier Cooks, con cui i Kings vinsero il campionato del 2021/22, adesso, salutato Adams, torna un altro elemento di quella squadra, il centro brasiliano Tim Soares. Si diceva che ad Adelaide manchi un vero e proprio playmaker, con due guardie tiratrici come Cotton e Vasiljevic a gestire i possessi. Ecco, a Sydney manca una vera e propria guardia tiratrice, con due playmaker come Dellavedova e il fenomeno Kendric Davis a gestire i possessi. Certo, ad Adelaide, Davis faceva pentole e coperchi e aveva la palla in mano per quaranta minuti. Ma a Sydney c'è Delly, e Xavier Cooks è un playmaker aggiunto: difficile, ma non impossibile immaginare un Davis dominante come lo scorso anno, almeno in partenza. Dopo aver vinto da MVP la FIBA Asia Cup con l'Australia, a cui è bastato spedire in Arabia Saudita una dozzina di giocatori NBL di medio livello, Jaylin Galloway è prontissimo a rilanciarsi: se la spalla non lo tradirà ancora, è il Most Improved Player annunciato.
PG: Matthew Dellavedova / Shaun Bruce
SG: Kendric Davis / Tyler Robertson
SF: Bul Kuol / Jaylin Galloway / Makuach Maluach
PF: Xavier Cooks / Kouat Noi
C: Tim Soares / (Keli Leaupepe)
TASMANIA JACKJUMPERS
Il diavolo della... smania. Quella di chiudere il roster quattro mesi prima dell'inizio del campionato. Da campioni in carica, i JackJumpers sono finiti fuori dai playoff per la prima volta nella loro giovane storia anche per aver ingolfato di stranieri il pacchetto esterni senza considerare che la NBA, come poi accaduto, avrebbe potuto ammiccare all'MVP Jack McVeigh, professione ala grande. Dodici mesi dopo Tasmania quasi ci ricasca, ma è un organismo che autoapprende: completata per dieci undicesimi la squadra ai primi di luglio, i verdi isolani si tengono in tasca un ultimo slot straniero nell'evenienza che qualcuno bussi alla porta del big man Will Magnay. Alla fine è lui stesso quello che bussa, e la porta e quella della NBA, già sfiorata con una presenza in maglia Pelicans, ma, nonostante una grande Summer League, il pivot non si muove. Fare la paziente formichina - e la jack jumper del nome di franchigia altro non è che una specie di formica - non si rivela però vano per Tasmania, che perde il rampante playmaker Sean Macdonald per la stagione e ad agosto mette una tigre nel motore sostituendolo con l'americano Tyger Campbell.
Pur nel solco della continuità - il coach, dalla posa della prima pietra, è sempre l'ormai leggendario Scott Roth - per la prima volta dalla fondazione i JackJumpers fanno un totale repulisti nel parco stranieri, congedando i due esterni del clamoroso titolo 2023/24, Milton Doyle e Jordon Crawford. Si pesca dalla G League, con David Johnson, e dalla Germania, con Bryce Hamilton. Dunque, stavolta per emergenza, gli stranieri saranno di nuovo i 3 esterni. Ma quando i tuoi lunghi local sono Bannan e Magnay, è qualcosa che puoi permetterti.
PG: Tyger Campbell / Ben Ayre
SG: Bryce Hamilton / Anthony Drmic / Nick Stoddart
SF: David Johnson / Nick Marshall
PF: Josh Bannan / Majok Deng
C: Will Magnay / Kobe Williamson
La stagione NBL 2025/26 è al via giovedì 18 settembre con Tasmania-Melbourne, remake delle finali di due stagioni fa. Nel corso del primo round saranno assenti 3 squadre: Illawarra è impegnata nella FIBA Intercontinental Cup, mentre Adelaide e Sydney giocheranno due amichevoli di lusso al sapore di Eurolega, rispettivamente contro Panathinaikos e Partizan, che voleranno in Australia a celebrare le nutrite comunità greche e serbe dell'isola-continente.
(DAVIDE COLOTTI)