Ex arbitro NBA avverte che lo scandalo del gioco d'azzardo è "la punta dell'iceberg"
L’ex arbitro NBA Tim Donaghy ha rilanciato un allarme sullo scandalo scommesse definendo gli episodi che hanno coinvolto Chauncey Billups, Terry Rozier e Damon Jones, “solo la punta dell’iceberg” di un’operazione criminale su larga scala. Intervenuto al PBD Podcast con Patrick Bet-David, Donaghy ha descritto l’indagine dell’FBI come una rete controllata dalla mafia. “Questi ragazzi arrestati si siederanno, saranno terrorizzati e collaboreranno,” ha dichiarato, prevedendo un’espansione rapida dell’inchiesta. “Si diffonderà come un incendio, ed è molto più grande di quanto sembri ora.”
Donaghy ha paragonato il caso attuale al suo scandalo del 2007, evidenziando la differenza tra arbitri che passano informazioni e giocatori che alterano direttamente l’esito delle partite. “Rozier ha effettivamente manipolato il risultato di una scommessa,” ha spiegato, sottolineando come le conseguenze siano più gravi quando è un atleta a intervenire. Ha espresso preoccupazione per il coinvolgimento indiretto di superstar NBA, anche solo attraverso commenti su infortuni o stato fisico: “Persino una frase detta con leggerezza, se trasmessa oltre confine, è frode telematica.”
Donaghy ha poi criticato la gestione della lega sul fronte delle scommesse, indicando Adam Silver e i vertici NBA come in difficoltà nel contenere il fenomeno: “È tutta una questione di profitto,” ha detto. “Espandersi a Las Vegas, ospitare la Summer League… attira giocatori e tifosi, ma anche attività mafiose.” Infine, ha messo in guardia sul rischio per lo sport universitario e sull’effetto dipendenza del gioco d’azzardo: “Il gambling è potente quanto droga e alcol,” ha concluso, chiedendosi perché atleti milionari rischino tutto per guadagni marginali.