LBA - Fortitudo Bologna, Dalmonte "Alleno questo gruppo, altro che mercato"

LBA - Fortitudo Bologna, Dalmonte "Alleno questo gruppo, altro che mercato"

Il coach della Fortitudo Bologna Luca Dalmonte è stato ospite nella trasmissione “Basket City” su TRC. Alcune delle sue risposte ai tanti qrgomenti trattati cominciando, ovviamente, dal mercato.

Arriverà un 4 di ruolo? Adesso è giusto allenare questo gruppo: di fatto sono solo 3-4 settimane che sta insieme per davvero, con la disponibilità di tutti di adattarsi a varie situazioni, con le assenze, con rientri non completi. Un gruppo che va premiato, devo riuscire a gestire gli spot con la loro disponibilità.

Withers da 3 o 4? Può ricoprire entrambi i ruoli, sia offensivamente accompagnato però da due ball handlers importanti, ma soprattutto difensivamente, perché ha taglia e rapidità di piedi per giocare contro giocatori perimetrali. Oggi ci sono tanti 4 mascherati e lui è perimetrale e può accettare i cambi.

Totè. Ho avuto il vantaggio di allenarlo a Verona e ci ha aiutato il fatto di conoscersi anche personalmente: c’è rispetto e opinione positiva reciproca. L’ho trovato molto maturato, ancora in definizione dal punto di vista tecnico. Secondo me può avere un doppio ruolo ma ha bisogno di stabilità e sta lavorando per trovare un equilibrio.

Happ. Dal punto di vista tecnico prendo tutte le responsabilità della scelta di privarcene. E' un giocatore che non si discute per qualità e caratteristiche, ma i giocatori vanno contestualizzati nel gruppo in cui si trovano, e lui non l'ho ritenuto funzionale. Non garantiva quella presenza a livello difensivo e in questo Hunt è completamente differente, produce verticalità e difensivamente ci dà presenza, dinamicità ed energia. E in attacco Ethan necessitava di avere possessi offensivi, Dario gioca senza palla in mano. Tra i due punti difesa-attacco non si creava equilibrio.

Quale squadra ti ha impressionato in negativo o positivo? Se devo fare un discorso generale, Pesaro ha avuto un impatto straordinario attraverso passi importanti; da avversario mi ha impressionato Trieste, profonda, con energia, con IQ elevato. Ma non le ho incrociate tutte, la risposta è parziale.

Brindisi e ritrovarsi di fronte Udom. Fa effetto perché fu una scelta ben precisa su cui io puntai, abbiamo lavorato tanto perché lui è un ragazzo super, sempre lì tra essere 4 e 5 e la doppia dimensione gli ha fatto trovare spazio e oggi trova un posto degno e giusto in serie A. Mi sorprese Verona quando gli tagliò minuti e poi l’ha rilasciato. Ritrovo anche Visconti, che ebbe con Verona molta sfortuna, era solo un bimbo ed ebbe tanti infortuni fin dal primo anno in uscita dalla Reyer; rivedrò entrambi con molto piacere.

L’anno più importante della tua carriera. Una domanda difficile. Non ce n’è uno che vince sugli altri. Sono state tante esperienze bellissime, ad esempio con Avellino eravamo candidati a retrocedere e invece salimmo in A. Pesaro sono stati tre anni bellissimi, nonostante la pressione, ma con un finale importante. Sono davvero troppi quelli importanti in carriera. Vorrei che fosse la prossima partita con la Fortitudo il ricordo che non potrò  cancellare.