50 anni della LBA. Il quinquennio di Enrico Prandi

50 anni della LBA. Il quinquennio di Enrico Prandi

La presidenza di Enrico Prandi (a destra con Giorgio Armani) nasce nel momento in cui viene chiamato dalla Fip a gestire da commissario “ad acta” la difficile gestazione del nuovo Statuto della Lega di Serie A (era nata al contempo la Legadue).

“Pur non rieletto nel nuovo Consiglio Federale dove ero stato vicepresidente – ricorda Prandi – ero rimasto in stretto contatto con il Presidente Maifredi dal quale ricevetti questo incarico.Compito difficile perché si era da subito evidenziata una spaccatura profonda tra le più importanti Società che nutrivano ambizioni di prendere parte alla rinnovata Eurolega e il resto delle altre società di Serie A. Resomi conto della impossibilità di trovare un dialogo costruttivo fra le due parti cercai un contatto con il presidente della Virtus Bologna Marco Madrigali che in quel momento oltre ad essere presidente della società campione d’Italia e fresca vincitrice di Eurolega reggeva anche la Lega Basket in attesa del nuovo Statuto. Con mia sorpresa trovai Madrigali disponibile ad un dialogo, iniziammo a vedere insieme quali potessero essere i punti di un eventuale accordo su cui far convergere tutti.

Mi disse di non preoccuparmi, avrebbe gestito lui i rapporti con il resto delle grandi. Si arrivò così ad una bozza concordata con Madrigali ma il giorno della Assemblea le altre big si presentarono dicendo che avevano una loro bozza di statuto da sottoporre alla Assemblea per la votazione. Mi opposi, forte della bozza concordata. L’Assemblea fu sospesa, risultò evidente che Madrigali non aveva informato i colleghi degli incontri avuti con me. Alla ripresa dei lavori iniziò un lungo e sfiancante esame di ogni punto del nuovo Statuto, il braccio di ferro era finito e a fatica si arrivò alla approvazione di una prima stesura condivisa. Con una successiva e definitiva Assemblea, grazie anche all’importante lavoro dell’avvocato Palumbi, rappresentante della Fortitudo, riuscimmo a presentare in un tempo ragionevole il nuovo statuto che rispondeva ai requisiti richiesti, ma che soprattutto evitava una frattura all’ interno del movimento delle società alla Lega”.

Pochi mesi dopo, all’indomani della Final Four di Eurolega disputata al PalaMalaguti Prandi viene eletto presidente di Lega:

“La approvazione del nuovo Statuto mi aveva accreditato preso molti club come un costruttivo mediatore di interessi contrapposti, grazie anche alla mia esperienza alla guida di un club di Serie A e di consigliere di Lega per 8 anni nella giunta di De Michelis. Mi resi subito conto delle  problematiche sul tappeto: eravamo appena usciti dallo scisma dell’ULEB dalla FIBA ma soprattutto si sentiva la esigenza di nuove norme che permettessero un miglior funzionamento delle società da un punto  di vista amministrativo, tecnico e organizzativo. Oltre alla necessità di trovare nuove risorse per la Lega anche attraverso un nuovo contratto televisivo”.

Iniziò una stagione piena di innovazioni anzitutto sul campo di gioco: gli arbitri (divenuti tre nel frattempo) furono dotati del “Precision Time”; i tabelloni furono arricchiti dalla striscia luminosa e dallo stop lamp per convalidare o meno un canestro allo scadere; il format di ripresa dei campi fu uguale per tutti al fine di permettere una uniformità di riprese sul lato panchina, furono definiti gli spazi pubblicitari della Lega. Dal punto di vista economico, nel 2003 la sponsorizzazione del campionato e degli Eventi di Lega con TIM, ma soprattutto lo storico accordo che fece uscire la Serie A dalle riprese della Rai e la portò nella tv a pagamento con Sky.

" I primi due anni del mio mandato furono infatti molto intensi, nel segno della innovazione e della grande attenzione mediatica sulla Serie A. L’accordo con Sky ebbe ritorni economici importanti, non ci tolse visibilità visto che gli ascolti su Rai negli ultimi anni si erano notevolmente abbassati  ma soprattutto migliorò incredibilmente la confezione del prodotto televisivo, permettendoci anche l’utilizzo dell’Instant Replay con cui fu deciso lo scudetto del 2005 e introducendo l’anticipo della domenica alle 12.


Iniziammo anche a lavorare per stabilire nuove regole sull’impiego dei giocatori stranieri e nel contempo salvaguardare la crescita dei giocatori italiani, controllando non solo il numero ma anche il minutaggio complessivo e premiando le società virtuose con incentivi. Ma mi piace anche sottolineare la volontà di imporre regole certe relativamente ai parametri di iscrizione e ai bilanci e e la capacità della Lega di controllarli per arrivare, insieme alla Federazione, ad una reale verifica della situazione economica dei club.

Due anni proficui anche e soprattutto per la partecipazione attiva dei proprietari che riunivo almeno una volta all’anno e per la presenza di General Manager di grande esperienza, primo tra tutti di Maurizio Gherardini, ancora oggi uno dei più apprezzati a livello internazionale. Il basket in quegli anni stava crescendo a livello europeo ma il basket italiano faticava a tenere il passo. Troppe attenzioni e risorse si concentravano sul calcio e molto poco rimaneva alle altre discipline”.

Il rispetto delle regole non risparmia neanche la gloriosa Virtus Bologna che, accertata una morosità persistente, viene radiata dalla Fip nel 2003: una decisione difficile, impopolare che ebbe anche ripercussioni sulla vita personale di Prandi: “Il mio obiettivo era assicurare la regolarità del campionato senza occhio di riguardo verso alcuno.

D’altro canto avevo mandato avvertimenti al suo presidente Madrigali e i club erano con me nell’interpretare una linea di rigore e di rispetto delle regole. Furono addossate responsabilità alla Lega che non aveva. Tutto questo mi costò dei problemi sul piano personale: fui attaccato duramente dall' Avvocato Porelli al quale era stato demandato il tentativo di salvare in extremis la situazione della Virtus e gli ultras bianconeri vennero sotto la sede della Lega Basket a protestare, tanto che per alcune settimane fui controllato dalla Polizia nei miei spostamenti”.

Si arriva al 2007, anno in cui scade il mandato di Prandi così come il contratto televisivo con Sky mentre si scatenano le polemiche per il tesseramento irregolare di Erazem Lorbek da parte della Benetton. A Prandi viene chiesto inizialmente di restare in carica sino alla scadenza del mandato poi prorogato sino a settembre del 2007 con l’arrivo di un direttore generale individuato in Umberto Pieraccioni, ad di Adidas Italia.

La coabitazione dura  poco, Prandi esce di scena mentre Pieraccioni viene nominato anche Presidente. Il suo mandato resta il più breve nella storia della Lega: i club si rivolgeranno a Francesco Corrado, l’uomo che dieci anni prima aveva salvato la gloriosa Pallacanestro Cantù dal fallimento. Una gestione di garanzia che porterà dopo poco più di un anno alla presidenza di Valentino Renzi.