Treviso - Brian Scalabrine: «Non sarò turista per una sola estate»

Fonte: Il Gazzettino - Treviso
(foto www.best-basketball-tips.com)
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(Mattia Zanardo) Nelle arene Nba, quando entrava in campo, i tifosi issavano un cartello: «Scalabrine ha vinto più anelli di Lebron James». Un titolo, per Brian, nel 2008 con i Boston Celtics, a zero per il «Prescelto». Un modo per dileggiare il sommo ma arrogante LBJ, ma anche un moto di affetto verso questo combattente, dalle cifre modeste (i 3,2 punti e 2,1 rimbalzi in dieci stagioni, tuttavia, non rendono giustizia ad una mano tutt'altro che quadra), ma dal cuore che fa provincia. Che ne ha fatto uno dei giocatori
di culto oltre Atlantico. Pare che lo stesso Lebron abbia avuto parole di elogio nei suoi confronti. Quando glielo ricordano Brian si fa una risata: è appena sbarcato a Treviso, fortunata «coincidenza» con la presentazione della campagna abbonamenti, prima di raggiungere il ritiro di Domegge.
Si aggregherà ai biancorverdi per il precampionato in attesa di capire se la possibilità di ottenere un passaporto italiano si concretizzerà. «Al di là di tutto - sorride -, penso sia dovuto al mio atteggiamento: nel mio lavoro cerco di mettere sempre il massimo impegno ogni giorno. Non abbattersi mai, incoraggiare i compagni, prendersi le proprie responsabilità quando si perde e non solo gli onori quando si vince: questa è l'essenza per costruire un team vincente».
Lei è un idolo per molti tifosi: perchè?
«Nella mia carriera ho avuto la fortuna di giocare in grandi squadre, con stelle come Kevin Garnett. Il motivo per cui compagni e allenatori hanno spesso mostrato stima verso di me, citandomi nelle interviste, è semplicemente il rispetto che ho sempre portato nei confronti di tutti e soprattutto nei confronti del gioco. E questo rispetto è stato poi ricambiato. Da qui è nata la mia fama».
Per ora è in prova: quanto pensa di fermarsi?
«Fino all'estate...dell'anno prossimo, si intende. Così poi vado nel Sud Italia. Ne approfitto anche per un po’ di vacanza al mare. Sono venuto qui per le prossime 5 settimane. Per provare a capire questa realtà, allenarmi con la squadra, dare una mano, poi vedremo se si risolverà positivamente la questione del passaporto italiano».
Era al corrente di avere un avo italiano?
«Sapevo di avere un bisnonno originario del Nord. Me lo disse Rich D'Alatri, mio preparatore atletico ai New Jersey Nets, al primo anno di Nba (ed anche della nazionale italiana, ndr): fece una ricerca per me sulle mie origini».
Avrà difficoltà ad adattarsi al basket europeo?
«Le differenze tra Europa ed Nba sono molte. I passi sono meno tollerati, i movimenti dal post, ma, in tutte le squadre i coach mi hanno chiesto di effettuare diverse cose, giocando in vari ruoli. Non sarà difficile adattarmi».
Del basket italiano cosa conosce?
«Conosco chi ce l'ha fatta in Nba, come Bargnani e Gallinari. E ricordo che la nazionale è arrivata fino alla medaglia d'argento alle Olimpiadi».
Fuori dal parquet?
«Moglie e due figli: il tempo libero è finito».