CBA - Simone Pianigiani "In Cina non mi mancherà il basket italiano"

CBA - Simone Pianigiani "In Cina non mi mancherà il basket italiano"

Simone Pianigiani è il nuovo allenatore dei Beijing Ducks, una squadra cinese fondata nel 1995. A convincere l’allenatore a partire per la Cina, non sono stati tanto il progetto e l’ingaggio proposti - come racconta oggi Il Foglio nell'intervista al coach senese - ma una cena in compagnia di Marcello Lippi (ex allenatore della nazionale, con esperienza anche in Cina).

Dopo una stagione senza squadra, ha dunque accettato la chiamata dalla Cina; ma non sarà solo, isto che il braccio destro che porterà con sè nell’Asia orientale è Giulio Griccioli, coach con cui ha condiviso il percorso di crescita nelle giovanili della Mens Sana in gioventù. Le parole di Simone Pianigiani.

Esperienza di livello e di arricchimento. A questo punto della mia vita puntavo a un’esperienza che valesse la pena, aspettavo una proposta di alto livello. In Europa in questo periodo post pandemia la situazione è molto ingessata e non c’era nulla di realmente stimolante come questa proposta. In passato mi hanno sempre attirato esperienze affascinanti anche dal punto di vista personale come la Turchia e Israele, esperienze che mi hanno arricchito molto.

Ducks. Quando mi hanno contattato ho scoperto che erano stati due volte a vedermi in azione dal vivo, ho capito che erano venuti a cercarmi perché volevano proprio me. Mi ha colpito che mi abbiano cercato dopo aver studiato quello che avevo fatto, aver seguito il mio lavoro. Mi hanno proposto di aiutarli a fare un ulteriore salto di qualità dopo la ristrutturazione degli ultimi anni in cui non hanno più vinto il titolo.

Cina. Andare in Cina in questo periodo non mi spaventa. A leggere i dati dei contagi che vengono comunicati ogni giorno la situazione sembra molto più preoccupante in Europa dove presto le squadre ricominceranno a viaggiare per le Coppe. Mi pare ci sia incertezza dovunque nel mondo.

La bolla cinese. In Cina mi raccontano di una situazione sotto controllo e soprattutto nella prima fase del campionato, 18 partite in 42 giorni, noi entreremo in una bolla proprio come ha fatto la Nba. Anch’io dovrò stare in quarantena una volta arrivato prima di cominciare ad allenare. I membri dello staff hanno tutti esperienza NBA, le regole permettono tre stranieri in rosa ma solo uno in campo, il livello di stranieri è molto alto. Dal punto di vista tecnico potrei definirli tutti specialisti. Se mi mancherà il basket di casa? No.