Umarell e televisione: alle prese con gli eccessi del pubblico a bordocampo

(di Giancarlo Fercioni). U Mare Ll? Anche i pensionati desiderano la vacanza, se non altro per distinguere almeno una stagione dall’altra… Anche perché fra qualche giorno sarà finito anche il campionato dove Milano e Bologna se le stanno suonando ( sportivamente parlando). Purtroppo qualche imbecille, non chiamatelo tifoso per favore, ha rischiato di farlo fisicamente… con conseguenze miti per non falsare le finali sinora intensissime.
Nella mia, scarsa, memoria di ex regista però ricordo che in passato e diverse occasioni il pubblico si è reso protagonista di “Close Encounters of the Third Kind” anche a partite in corso, con protagonisti di tutte le squadre. Complici impianti obsoleti con le tribune veramente a contatto col pubblico. Che poi, razionalmente, devi essere veramente fuori di testa se te la prendi con un atleta allenato, alto e più grosso di una o due spanne.
Ricordo quello che accadde a Livorno tra Premier e diversi tifosi alla fine della famosa finale contestata con Milano… Ne stese diversi prima di rischiare di essere travolto. Sconochini visse anche lui una simile di situazione se ricordo bene. Poi i lama da bordocampo ci sono sempre stati: purtroppo i tunnel divennero obbligatori a garanzia degli imbecilli di ogni specie e per limitarli.
Se ne ricordo nelle partite che ho diretto come riprese? Ce ne sono, ce ne sono… Per esempio, ricordo una “signora” (solo per l’anagrafe) con mise leopardata, che per tutti i 40’ , dall’inizio alla fine della partita, insultava l’avversario di turno, e siccome era nei pressi della postazione di commento dei nostri giornalisti, era diventata anche un problema…
Adesso i (sempre troppo pochi) palazzetti nuovi hanno distanze più civili dal campo e questo limita l’efficienza dei deficienti se non altro, in attesa che le mamme di questi ultimi smettano di generarne. Io capisco lo sfottò, ci mancherebbe. La presa in giro va bene, l’insulto no. Il tifo dovrebbe essere sempre a favore, ma questo, purtroppo, lo si impara col tempo. Adesso mi guardo e mi godo le finali di campionato, sperando nella civiltà milanese/felsinea e in partite dove il gioco raggiunge un’intensità altissima e poi… poi spero che l’Umarell vada al Mare..ll.
Giancarlo Fercioni
Nota Bene. Per chi non conosce la definizione, l’umarell (dialetto emiliano ma ora sdoganato in tutta Italia) è il pensionato curioso che osserva i cantieri, ma anche qualsiasi cosa succeda in giro. Io sono entrato nella categoria dopo trentacinque anni di regia televisiva in giro per quasi tutte le televisioni: prima le private, poi Rai, Mediaset e la pay tv, Tele+ e Sky. Adesso, oltre ad andare a spasso con i miei cani, mi occupo di tutto quello che vedo in giro, come la maggior parte dei pensionati. L’unica differenza è che sono un umarell che non vuole mollare la sua vecchia passione (e precedentemente lavoro) cioè il basket.