«Non me ne un caz*o»: così Pozzecco sulla carriera da allenatore

«Non me ne un caz*o»: così Pozzecco sulla carriera da allenatore
© foto di Ciamillo

Gianmarco Pozzecco ha parlato della sua carriera da allenatore a BasketballSphere, e lo fa riflettendo sulle differenze tra la Nazionale e i club. "Stiamo lavorando bene, c’è disciplina, ma allo stesso tempo i giocatori portano grande etica del lavoro e divertimento in campo, che per me è la cosa più importante. Vedremo all’EuroBasket cosa basterà, ma posso dire che sono contento. Soprattutto, non voglio enfatizzare troppo il mio ruolo: sono solo un allenatore. Il mio lavoro è aiutare i giocatori a raggiungere i loro obiettivi", dice sull'Italbasket. "Certo, non sono stato felice di quello che è successo all’ASVEL, ma è normale. Succede a ogni giocatore e allenatore se sei coinvolto professionalmente nella pallacanestro o in qualsiasi altro sport. Non spesso, ma anche i buoni giocatori vivono stagioni negative. Se sei un allenatore, per essere impeccabile devi essere un genio.

"Ho continuato a lavorare come sempre, questa è la mia filosofia ed è molto importante. Onestamente, non sono concentrato sulla mia carriera, né su quale sia il mio livello, o sul perché qualcuno mi chiami o meno. Sinceramente, non me ne un caz*o. Lavoro e sono felice di fare questo lavoro, soprattutto perché sono l’allenatore del mio Paese. Lo farò sempre al 100% e cerco di dare il massimo", ha dichiarato Gianmarco Pozzecco, continuando sullo stesso tono: "Non ho bisogno di dimostrare a nessuno se sono un bravo allenatore o no. Voglio godermi il mio tempo con i giocatori. Spesso, quel divertimento arriva quando vinci le partite, ma se non succede, devi accettare che qualcun altro è stato migliore e allo stesso tempo migliorarti. Penso che oggi giorno tutti siano troppo focalizzati su vittorie e sconfitte, come se l’unica cosa che contasse fosse il risultato. Io ho un punto di vista e una filosofia diversi.

Tutti giudicano giocatori e allenatori solo in base alle vittorie. Recentemente, quando abbiamo giocato a Bologna contro l’Argentina, l’arena era sold out. Anche durante le vacanze, il palazzetto era pieno, segno di quanto la gente ami questa squadra. Tutti diranno che la Serbia è la squadra più forte d’Europa, ma non sarà facile nemmeno per loro. A EuroBasket ci sono ancora molte squadre forti: Germania, Lituania, Lettonia, Francia, Grecia, Spagna… È necessario preparare la propria squadra per competere, e questo è ciò che faccio. Non mi interessa la mia carriera, potrei smettere domani. Certo, do il massimo, non posso approcciarmi alla pallacanestro in un altro modo. Ricordo quando sono cresciuto in Jugoslavia, passavo il tempo a giocare a basket e litigavo sempre con tutti in campo. Ho ancora quella mentalità."