Femminile: medaglie e piazzamenti delle Nazionali ma non montiamoci la testa

È stata un'altra stagione importante per le nostre rappresentative Nazionali femminili, una stagione che deve essere da sprone per migliorare la situazione
25.08.2025 11:10 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
Femminile: medaglie e piazzamenti delle Nazionali ma non montiamoci la testa

foto @FIP

Due medaglie di bronzo e due sesti posti. Il bilancio delle Nazionali femminili di questa estate ormai al termine è questo. E’ un buon bilancio? Certamente ed a prescindere. Il terzo posto della Nazionale senior è certamente quello che luccica di più, un po' perché storico- dopo trent’anni di delusioni ed occasioni mancate per un nonnulla – e poi perché è il giusto premio ad un gruppo arrivato pronto all’appuntamento: età, esperienze internazionali, carriera nelle giovanili. Bravura dell'allenatore e del suo staff. Il bronzo dell’Under 20 è già più abituale per noi anche se va detto e sottolineato in grassetto molto scuro, che una medaglia non è mai un fatto scontato. Però con le nazionali giovanili dal 2008 siamo stati spesso e volentieri sul podio, 18 volte, anche con delle vittorie. E per una volta abbiamo fatto meglio della Francia, punto di riferimento con la Spagna, del basket europeo, giovanile e senior. 


I due sesti posti dell’Under 18 e Under 16 sono risultati comunque importanti specie se si considera il contesto generale nel quale sono arrivati: assenze, raduni complicati, infortuni durante le partite dei rispettivi tornei e quant’altro. Come la cronica assenza di lunghe pronte per affrontare un palcoscenico continentale. Soprattutto nell’Under 16. Tutto questo detto ecco la domanda che sottointende a tutto: le medaglie sono l’obiettivo primario delle Nazionali giovanili? La prima risposta sarebbe sì certo, danno lustro, ranking e quant’altro di brillante. Ma riflettono lo stato di un movimento? Non sempre.
In questo caso la messe di medaglie vinte dalle nostre rappresentative – belle ed importanti guai a non riconoscerle – non esprimono davvero come sta il basket femminile. Che versa in una situazione difficile. A cominciare dal numero di tesserate: 23.500 circa all’ultimo dato conosciuto. Possono essere un po' di più, magari 24 mila, ma sempre pochissime sono. E che arrivino medaglie e piazzamenti è un segnale della bravura certamente delle ragazze ma anche della preparazione tattica degli staff delle varie giovanili.

A che serve l’attività giovanile? A vincere medaglie o a creare nelle giocatrici l’attitudine alle sfide internazionali dopo mesi ed anni passati a giocare i tornei nazionali che almeno finchè non si arriva alle Finali Nazionali, non hanno grandi contenuti tecnici? Insomma vincere o cercare di creare giocatrici per l’alto livello? Naturalmente non è detto che tutte quelle che vincono a livello giovanile poi diventino giocatrici di A1 o di A2 ma non è questo il punto. 
Inutile star qui a rinnovare il concetto che altri sport hanno fatto molto e meglio di noi dal punto di vista del reclutamento e che oggi raccolgono i frutti di quel lavoro. E lo continuano. Lo sappiamo è così, giriamo pagina. Come?

Beh Federazione e Lega Basket Femminile dovrebbero avere degli esperti del settore e dovrebbero sapere cosa fare. Ora poi che la Federazione ha messo a disposizione del movimento femminile tre milioni di euro in tre anni per la promozione e la diffusione del nostro sport, non si può neanche dire che mancano le risorse. E’ poco? Può darsi, forse è tanto, ma ci sono, sono soldi che andranno investiti in progetti che tengano conto della necessità di far  conoscere e piacere il basket alle famiglie, alle ragazzine, alle mamme, che spesso decidono. E che se continuano a vedere le atlete della pallavolo, della ginnastica, del calcio, del rugby e quant’altro, impegnate in pubblicità, talk show, serate di gala eccetera eccetera, non sapranno mai che esiste la pallacanestro femminile.

E’ ovvio che le comparsate da sole non bastano, serve un'idea che crei un prodotto vendibile ed appetibile. Il ritorno in Rai anche quest’anno per alcune partite della stagione regolare della serie A1 è un passaggio importante, così come lo è stata la trasmissione in chiaro della cavalcata europea di Zandalasini e compagne a giugno. Ma non basta. 

Bisogna creare il prodotto “pallacanestro femminile” far sapere che esiste che è bellissimo, che non fa male e che sviluppa valori e concetti importanti. Ovviamente qualcuno dirà che bisogna abbassare le tasse gara, i parametri, e poi questo e poi quello. Tutto giusto più o meno. Ma l’unica cosa che conta è che tutti  - contestatori e lealisti – abbiano chiaro in testa che questo sport deve uscire dall’anonimato nel quale vivacchia tutt’ora. E che tutti per una volta, mettano in secondo piano gli interessi del proprio giardino

Tra un po' cercheremo di saperne di più su come si pensa di investire queste risorse – un milione all’anno per tre anni ripetiamolo – nel frattempo sarebbe bello che si apra un dibattito logico e privo di questioni personali. Altrimenti soldi o non soldi, andrà peggio di così.