Ricky Rubio su Dabone: "L'età per debuttare in una squadra pro da regolamentare"

Ricky Rubio è tornato in campo. Il playmaker spagnolo giocherà questa stagione con la Joventut Badalona, il club dove è cresciuto e con cui ha esordito da professionista a soli 14 anni, 11 mesi e 24 giorni. Ora, vicino ai 35 anni, Ricky riflette sul suo percorso e ammette che debuttare così presto potrebbe avere effetti negativi. In un’intervista a 'Jijantes FC', ha parlato della pressione sui giovani talenti: "Sembra quasi uno sfruttamento. Se hai qualità a 13 anni, probabilmente puoi giocare anche a 16 o 17. Ogni cosa ha il suo tempo. Non si può sacrificare una fase essenziale della crescita personale per ottenere risultati immediati".
Rubio ha fatto riferimento al caso di Mohamed Dabone, giovane pivot del Barcellona che ha appena esordito in prima squadra proprio a 13 anni. Il 21 ottobre, come Ricky, festeggerà il compleanno. Ricky fu il più giovane di sempre a debuttare nella Liga ACB nel 2005, record poi superato da Basala Bagayoko. Il tema della precocità è centrale nel suo discorso: "Servono professionisti che sappiano valutare quando è il momento giusto per iniziare. Ci sarà sempre chi è più maturo a 16 che a 18, ma bisogna stabilire regole chiare, basate su studi e competenze".
Rubio ha paragonato la situazione alle leggi della vita quotidiana: "A 16 anni non puoi guidare un’auto, anche se potresti avere più capacità di uno di 18. Ma nessuno si lamenta, perché la legge è quella. Debuttare in un team professionistico significa entrare in un mondo pericoloso, esposto a molte influenze, e dovrebbe essere regolamentato". Dopo aver affrontato problemi di salute mentale e una lunga pausa, Ricky è pronto a ricominciare con la Joventut, vent’anni dopo il suo primo debutto. "Mi sento bene, preparato. Ho lavorato molto con la mia psicologa. Tornare alla Penya ha un significato profondo: è lasciare un’eredità", ha concluso.