Denzel Valentine sulla sacra Reyer Venezia, le sfide in EuroCup, coach Spahija

La nuova guardia dell'Umana Reyer Denzel Valentine è stato presentato alla stampa al Palasport Taliercio. Di seguito le sue dichiarazioni. "Sono super entusiasta di essere qui. Per me è una grande opportunità in un grande club e in una grande città. Abbiamo un'ottima squadra, fatta di giocatori di valore e di altrettante brave persone. Dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo, costruendo il nostro percorso un giorno alla volta, perché credo che potremo fare grandi cose. Non vedo l'ora di conoscere ancora meglio i miei nuovi compagni e di provare a fare insieme un passo in più, andando più avanti possibile sia in Italia che in EuroCup".
Cosa ti ha spinto a firmare per la Reyer? "Credo che sia una grande opportunità per me. Ho sentito solo cose positive su questo club. L'anno scorso ho avuto modo di giocarci contro due volte e ricordo in particolare la partita qui a Venezia: è un club dove c'è sempre stato grande talento ed è sempre difficile vincere. In più, c'è l'EuroCup da giocare, una competizione in cui vogliamo fare bene. Speriamo di alzare ancora di più il livello rispetto a quanto di buono è già stato fatto".
Come ti descriveresti come giocatore e come persona? "Sono una persona che mette grande dedizione nel lavoro duro e tanta passione in quello che fa. Do tutto me stesso per il gioco, ogni giorno, ogni volta che entro in campo. L'altra parte di me è quella che si diverte tantissimo a giocare a basket, e mi piace coinvolgere i tifosi nell'energia della partita. Sfrutto ogni situazione per esprimere la mia personalità".
Che tipo di squadra potete diventare? "Siamo una squadra che può competere per arrivare in fondo a entrambe le competizioni, campionato ed EuroCup. Abbiamo talento, tante caratteristiche positive e, soprattutto, a questo gruppo piace lavorare duramente. Credo che questa sia la combinazione che può darci modo di arrivare lontano. Dobbiamo avere pazienza, lavorare e goderci il processo di crescita".
Da dove nasce la tua passione per la musica? "Nasce da quando ero piccolo. In casa mia si ascoltava tantissima musica, i miei genitori erano grandi amanti dei musical. Questo mi ha portato a sviluppare la passione per creare musica, perché è qualcosa che mi dà soddisfazione e mi aiuta anche fuori dal campo, dandomi un altro modo per esprimere me stesso".
Questa è la tua terza squadra in Italia. Che campionato è la Serie A? "Amo il campionato italiano perché il livello di competitività è altissimo. Si gioca in ambienti molto belli, carichi di energia, con tifosi 'pazzi' per le proprie squadre. Ogni partita conta tantissimo e questo mi piace, perché voglio sempre competere al massimo livello. Sono felice di giocare la mia terza stagione in Italia e sono particolarmente contento di far parte della Reyer e di giocare per i suoi tifosi. Questa è una cultura e una comunità a cui voglio dare qualcosa, e sono sicuro che mi darà altrettanto in cambio".
Cosa ti sei portato dall'esperienza in NBA? "È stata una grande esperienza di sei anni in una lega dove si gioca ad altissimo livello ogni singola sera, contro un talento clamoroso. C'è anche tantissima pressione, specialmente a Chicago, che considero uno dei primi tre 'market' NBA per attenzione mediatica. Lì sono attenti a tutto quello che fai, dentro e fuori dal campo. Questa pressione ti porta ad alzare sempre il tuo standard. L'esperienza che ho fatto lì, la voglio portare qui. Come giocatore, non mi pongo mai limiti per migliorare e sarò a disposizione dei miei compagni per aiutarli a crescere, come sono sicuro loro faranno con me".
Come ti trovi con coach Spahija? "Mi ricorda molto Tom Izzo, il mio coach Hall of Fame a Michigan State. Mi piace il modo in cui Neven lavora, come ci coinvolge e soprattutto come ci spinge a migliorare. Ha fissato per me uno standard molto alto e si accorge subito se vado al di sotto di quel livello, intervenendo immediatamente. È una cosa che apprezzo molto, perché mi permette di restare sempre al massimo con la concentrazione e l'intensità. È un allenatore molto duro, ma anche diretto e onesto. Un altro aspetto importante è che mi lascia la libertà di esprimere la mia pallacanestro e di essere me stesso. Ha lavorato in tutto il mondo, dall'NBA all'Eurolega, e sa come trattare i giocatori. Sono felice di essere allenato da lui, aiuterà il mio gioco a crescere".