Femminile: la LBF è sana ma le società rinunciano: dov'è l'errore?

Anche quest'anno ci si aspetta che un pò di società rinuncino al titolo di serie A1 e forse, forse di A2. Come si concilia con la lega dai conti in ordine?

09.05.2023 21:55 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
Femminile: la LBF è sana ma le società rinunciano: dov'è l'errore?

Da quando è al timone della Lega Basket Femminile e cioè dal 2016, Massimo Protani si dice abbia risanato la Lega che aveva trovato in gravi difficoltà economiche. Nulla mi impedisce di credere che sia vero e ne sono molto felice perchè finalmente c'è qualcuno che si interessa seriamente dei conti.

Però, a parte le società che retrocedono, da qualche anno c'è un incredibile mercato dei titoli di A1 di società che alla fine del campionato rinunciano. Peggio, il fatto che questi club rinuncino si diffonde nell’aria almeno due mesi prima della fine. Perché le voci corrono, cosa che in pochi sembrano aver capito e di contro in molti utilizzano per far arrivare messaggi a chi di dovere.

Le notizie, sia chiaro, non escono da sole, c’è sempre qualcuno che ha interesse a che siano di dominio pubblico, nello sport come in altri settori della vita. Allora, tornando alla nostra serie A1 femminile, dato per certe le retrocessioni di Brescia e Valdarno, da tempo si sapeva che Lucca avrebbe rimesso il titolo nelle mani del Sindaco e che Moncalieri forse avrebbe fatto la stessa cosa.

Il Presidente Protani avrebbe detto che di questi due titoli, uno andrebbe ad una squadra del Nord Italia e l’altro ad una del Sud. A Brescia sembrerebbero interessati al titolo di Lucca ma non con la Brixia – che avendo comprato l’anno scorso il titolo di Costa Masnaga per regolamento non può farlo anche quest’anno – ma con un’altra società con diverso codice di affiliazione Fip. Per il Sud si fanno nomi così fantascientifici sui quali per il momento è meglio soprassedere…

Attenzione tutto sarebbe regolare dunque nulla da dire sul piano diciamo così, formale. Ma su quello morale e della normalità sportiva, beh…qualcosa c’è da dire. Ogni società o molte società, hanno un diverso codice Fip con il quale magari fanno l’attività giovanile, se si apre questa strada, né le retrocessioni né le trattative private avrebbero più senso.

E’ chiaro che l’idea di Fip e LBF di avere le grandi piazze nella lista della serie A1 è legittima ed anche bella per certi versi – Roma che sta nascendo, Milano, Firenze, Napoli e via dicendo – ma non per questo bisogna sacrificare alcuni valori importanti. Anche qui un distinguo importante: un Presidente di Lega può benissimo far da facilitatore tra due società, in fondo chi meglio di lui dovrebbe conoscere la reale situazione di ogni associata? Ma se poi si va oltre e si decide che questo va a quello o che tale prenda tizio a tavolino, mi sembra un passo più lungo della gamba. E’ tutto falso? Pronto ad essere smentito, ad una replica di egual misura ed importanza di questo post ed alle scuse. Ma per adesso, in situazioni simili, non è mai successo che vorrà dire?

E poi la domanda che richiama il titolo? Perché in tante società che pure mantengono la categoria rinunciano? Costi troppo alti è la risposta più frequente. E lo saranno ancora di più con la riforma dei parametri per cui nella nuova serie A, avremo 12 squadre, le sole che speriamo potranno permettersi, il costo di una stagione. Ma anche in questo caso il dubbio rimane: tra queste dodici, tolte le prime sei, sette, le altre? Avremo partite da 90 a 48? Da 100 a 50? Anche adesso ci sono state ma raramente. Mentre la preoccupazione di chi scrive è che diventino una costante – imbarazzante – di un campionato fatto ad hoc per i club più ricchi.

Nulla di male nell’esserlo ma allora la riforma deve essere ancora più coraggiosa: otto squadre che si giocano il tricolore dove sono concentrate le migliori italiane e per tre anni senza retrocessioni     (come ha fatto la pallavolo maschile), dodici o quattordici che fanno la A1 e dove si sviluppano SERIAMENTE le eventuali giovani con regole certe che non lascino spazi alla fantasia tutta italiana del “fatta la legge trovato l’inganno”, ed una A2 che vada a coprire il resto del panorama. 

Oppure come mi dice un addetto ai lavori:"Forse 8 in A - 16 o 20 in 2 gironi di B - 32 o 40 in 4 gironi di B 2- 64 o 80 in 8 gironi di C - e poi Promozione potrebbe essere l'ipotesi più plausibile.  I Campionati di sviluppo non mi piacciono, se la Fip ha degli obiettivi, incentivi chi li persegue invece che perseguitare". Meglio ancora.

E prima ancora, ma prima per me significa domani, mettere mano ai campionati giovanili. Che da subito devono essere di livello altissimo senza aspettare di arrivare alle Finali Nazionali. Se alle ragazze non viene sin da subito ripeto, data la possibilità di confrontarsi spesso con le più forti, non ha senso giocare partite nelle quali il punteggio (115 a 22 come ho visto per fare un esempio) non dice nulla e la partita non serve a niente, né a chi ha vinto né a chi ha perso.

Su tutto ancora, anche se lo scrivo alla fine il reclutamento. Siamo a 21.396 tesserate. Ventunomilatrecentonovantasei. Dove si pensa di andare così? Davvero si pensa di poter fare la  serie A1 a 12, la serie A1 a 12 e la A2 a 24 squadre? E di grazia, con quali giocatrici?