Golden State, Steve Kerr: "Non lascerò mai Stephen Curry"
A ottobre Stephen Curry aveva dichiarato di non voler più un allenatore diverso da Steve Kerr. Due mesi dopo, è Kerr a restituire la fiducia: il tecnico dei Golden State Warriors, entrato nell’ultimo anno di contratto, ha affermato di non voler lasciare la panchina finché il suo numero 30 sarà in campo. «Non lascerò mai Stephen Curry», ha spiegato Kerr, definendolo «una persona straordinaria» e sottolineando come lavorare ogni giorno al suo fianco abbia reso la sua carriera «un’esperienza incredibile».
Arrivato nel 2014, Kerr ha costruito con Curry il cuore pulsante di una delle dinastie più vincenti della storia NBA: quattro titoli, due finali perse e un’era segnata anche dalle presenze di Klay Thompson e Draymond Green. «Quando sono arrivato era già un All-Star», ricorda il Coach of the Year 2016. «Il mio obiettivo era aiutarlo a diventare ancora migliore e vincere un titolo. Ci siamo riusciti subito e poi altre tre volte, creando un rapporto che va oltre il basket». Kerr, che seguiva Curry ancora prima del suo arrivo in NBA, si sente privilegiato per aver potuto accompagnare da vicino la crescita di uno dei più grandi giocatori di sempre.
«In quarant’anni i Warriors non hanno avuto un altro come lui», ha detto. «In NBA serve anche fortuna: puoi prendere decisioni perfette per vent’anni e non trovare mai un altro Steph. Quando alleni un talento così, devi renderti conto della fortuna che hai». L’allenatore sogna di aiutare Curry – che compirà 38 anni tra tre mesi – a conquistare un quinto anello, che sarebbe anche il suo decimo complessivo tra campo e panchina. Ma non ne fa un’ossessione: «Conta ciò che fai ogni giorno, il percorso, la lotta. La cultura dell’anello è importante, ma c’è qualcosa di speciale nella ricerca stessa». Con un record di 14-15, i Warriors sono solo all’inizio di una strada complicata. Ma per Kerr, finché ci sarà battaglia, ci sarà speranza.