Risorse: agganciare il basket al treno del Totocalcio, perché no?

Risorse: agganciare il basket al treno del Totocalcio, perché no?

Nel 2016, forse nessuno lo ricorda più, Petrucci e Bianchi si lasciarono scippare "manu militari" i 900mila euro che la legge Melandri sui diritti televisivi del calcio assegnava alla pallacanestro italiana. Prima ce n'erano anche di più. Il monopolio dell'occupazione mediatica del pallone si era completato lasciando fuori dal tavolo l'unico sport professionistico di squadra rimasto in Italia. Eppure i monopoli nel mondo del liberismo del XXI secolo non avrebbero diritto di cittadinanza, ma alla fine vige la legge del più forte.

Nel frattempo, è già qualche anno che nelle sedi legislative si lavora per una riforma del Totocalcio, con l'introduzione di format più appetibili per le nuove frontiere delle scommesse, i cui proventi vengano destinati - guarda un pò - al mondo del pallone. Più mangiano e più mangerebbero, divorati dalla loro fame insaziabile di soldi, al punto di chiedere 700 milioni a fondo perduto allo stato, come titolavano i quotidiani di ieri.

Tutta la pallacanestro italiana di serie A vale nel suo piccolo come una singola big del calcio, sarebbe potenzialmente solo un partecipante in più alla spartizione del bottino. Ma quello che potrebbe arrivare sarebbe ossigeno puro. Aver passivamente accettato l'occupazione delle pagine dei giornali (il calcio occupa anche il 90% della foliazione sportiva di un quotidiano), aver accettato l'occupazione degli orari televisivi che il basket aveva sperimentato per prima (partite al sabato, alla domenica a mezzogiorno e dopocena, ecc...) e che non avevano legittimità legale per prendere le briciole è il passato. Adesso la necessità aguzzi l'ingegno su come accedere anche come pallacanestro a questo benefit (che renderebbe anche più sostenibile la scelta di rimanere sport professionistico).